31 Agosto 1981 – La purezza è il vero valore

31 Agosto 1981 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La purezza è il vero valore

[1] La vita umana che è così preziosa dipende dal respiro, ma l’uo-mo è disposto persino a rinunciare alla vita pur di realizzare l’obiet-tivo che incanta e seduce la sua mente. Gli studenti quindi devono coltivare lo spirito di rinuncia; poiché ignorano questo loro dovere, sono immersi nella confusione e nel-l’irrequietezza, anche a causa delle condizioni deplorevoli in cui ri-versa il Paese. I giovani devono rendersi conto che il coraggio e la fiducia in sé stessi possono sorgere solo grazie alla consapevolezza della Divinità latente nell’uomo. Sono tre le qualità che distinguono l’uomo dagli animali: la solida-rietà, la compassione e la rinuncia, ma oggi una grave penuria ha inaridito tali sentimenti nel cuore umano, e questa tragica condi-zione genera inquietudine e disordine sia fra gli studenti sia fra gli insegnanti. Gli scioperi sono diventati avvenimenti ordinari e nella mente umana ha preso piede la convinzione che il denaro possa procurare ogni cosa, anche se accumulando la ricchezza è impossi-bile promuovere la pace e la sicurezza. I soldi possono acquistare cibo in abbondanza ma non l’appetito o la fame; possono comprare l’assistenza medica e i farmaci, ma non la salute e l’immunità dalle malattie; consentono di procurarsi collaboratori domestici, ma non possono comprare la buona volontà e lo zelo; assicurano le comodi-tà ma non la felicità, e non favoriscono affatto la formazione del ca-rattere e della moralità. È importante che sia gli insegnanti sia gli studenti comprendano ta-le verità, in quanto i primi modellano la nazione e i secondi la co-struiscono rendendola forte e sana. Solo pochi studenti s’impegna-no a condurre il Paese sulla via regale, e solo pochi insegnanti ten-gono vivi e mostrano agli altri i nobili ideali di amore e servizio. Gli insegnanti devono essere studenti a vita, impegnati non solo nello studio ma anche nella pratica. Solo una lampada accesa può accenderne altre. Come può un lume spento da lungo tempo accen-dere altri stoppini? Attualmente molti insegnanti si sentono scorag-giati e la fiamma del loro entusiasmo vacilla, per lo più a causa del dilagante aumento dei desideri; così, spesso trascurano la loro im-portante missione e i loro doveri. [2] Nessuno può vivere solo per sé stesso perché, in cerchi sempre più ampi, si lascia coinvolgere dai genitori, dai parenti, dagli amici, dai nemici, dalla società, dai conterranei e così via. I Buddisti proclamano: “Prendo rifugio nel Buddha, prendo rifugio nella società, prendo rifugio nel dharma (rettitudine).” La prima af-fermazione riguarda il rapporto con la realtà del proprio sé indivi-duale. L’individuo deve domandarsi se vive avendo una mente li-bera da pensieri e sentimenti inquinati. Buddha rappresenta l’intel-letto risvegliato; perciò dovete chiedervi se il vostro intelletto sia abbastanza acuto da saper discriminare con chiarezza. Persino un uomo fuori di senno chiede del cibo quando ha fame, ma il suo in-telletto è vigile solo in modo limitato. In realtà, l’intelletto umano deve servire a propositi ben più nobili.
La seconda affermazione è rifugiarsi nella società. Come l’uomo de-sidera possedere proprietà, benessere e felicità, e lavora per ottener-li, allo stesso modo deve ardere dal desiderio e lavorare per assicu-rare quelle stesse cose alla società alla quale appartiene. Infatti, sen-za la guida e la protezione della società, l’individuo si perde come una goccia d’olio su una grande distesa d’acqua. Il benessere indi-viduale si basa sul benessere della società, e il benessere di una de-terminata comunità è basato sul benessere del Paese. La terza affermazione è prendere rifugio nel dharma. Il dharma è la veste del Cosmo, è la vera essenza, ovvero l’Amore Divino. Quando si cerca rifugio nell’Amore che sostiene e dà impulso al progresso, l’uomo, la società e il mondo diventano una sublime Trinità. Se domandate qual è la cosa più preziosa, la gente risponderà: ‘I diamanti oppure l’oro.’ Certo, hanno un grande valore, ma chi ha conferito loro questo valore? Chi ha tagliato e lucidato il diamante grezzo? Chi ha scoperto la vena nella roccia nascosta sotto terra, l’ha frantumata e ridotta in polvere per poi setacciare i granelli d’oro? L’oro estratto e raffinato è diventato la base del commercio internazionale. Sia i diamanti sia l’oro sono solo cose materiali, ma è stato l’uomo a renderli preziosi. In verità, la cosa più preziosa sulla Terra è l’essere umano, ed egli si è reso conto della sua importanza e unicità, poiché ha dichiarato: jantūnām nara janma durlabham Di tutte le forme di vita, la nascita umana è la più rara da ottenere.Tuttavia, nonostante questa consapevolezza, egli profana sé stesso svilendosi per appagare piaceri futili e insignificanti. [3] Il valore dell’uomo sta nella sua capacità di purificare i pensieri, le parole e le azioni. I tre strumenti, la mente, la lingua e le mani, devono essere santificati per portare l’uomo a livelli superiori. La parola, anche se è corta e sembra un semplice suono, ha in sé la po-tenza di una bomba atomica. Se una parola gioiosa è detta a una persona in preda alla disperazione può infonderle una forza straor-dinaria, mentre parole di sconforto dette a un individuo pur forte e felice possono farlo crollare sopraffatto dal dolore. Le parole posso-no conferire forza o sottrarla, possono conquistare degli amici o tra-sformarli in nemici, possono nobilitare o degradare l’individuo. Dovete imparare a parlare in modo dolce, amabile e gradevole: ri-cordate che una persona è giudicata dalle sue parole. C’è poi un al-tro tipo di danno che le parole possono arrecare: quando parlate degli altri in modo spregiativo, diffamatorio, sarcastico o astioso, quelle parole vengono registrate sul ‘nastro’ della vostra mente. Un discorso inciso su un nastro perdura anche dopo la morte di chi l’ha pronunciato. Analogamente, le impressioni e l’influenza lascia-te dai cattivi pensieri, dalle parole maligne e da macchinazioni mal-vagie sopravvivono alla vostra morte fisica. Pertanto non ascoltate mai, né tanto meno pronunciate parole di scherno, parole che scandalizzano o feriscono. La calunnia è un ve-ro e proprio peccato. Gli antichi veggenti hanno prescritto il silenzio come disciplina spirituale, e oggi sia gli studenti sia gli insegnanti possono trarne grandi benefici limitando il parlare allo stretto ne-cessario e usando la parola solamente per promuovere gioia e ar-monia. [4] Si possono elencare in tutto 50, 60, 70, 80 valori umani, i quali possono essere meglio raggruppati in tre categorie: la purezza dei pensieri, delle parole e delle azioni; i pensieri, le parole e le azioni devono essere perfettamente coerenti e in armonia fra loro. Se leggete solo porcherie, la vostra consapevolezza (cit) verrà con-taminata e il vostro essere (sat) ne sarà deturpato. Come può quindi rivelarsi a voi la Verità? Oggi molti sembrano troppo codardi anche solo per pronunciare la parola ‘Dio o Sé’; gridano e parlano a lungo di argomenti irrilevanti e indecenti, e non si riesce a capire perché abbiano tanta paura a pronunciare la parola Dio; si sentono liberi di dire il falso ma si ritraggono di fronte alla Verità. Quando la Divinità non è presente, tutto è demoniaco. Gli inse-gnanti e gli studenti devono avere fede in Dio e con coraggio invo-carlo e pregarlo: ciò eliminerà la malvagità che li circonda. Ovvia-mente, l’esitazione a invocare Dio è solo superficiale; infatti durante gli esami tutti gli studenti pregano l’Onnipotente e, quando succede una catastrofe, si subisce un lutto o un familiare è gravemente mala-to e in pericolo di vita, la gente prega Dio. E allora, perché cedere al falso orgoglio rifiutando di riconoscere il Signore? Questa è pura e semplice ipocrisia. Un’altra caratteristica dell’intelligentia del nostro Paese è l’orgoglio; infatti, gli intellettuali si muovono indossando la corona della pre-sunzione. L’orgoglio è il muro che cela il Sé al non-sé, è il sipario che li divide, che separa la Verità dalla non verità. Un simile ostaco-lo deve essere rimosso per poter realizzare l’unità e affinché Dio si manifesti. Poiché molti studenti possiedono prestanza fisica, ampie risorse economiche e buoni risultati scolastici, cadono vittime della peste dell’orgoglio, ma essi devono essere tanto vigili e pronti da sradicarla tempestivamente. [5] Una volta, un discepolo domandò a Socrate: “Maestro, Dio ha concesso all’uomo cent’anni, ma egli raramente vive così a lungo. Di questi, ne spende venticinque tra l’infanzia, la fanciullezza e la gioventù, occupato in passatempi insignificanti; per altri venticin-que è coinvolto dai legami familiari e sociali, per ulteriori venticin-que è impegnato ad assegnare e a distribuire ai figli le sue proprie-tà. Se poi supera i settantacinque anni, è tormentato dalle malattie o dal dolore della perdita di un figlio o di una figlia! Egli non ha tem-po per pensare a Dio, perciò sarebbe bene che gli fosse concesso un ulteriore periodo di venticinque anni per poter meditare su di Lui.” Socrate rispose con un’affermazione altrettanto triste: “Figlio, Dio ci ha donato una vasta dimora chiamata Terra, ma di questa, i tre quarti sono acqua, e l’altro quarto è costituito prevalentemente dal-le montagne, dai deserti, dai laghi e dalle foreste. Io non so proprio dove andare a vivere!” – si lamentò. Il discepolo allora lo consolò dicendo: “Ma se milioni di persone riescono a vivere sulla Terra, anche voi potrete assicurarvi un posto” – e Socrate a sua volta rispo-se: “Figlio mio, se nella tua mente possono albergare milioni di pen-sieri, riuscirai sicuramente a trovare un po’ di posto anche per i pensieri su Dio.” Solo gli indolenti si lamentano della mancanza di tempo per medi-tare sul Signore. Struggetevi dal desiderio e troverete la via: pregate e otterrete la grazia! [6] Il valore da trasmettere ai giovani è la discriminazione tra le cose passeggere e quelle eterne, tra quelle futili e quelle preziose. Non dite agli studenti che il mondo è illusorio (mithyā1) perché, finché vi trovate qui, esso è reale, intensamente reale. Lasciate pure che la gente viva provando un profondo interesse per l’esistenza. Per preparare un pranzo che si consuma in pochi minuti v’impe-gnate molto per renderlo saporito e prelibato; allora, a maggior ra-gione, non dovreste cercare di rendere gustosa una vita che dura lunghi decenni? Che cosa dà gusto alla vita? I buoni pensieri, le abitudini oneste, le virtù, le buone azioni: ecco gli elementi che donano attrattiva e piacere alla vita. Non andate a casa per poi adagiarvi pigramente su una poltrona con la testa piena d’orgoglio perché siete un insegnante o uno stu-dente; condividete con gioia il lavoro di vostra madre o di vostro padre: ciò renderà la vostra esistenza utile e gioiosa. Sia gli insegnanti sia gli studenti devono impegnarsi senza sosta in lavori utili perché la mente, se lasciata inoperosa, vagabonda in aree in cui albergano pensieri malsani. I genitori che danno ai figli tutto il denaro che chiedono, comprano loro tutti gli abiti che desiderano, regalano loro moto e automobili per andarsene in giro e permettono ai figli di rincorrere e soddisfare ogni desiderio, li portano alla rovi-na. Gli insegnanti devono incontrare i genitori dei loro alunni almeno una volta al mese, e avvertirli delle spiacevoli conseguenze che do-vranno affrontare se viziano troppo i figli; gli insegnanti devono in-fondere negli allievi l’amore per la Madrepatria, spronarli a fare servizio sociale e ad apprezzare uno stile di vita semplice. [7] Oggi molte industrie organizzano diversi seminari, per la mag-gior parte inutili, spendendo ogni volta centinaia di migliaia di Ru-pie, tanto che sono diventate attività molto fiorenti. Ma questo se-minario non fa parte di quella categoria; qui, ogni momento viene utilizzato in modo accorto, come si userebbe una goccia di sangue. In molti seminari accade che i relatori invitati a intervenire non si presentino perché vanno in giro con le famiglie a visitare i luoghi turistici. Invece, i relatori che sono intervenuti qui amano gli argo-menti che devono trattare e hanno contribuito con entusiasmo ai dibattiti, modellando le linee di pensiero e aiutando a formulare correttamente le idee. Tutti hanno partecipato spinti dall’amore, sostenendo personalmente le loro spese, mentre molti altri sono di-spiaciuti di non aver potuto condividere tale gioiosa esperienza. Benedico i membri del ‘Regno di Sathya Sai’ per aver organizzato l’attuale seminario e per aver offerto con tanto amore i loro servigi a tutti i partecipanti. Desidero quindi dare seguito con la massima ce-lerità alle raccomandazioni e ai suggerimenti emersi. Oggi stesso, nel giorno del commiato, vi annuncio che l’Istituto pro-fessionale proposto dal seminario sarà presto istituito. Io sono sem-pre pronto a realizzare qualunque cosa che favorisca la gioia degli studenti, perché essi sono il mio vero patrimonio. Io vi accetto come Mia proprietà: con questa convinzione potrete raggiungere grandi successi. Portate avanti i vostri doveri, sia come insegnanti sia come studenti, con spirito di dedizione all’amore e al servizio, e siate un luminoso esempio per il Paese e per il mondo intero.

Auditorio Sathya Sai, 31.08.1981