05 Ottobre 2000 (Dasara) – Verità è la meta

05 Ottobre 2000 (Dasara)

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

VERITÀ E’ LA META

Desiderare la liberazione individuale è un sentimento egoistico.
È Dharma desiderare la liberazione solo per se stessi?
Solo chi rimuove le sofferenze altrui su questa terra è un vero essere umano.
(Poesia Telugu)

Incarnazioni dell’Amore!

La Verità è la meta suprema dell’uomo. A prescindere dal paese e dall’epoca, l’obiettivo ultimo di ogni individuo nato come essere umano è conseguire la Verità. Dai tempi più antichi sono stati fatti numerosi tentativi al fine di riconoscere la Verità, ma nessuno ha raggiunto un risultato adeguato. Nella cultura indiana si asserisce che la madre è Dio e che il padre è Dio. Onorate la madre come Dio, onorate il padre come Dio.

Questi principi rappresentano i due pilastri della cultura indiana; ma chi li sostiene oggi?

Tat – Tvam, Quello – Tu sei, è la formula idonea a raffigurare questi fondamentali precetti. Gli uomini d’oggi, tuttavia, non capiscono tali sacri insegnamenti.

Dai tempi antichi, qual è l’essenza dei Veda? La Beatitudine. La Beatitudine non si trova nel mondo esteriore, né la si può acquisire.

Pertanto sin dall’antichità, per conseguire la sacra Beatitudine, alcuni Saggi nobilitarono il mondo cantando i Veda e propagandone i sacri insegnamenti. I Veda contengono il Principio Eterno della Divinità.

Pace e sicurezza sono essenziali ed importanti nella nostra vita quotidiana. Come si acquisiscono, chi le elargisce, dove sono? Esse scaturiscono dai sentimenti del cuore, nascono dal cuore; non sono conferite da altri, né trovate in qualche luogo.

Gli insegnamenti dei Veda

Non è possibile insegnare qualcosa che non sia già contenuto nei Veda; nessuno è in grado di impartire un chiaro insegnamento circa la verità, la pace e la sicurezza; infatti, i Veda contengono infiniti segreti. Vi si proclama che l’Âtma è più minuscolo dell’atomo e più vasto del più vasto. Dovete riconoscere l’Âtma Tattva, il Principio Divino, il vero Sé. I Veda rispondono adeguatamente persino alla domanda “Dov’è l’Âtma?” Non esiste problema al mondo che i Veda non siano in grado di risolvere, essi hanno un rimedio per tutti i problemi.

Ecco un piccolo esempio. Alla domanda: “Che giorno è oggi?” – voi rispondete: “Giovedì”. Se invece la domanda è: “Che data è oggi?”- affermate: “E’ il cinque d’ottobre”. Come fate a saperlo? L’avete appreso da un almanacco scritto da un esperto, o da un calendario.

Analogamente, ed in modo chiaro come illustrare un calendario, i Veda spiegano il significato di Dio; del Jîva, l’anima individualizzata (la Coscienza dell’Io associata al corpo ed ai sensi); di Prakriti, la natura, o creazione; del Paramâtma, il Sé Universale; e del Jîvâtma, il Sé individuale.

Nel piccolo, Egli è piccolo. Nel grande, Egli è grande.
È il testimone di tutto. Âtma è Brahmâ e Brahmâ è Âtma.
(Verso Sanscrito)

Più piccolo del microcosmo, più grande del macrocosmo.
(Verso Sanscrito)

In qual modo e chi sarebbe mai in grado di impartire insegnamenti su una Divinità così grande ed al contempo così piccola?

Il Principio Divino

L’Âtma Tattva, il Principio Divino onnipervadente, può essere visto ovunque. Chi può provare che si trova solo in qualche luogo? Ricercando negli insegnamenti Vedici, investigando e sperimentando, si possono comprendere Verità così profonde. Tuttavia, anche se il sole risplende sfolgorante, un uomo cieco non potrà vedere nulla.

Similmente, anche se nel mondo tutto può essere visto direttamente, l’ateo privo di fede vedrà ogni cosa in modo perverso e contraddittorio. Nei Veda si dichiara:

Tutto accade in conformità al sentimento.
Tutto ciò che si vede è perituro.
(Verso Sanscrito)

Qualsiasi cosa si veda, si modifica l’attimo successivo.

Il vero Amore è spontaneo

Innanzi tutto si deve sviluppare il Principio d’Amore; ma il vero Amore non è la cosa ordinaria di cui si ha esperienza nella Natura o nel mondo fisico. Può essere definito Amore, solo quando nelle sue espressioni non esistono impurità o contaminazioni, e quando non è intaccato dall’illusione della mente. E’ Amore solo se è un sentimento naturale, che nasce spontaneamente.

Come i fiumi cercano di immettersi naturalmente nell’oceano, come i rampicanti s’avvinghiano agli alberi, come le stelle brillano in cielo, così l’Amore dell’uomo fluisce spontaneamente verso Dio. L’Amore non ha una causa, né è vincolato da regolamenti o intenzioni. Il vero Amore è puro, immacolato e senza alcun desiderio per il risultato dell’azione.

L’Amore si dirige direttamente verso Dio. Gli amori terreni iniziano per forza, mentre l’Amore che nasce dal cuore è spontaneo, non artificiale: è sorgente, non obbligo. L’Amore fluisce direttamente verso Dio.

Oggi gli uomini praticano diverse discipline spirituali, allo scopo di dirigere il loro amore verso Dio. Tuttavia, l’amore che si coltiva con le pratiche spirituali non è vero amore, è artificiale.

Equanimità di Dharmaja

Quello di Dharmaja (Pândavagraj) era un Amore pieno e totale. Persino quando sua moglie venne umiliata davanti alla pubblica corte, egli tenne la mente costantemente fissa su Krishna. Anche quando Asvatthâma uccise i figli dei Pândava e tagliò loro la gola, egli rimase inamovibile, puro, senza rabbia; con la mente immersa nella beatitudine, continuò a contemplare Dio.

Successivamente, accaddero numerose situazioni dolorose. Bhîma fu legato mani e piedi e gettato in un fiume pieno di serpenti; poi subì ogni genere di malvagità. Pur vedendo tutto ciò, Dharmaja mantenne la sua imperturbabilità. Senza lasciarsi scoraggiare nei momenti dolorosi, senza esultare nei momenti felici, di là della felicità e del dolore, egli realizzò il vero Principio della Divinità.

Riconoscendo tale eterna Verità e non permettendo all’intelletto di vacillare, si ottiene una mente stabile. L’intelletto è oltre la mente; se l’intelletto è puro, anche la mente acquisirà purezza.

Dovete praticare questo genere di disciplina spirituale e non semplicemente la meditazione, la ripetizione del Nome di Dio, o un regime di vita austero. Nessuna di queste pratiche è importante. La purezza della mente porta con sé l’acquisizione della saggezza. Solo quando conseguirete la saggezza, la mente cesserà di vacillare; Dharmaja aveva raggiunto tale stato di stabilità mentale.

Ci sono innumerevoli tipi di devoti al mondo; alcuni si deprimono nelle difficoltà, altri si esaltano nella gioia, ma indipendentemente dalla loro devozione, quando incontrano delle difficoltà, tutti si sentono depressi.

Dovete sviluppare questa Divina equanimità. Qualsiasi cosa facciate, qualsiasi cosa succeda, dovete comprendere la Verità che tutto avviene esclusivamente nell’ambito dell’esistenza dell’Âtma, del Sé.

Piena consapevolezza del Sé

Anche il più piccolo lavoro viene svolto solo grazie al Principio Divino, perciò la fede nella conoscenza del Sé deve essere incrollabile; solo così potrete capire la vera natura del Sé. Âtma Tattvam, il Principio Divino è Chaitanya Shakti, Potere della Consapevolezza. Dov’è Chaitanya? Che cosa è la Consapevolezza? È forse il “sapere”? No, no! Essa è comprensione piena e totale.

Qui c’è un fazzoletto. Se il fazzoletto è piegato, voi affermate che è un pezzo di stoffa. Solo se è aperto e lo vedete nella sua forma completa, vi sarà possibile stabilire se si tratti di un fazzoletto o di un pezzo di stoffa. Oggi l’uomo non possiede uno stato di completezza, di totale comprensione; infatti, non avendo fede costante e completa, non può ottenere piena saggezza. Egli continua ad andare su e giù, su e giù; così tira avanti fra alti e bassi. Questa non è la caratteristica propria di un devoto.

Non è egoistico desiderare la liberazione individuale? Non è forse egoista chi chiede: “Dio, dammi la liberazione!” E’ egli forse l’unica creatura di Dio? Tutti sono i Suoi riflessi, non è vero? Dio è l’oggetto e la creazione è il suo riflesso. Tutto è riflesso, reazione e risonanza. Dovete sentire l’unità in tutti gli esseri viventi.

Tuttavia, a causa della sua instabilità mentale, l’uomo desidera solo ciò che torna a suo vantaggio. Egli si deve sforzare di sviluppare l’equanimità della mente che è una sua qualità naturale ed intrinseca, non è qualcosa di esterno a lui, o che gli perviene successivamente.

Perdita della purezza

La stabilità mentale è un’importante meta per l’uomo. Collezionando, però, ogni sorta di pensieri e preoccupazioni, con la mente tesa verso una miriade d’oggetti, riempiendola di desideri senza fine, egli gradualmente cade in confusione.

Di che colore è questo fazzoletto? Il suo colore è bianco, immacolato. Questo è il suo stato naturale. Poi usandolo per una cosa o per l’altra, si sporca e si macchia; quindi si rovina ed anche il suo colore cambia. Per quale motivo cambia colore? Per il modo di usarlo e la polvere che vi si accumula. Allora, qual è la causa principale della sua perdita di valore?

Quando l’uomo nasce, ha un cuore senza macchia, puro e splendente come l’oro. Tuttavia crescendo, gradualmente all’oro viene aggiunto del rame. Questo e quel desiderio rappresentano il rame incorporato. Dopo un po’ di tempo vi viene unito anche dell’ottone. Un po’ più tardi vi si mescola anche dell’argento.

Procedendo in tal modo, che cosa accade dopo aver aggiunto tutte queste impurità? Il prezzo dell’oro si riduce, perché non è più puro ed anche il suo valore ne rimane compromesso, come pure la lucentezza.

Analogamente, in ogni essere umano il Principio Divino esiste nella sua forma eterna, pura ed immacolata. Tuttavia, quando egli aggiunge il rame dell’illusoria esistenza mondana, il colore cambia. Poi assomma l’ottone del lavoro ed il colore cambia ulteriormente. Alla fine, quando sorge il desiderio dei figli, il metallo si trasforma completamente in ottone. Chi ne riduce il valore in tal modo? Chi ne riduce la lucentezza? L’uomo stesso.

Sviluppate i Valori Umani

Il valore dell’uomo si sta riducendo in tutti i modi; può definirsi pure umano, ma in lui non si vede traccia dei valori umani, i quali invece sono nati proprio con l’uomo stesso; essi non provengono da qualche luogo, né sono stati aggiunti successivamente. Si sta dimenticando l’importanza dell’umanità e dei valori umani; ma non solo questo, a causa delle sue cattive qualità, l’uomo intrattiene illimitati desideri.

Nella Verità pura ed immacolata s’insinua la falsità. Ovunque si metta piede, si trova soltanto immoralità ed ingiustizia. Ovunque si posi l’occhio, la visione diventa imperfetta. Tutti i pensieri sono perversi. L’uomo sta rovinando la santità della vita e ne deturpa la purezza. Anche se i valori umani sono presenti in lui, non riesce a capirne il pregio. Essendo nato uomo, senza valori umani, come può definirsi tale?

Unità di pensiero, parola ed azione

Non c’è unità fra i sentimenti provati, le parole pronunciate e le azioni compiute. Qualsiasi cosa sia pensata o detta, l’uomo è poi incapace di metterla in atto. La mente va in una direzione, i pensieri in un’altra, l’azione in un’altra ancora.

Gli uomini malvagi hanno
discordanza di pensiero, parola ed azione.
I Mahâtma, Grandi Anime, hanno identità
di pensiero, parola ed azione.
(Versi Sanscriti)

L’uomo, che dovrebbe essere sempre una Grande Anima, a causa del suo compor-tamento scorretto e della sua cattiva condotta, sta diventando un malvagio. Non sta usando appropriatamente la sacralità insita in ogni essere umano. Se purificate i vostri sentimenti, tutto il mondo diverrà sacro. Non ci sono impurità o difetti nel mondo. Molte persone si lamentano con me: “Swami, il mondo cambia in continuazione e la malvagità aumenta di giorno in giorno. Quando ci sarà un miglioramento?”.

Il male non è in aumento, né diminuisce, né arriva da qualche luogo lontano: esso è dentro di voi; ma se andate avanti ad argomentare e a dibattere in tal modo, andrete in rovina.

Ecco un piccolo esempio. Il nostro Raman Rao mi ha fatto una richiesta: “Swami! Nei Tuoi discorsi raccontaci ogni tanto gli episodi della Tua infanzia, o della Tua vita di tutti i giorni. Ciò ci procura gran gioia!”

Il male segue il bene come un’ombra. Se non ci fosse il male, il bene non potrebbe risplendere, e non sarebbe possibile riconoscerlo.

Gioia e dolore coesistono sempre. Nessuno può separarli.
La felicità non esiste da sola.
Le difficoltà fruttificano nel piacere.
(Poesia Telugu)

La felicità non appare, e l’infelicità non svanisce. Il piacere non arriva, ed il dolore non parte. Essi sono solo conseguenze dovute alla vostra condotta ed al vostro comportamento.

L’uomo moderno soggiace agli effetti della natura e perde, quindi, le sue innate qualità essenziali. Ci sono molte cose brutte, che capitano alla gente buona; e molte cose buone, che succedono alla gente cattiva. Nessuno può stabilire cosa sia bene o male.

La sfida di un Hatha Yogi

Trent’anni fa diffondevo regolarmente gli insegnamenti spirituali e solevo recarmi a Bombay quattro volte l’anno. Molte cose inutili erano in aumento a Bombay, ma anche le Istituzioni Sai si erano moltiplicate. Il nome di Sathya Sai si vedeva e si udiva ovunque ed aveva gran risonanza.

Un certo Hatha Yogi, tale L.S. Rao, lanciò un giorno una sfida contro Sathya Sai e la fece comparire a lettere cubitali sulla prima pagina di un importante giornale Indù, l’Andhra Prabha.

Sia la gente Telugu, sia gli Inglesi, tutti lessero quell’articolo; molti si arrabbiarono e ci rimasero veramente male. Tanta gente corse qui per chiedermi: “Swami, davanti ad una simile sfida, come puoi stare così tranquillo?”

Io risposi: “Oh folli! La sfida è soltanto sua, non è mia! Perché mai correre ed agitarsi per simile cosa? Ciò è segno di gran debolezza. Non si deve, quindi, dargli alcuna risposta”.

Ma loro replicarono: “Gliela daremo noi!” – Raman Rao disse: “Gliela darò io!” Ognuno di loro fece così.

Da Bombay mi recai a Madras. A Madras Venkatagiri Maharaj Garu, rispettato sovrano di Venkatagiri, era furibondo. “Swami, chi è questo malvagio? Vuole far uso dell’immagine di Swami per guadagnarsi da vivere”. Infatti, per desiderio di denaro tutti inseguono questa direzione. Quindi, anch’egli asserì: “Gli risponderò io!”.

Io osservai: “Raja, tu non devi immischiarti in cose di questo genere”.

Invece, tenne fede alle sue parole, e una settimana dopo convocò un’enorme assemblea ad Abbotsberry. Chiamò Swami Ranganathananda, capo di Ramakrishna Math; poi Suddhananda, Buddhananda, insomma tutti gli “…Ananda” erano presenti.

Persino Satchitananda e Brahmananda arrivarono da Rishikesh. Tutti parlarono durante l’incontro, ripetendo che si trattava soltanto della mentalità distorta di una persona invidiosa.

Nella sua sfida, quell’uomo dichiarò che avrebbe ingoiato un pesce vivo, dei pezzi di vetro, e che avrebbe inghiottito varie cose del genere. Non solo questo, egli aggiunse: “Camminerò anche sull’acqua. Fate venire qua Sai Baba e vediamo se riesce a fare tutto ciò”. Con queste parole lanciò la sua sfida.

Io dissi: “Evidentemente vuole mangiare del pesce e gli piace ingoiare dell’acido; ma Io non faccio cose del genere, non ho nulla a che fare con tutto ciò!” Perciò rimasi tranquillo.

Al grande incontro di quel giorno il Raja Garu cominciò a parlare; egli sa l’inglese molto bene e se s’arrabbia, nessuno gli può star dietro. Swami gli è più caro dei cinque soffi vitali che donano vita all’uomo; infatti, il Raja ama Swami moltissimo.

Il Raja Garu parlò e disse diverse cose. Io ero proprio accanto a lui, gli tenevo la mano e cercavo di tirarlo giù a sedere.

Poi Mi esortò: “Non importa quale, ma dai una risposta qualsiasi”. Io dissi: “L’uguaglianza è essenziale sia nell’amicizia, sia nella lotta. Quindi, fra due ci deve essere uguaglianza. E’ forse bene essere amici o combattere, se uno si trova in alto ed uno in basso? Non c’è equilibrio. Per rispondere alla sua sfida, quell’uomo dovrebbe trovarsi in una posizione di opportuno equilibrio con Me. Tuttavia, se uno ha a che fare con coloro che vagano nei bazar, Io non voglio immischiarmi in cose del genere”.

Alla riunione, uno dei convenuti, che si chiamava Mahânanda Swami, fece una domanda. Io gli risposi così: “Mio caro, la mucca mangia l’erba, il maiale mangia escrementi e l’uomo mangia il riso. Se un uomo che mangia riso va da un altro che mangia riso, e lo sfida: ”Mangerai quanto me?” la sfida sarà alla pari. Ma se uno che mangia escrementi come un maiale viene da Me e Mi sfida, come posso accettare?” Se dice: “Io sto mangiando, ce la fai a mangiare quanto me?” Io non raccolgo una sfida di quel genere.

Queste due risposte deliziarono i convenuti al raduno. Io aggiunsi: “Egli è come un maiale. Uno come un maiale mangia escrementi. Se dovessi mangiare quel che mangia lui, come potrei? La mente contraddistingue l’uomo; anche il cibo lo contraddistingue; gli escrementi contraddistinguono il maiale; l’erba contraddistingue la mucca. Di qualunque cibo si nutra, quello che gli è proprio, lo soddisfa. Perciò, non voglio aver nulla a che fare con tutto questo!”

Il giorno dopo tutto rimase tranquillo. Una settimana più tardi, l’Hatha Yogi si recò a Bangalore e andò a Brindavan. Io non ero a Brindavan in quel periodo, mi trovavo a Nandan Vanam (Ooty). Venne poi da Me e disse: “Ti chiedo di perdonarmi per quello che ho fatto”.

Gli risposi: “Non voglio che tu chieda perdono o che sia triste. Tu hai fatto ciò che ti ha dettato la tua mente. Il Dharma più importante per l’uomo è riconoscere e praticare la verità. La verità è la meta cui l’uomo deve aspirare. Segui, quindi, il sentiero della Verità”.

Fallimento dello spettacolo

Tre giorni dopo lo yogi tentò di camminare sull’acqua. La gente comprò biglietti a caro prezzo: 1000 Rupie, 2000 Rupie. Questa gente di Bombay ha un sacco di soldi, un biglietto per 1000 Rupie! Io dissi: “Perché sciupate i soldi? Il cattivo uso del denaro è male; poi in ogni caso fallirà. State solo sciupando il vostro denaro”.

Bene, ci andarono tutti. I devoti Sai erano in attesa al cancello. Migliaia di persone erano in attesa con dei bastoni in mano. Tutti pensavano: “Vediamo come va a finire. Se non ce la fa, lo prendiamo e l’ammazziamo”. Spedii immediatamente un telegramma, avvertendo che nessuno doveva rimanere coinvolto in questa faccenda.

Lo yogi fece un passo in acqua e sprofondò. Quando la polizia intervenne per portarlo fuori, lo fece a proprio rischio, perché la situazione divenne estremamente pericolosa. Presero molte precauzioni, lo nascosero in un furgone e riuscirono a riportarlo a casa passando da un’uscita secondaria.

E’ solo per denaro che si compiono queste cose folli. Molti ritengono che se inscenano qualcosa contro una persona famosa, ne ricaveranno dei vantaggi. Innumerevoli opere, buone e cattive, sono intraprese nel mondo, utilizzando il nome di Sai; e tutto per amore del denaro.

Ci sono numerosi esempi di un simile comportamento perverso in ogni epoca. Ai tempi di Krishna, quando Egli compiva imprese grandiose, ci fu uno che si travestì da Krishna. Si faceva anche chiamare Krishna, e diceva (al vero Krishna): “Tu non sei Krishna. Krishna sono io.”

Seguite la Verità

Quante cose sono successe! Lo stesso capitò ai tempi dell’Avatâr Râma. Menti malvagie si sviluppano in coloro che sono gelosi. Nessuno di voi dovrebbe soccombere ad una mente del genere. Dovete praticare la Verità, seguire la Verità. Non c’è Dharma superiore alla Verità, nulla è più grande della Verità. Nessuno la può prevaricare. Nessuno la può sconfiggere. La mia è Verità, Verità, Verità.

Non importa quello che succede, a nessuno è possibile smuovere la Verità. Stiamo percorrendo il sentiero della Verità. Seguiamo il sentiero della retta condotta, del Dharma. Viviamo con amore. Agiamo in pace.

Chi può combattere contro la Verità, contro il Dharma, la Pace e l’Amore? Ci sarà forse qualcuno che vorrà combattere? Se venite nella Verità, combatterò. Venite in nome dell’Amore, e combatterò. Venite in pace, e combatterò. Se non possedete questi quattro valori, com’è possibile combattere con Me?

Il malvagio segue sempre i Grandi

Gli Avatâr sperimentano situazioni simili d’era in era. Solo davanti a tali contraddizioni, può risplendere la purezza. Una casa buia viene illuminata persino da una luce fioca; mentre con una luce sfavillante, non serve a nulla avere una debole luce. È naturale che grandi Mahâtma (Anime nobili – generalmente riferito alla realizzazione spirituale), o Mahanubhavas (grandi uomini), o Avatâr (Incarnazioni Divine) siano seguiti in ogni epoca da lode e biasimo, accettazione e rifiuto. Non dobbiamo tenerne conto. Non dobbiamo cambiare il nostro comportamento. Dobbiamo continuare a seguire stabilmente il sentiero della Verità.

Seguite il sentiero della Verità; siate vigili che il sentiero della retta condotta non venga abbandonato; sopportate tutto con pace; abbracciate tutto con il vostro amore. Ecco l’obiettivo più importante, queste sono qualità Divine. Quando esistono Divine qualità, non si devono temere le qualità demoniache.

Râma era Dio. Râvana era un demone. La forza di Râma era grande, enorme. Râvana lanciò innumerevoli insulti contro Râma, ma Egli non se ne curò. Lakshmana si arrabbiò. Cercò in tutti i modi di combattere contro Râvana. Râma gli disse: “Lakshmana! Stai calmo! Stai calmo! Questo comportamento è del tutto naturale per lui. Lascia che i suoi sentimenti malvagi vengano fuori”.

Anche ai tempi di Krishna, quante volte Krishna andò da Jarâsandha! Ed ogni volta faceva ritorno, correndo. Fu fatta gran pubblicità e la gente mormorava: “Krishna scappa, è stato sconfitto”. Si chiedevano: “Perché Krishna non combatte contro di lui?” Ma Krishna sapeva bene perché. Jarâsandha era pieno di rabbia. Dopo ogni attacco diventava ancor più furibondo Così la sua collera cresceva sempre più, finché alla fine divenne molto debole. E quando Jarâsandha fu così debole, Krishna immediatamente lo uccise. Per questo Krishna disse: “Solo quello fu la sua rovina, io non c’entro”.

Al mondo esistono diverse mentalità e tipi di comportamento; ma voi non dovete confrontarvi. Dovete trascurare tutto ciò. State solo attenti a non abbandonare mai il sentiero della verità. Mettete in pratica le parole di Swami, in questo caso nessuno potrà sollevare obiezioni e voi riuscirete vittoriosi in ogni campo.

Ayudha Puja

Oggi è Ashtamî, è la festività di Ayudha-Pûjâ. Qual è il significato di Ayudha-Pûjâ? Dopo che Châmundeshvari uccise Mahishâsura, il demone Mahisha ed altri demoni, le sue armi non erano più necessarie, poiché essi erano stati eliminati. Pertanto tali armi vennero conservate e diventarono oggetto di adorazione. Infatti, d’allora fino ad oggi si celebra Ayudha-Pûjâ.

Perché mai dovremmo avere delle armi? Le nostre armi sono la Verità, la Rettitudine, la Pace e l’Amore. L’Amore è l’arma più grande. L’amore è più potente di una bomba atomica o di una bomba all’idrogeno. Sapendo di avere in noi un potere così immensamente sacro, perché ci preoccupiamo di cose così piccole? Nessuno dovrebbe preoccuparsene. In quest’esistenza, dovete affrontare la vita con coraggio.

Abbiate vestiti puliti

Studenti! Comportatevi in maniera retta. Abbiate una visione sacra. L’ho già detto a tutti voi: dovete indossare vestiti puliti. Il bianco è la base della pulizia. Esso simboleggia la purezza. Non appena una minima macchia di sporco vi si deposita, si nota subito.

Se indossate un vestito bianco e c’è una piccolissima macchia di sporco, ve lo dovete cambiare, affinché gli altri non la vedano e dovete mettervi un altro abito. Oppure dovete lavarlo, asciugarlo e poi rimettervelo. Il vestito che indossate, deve essere pulito, in modo che chi vi veda possa pensare: “È un ragazzo della scuola Sathya Sai”.

La scrittura sulla fronte

A proposito della scrittura di Dio, si afferma che sulla fronte siano scritte alcune righe:

Ciò che è scritto in fronte non si può cambiare.
(Poesia Telugu)

Si dice che tutti abbiano qualcosa scritto in fronte. Brahmâ ve l’ha scritto. Si dice che, brutto o bello che sia, Egli lo scriva sulla fronte di ognuno.

Che cosa dobbiamo fare? Questa scritta sulla fronte è la scritta di Brahmâ e tutti la devono vedere!

Qualche persona malvagia coprirà le parole che vi sono scritte; ma è come coprirsi gli occhi con le mani. C’è invece chi si copre la fronte con i capelli. Ci può essere qualcuno peggiore al mondo? Perché voler coprire quelle parole? Forse che la scritta sparisce, solo perché viene coperta? Non sparirà. Quel che c’è, vi resterà.

Adesso è di moda avere questo tipo di pettinatura; infatti, si vedono molti ragazzi con la fronte coperta dai capelli; ma non si tratta soltanto di moda, è un’attitudine scorretta; non è una buona qualità, è una brutta caratteristica. Vedendolo gli altri penseranno: “È un tipaccio; è un teppista”. Il vostro vestito deve essere puro, pulito; deve essere lindo.

Alcuni si lasciano crescere le unghie. Perché farle crescere? Non siete dei Sannyâsin[5]! Né mangiate animali, così da aver bisogno di unghie lunghe per dilaniare la carne! Perché, dunque?

Indugiando in tali comportamenti, alcuni cambiano il proprio modo di vestire e si guadagnano una brutta reputazione. Non fatevi una cattiva fama con questi comportamenti! Non indossate abiti inadeguati!

Conducete la vostra vita, percorrendo il sacro sentiero. Che mala sorte, se un giorno qualcuno vi puntasse il dito contro, dicendo: “Eccone qui uno!”. Non seguite vie sbagliate, ma solo il sentiero sacro.

I responsabili degli ostelli devono essere vigili ed attenti sia qui, sia a Bangalore, od in altro luogo. Anche se vedono, si comportano da ciechi; se non sono determinati, i comportamenti sbagliati degli studenti peggioreranno ulteriormente. I responsabili devono seguire la retta via e bloccare sul nascere gli atteggiamenti errati. Devono dire agli studenti: “Se non vi va, potete andarvene dal nostro ostello”. Le regole e la disciplina dell’ostello devono essere messe ben in chiaro. Solamente se sviluppate oggi una tale condotta, sarete in grado di mostrare i sacri ideali.

Incarnazioni dell’Amore!

C’è Amore in voi, ma sta diventando amore mondano, amore fisico. Diventa amore secolare, amore temporaneo. Tutti gli ostacoli e le difficoltà che incontrate, ne sono la conseguenza. Dovete sviluppare Amore vero ed eterno. Solo allora nella vostra vita otterrete la beatitudine della Verità, beatitudine eterna e Amore puro.

(Bhagavan ha concluso il Discorso con il Bhajan “Prema Mudita Manasa Kaho Râma Râma Râm…”)

Prashânti Nilayam, 05 ottobre 2000

Dasara Sandesh

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