Maggio 1981
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
La luce e il calore
[1] Molti di voi potrebbero chiedersi: “Siamo venuti a Praśānti Ni-layam e stiamo qui da anni, ma Svāmī non ci parla e neppure ci guarda.” Per quale motivo? Le scintille che sprizzano fuori dal fuo-co cadono lontane e subito diventano cenere, polvere scura. Certa-mente, tutti sono essenzialmente l’ātma, il Sé divino, ma se si allon-tanano dalla consapevolezza di quella Realtà, si riducono a essere cenere o polvere scura. È vero, siete a Praśānti Nilayam, ma i vostri pensieri vagano ovun-que. Se i vostri pensieri ruotano attorno al desiderio di ottenere praśānti, la Pace suprema, se le vostre azioni sono in accordo con la disciplina prescritta per conseguirla, se le vostre parole sono gentili, dolci e pregne di amore, voi potrete senza dubbio godere il calore di quel fuoco. Spesso, ammirando le colline che circondano Praśānti Nilayam, potete vedere specialmente in estate dei bagliori muoversi rapidi sulle loro cime a causa della vegetazione che prende fuoco. Voi potete vedere le luci da lontano ma non potete scaldarvi al loro tepore. Allo stesso modo, vi limitate a vedere Sai Baba ma non rica-vate la grazia che Egli è pronto a concedere perché non dedicate a Svāmī tutti i vostri pensieri, parole e azioni.
[2] Qualsiasi cosa stiate facendo, ovunque siate, fate in modo che il vostro operato sia ispirato da Svāmī e che Egli lo possa accettare. Io sono il ‘Destinatario’ di tutti i vostri sforzi e dei vostri tentativi. Ad esempio, l’esercito recluta lavandai per lavare e stirare uniformi e indumenti, ha sul libro paga barbieri e spazzini, e tutti lavorano negli accampamenti e si spostano con il personale militare. Pur es-sendo impegnati in lavori diversi, tuttavia devono sottostare ogni giorno all’addestramento e alle esercitazioni prescritte.Analogamente, qualcuno di voi può lavorare in un ufficio, in un negozio o in una tipografia, ma tutti devono impegnarsi nella disci-plina spirituale con devozione, regolarità e senso del dovere. Non pensate che il vostro ruolo sia inferiore e che quello di un altro sia superiore: non deprimetevi se avete una parte minore, e non inor-goglitevi se ne avete una importante. Date il meglio di voi stessi qualunque lavoro vi venga assegnato: questo è la modalità per me-ritare la grazia divina.Quando e in qual modo potete assicurarvi la grazia di Svāmī? Un’opportunità è quella di vedere la Sua forma, un’altra è di poter toccargli i piedi, e una terza è di scambiare con Lui qualche parola. Vi sono alcuni invece che non potranno beneficiarne. Perché? I loro ideali e i loro desideri potrebbero non essere appropriati, e se anche lo fossero, forse non li perseguono con gioia nella vita quotidiana. Nella mano ci sono cinque dita, se ogni dito puntasse verso una sua particolare direzione, come potrebbe la mano maneggiare un ogget-to? Se invece le dita si uniscono, le mani possono fare qualsiasi cosa. Analogamente, se alcuni di voi girano la testa alla vista di un altro e se dieci persone insistono a seguire dieci direzioni diverse, com’è possibile portare a termine un lavoro? Dovete essere vigili e attivi in ugual misura e collaborare fra di voi.
Perché mai dovete competere e litigare fra di voi? In questo mondo niente può durare a lungo. Il Buddha, che aveva riconosciuto cor-rettamente la verità, dichiarò: “Tutto è dolore, tutto è transitorio; tutte le cose non sono altro che fenomeni temporanei dotati di carat-teristiche effimere.” Perché vi lasciate affascinare in modo fatale da queste cose fugaci? Lottate per ottenere l’Eterno, l’Infinito, l’Universale. Un giorno do-vrete abbandonare il corpo che avete nutrito e accudito; per quanto tempo potrete aggrapparvi a quello che avete guadagnato e posse-duto con tanto orgoglio? I pensieri e i desideri futili conferiscono solo dolore, mentre i pensieri e i desideri sacri conferiscono la pace divina. Pertanto coltivate sentimenti e desideri buoni e benefici, state alla larga dalle cattive compagnie e dai pensieri malvagi. Realizzate il sacro proposito della vita attraverso pensieri e parole puri e ren-dendo servizio altruistico al vostro prossimo.
Praśānti Nilayam, maggio 1981