25 Dicembre 1985 – La Verità di tutte le fedi

25 Dicembre 1985

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La Verità di tutte le fedi

[1] Tutte le religioni e le sacre Scritture, tutti gli insegnamenti spirituali
puntano verso una sola verità: l’Unità della Divinità. Potete
professare qualsiasi fede desideriate, ma non denigrate la religione
degli altri perché in tal caso la vostra devozione sarebbe una farsa.
La divulgazione a cui si dedicano alcuni promotori della Cristianità,
che disprezzano le altre fedi, getta il discredito sulla personalità di
Gesù.
Oh uomo! Per mezzo delle buone azioni e del sacrificio
alimenta il sentimento d’amore, liberati delle cattive qualità,
e conduci una vita degna!
Incarnazioni d’Amore!
Al mondo non c’è nulla di più prezioso del tempo, perciò non sprecate
nemmeno un minuto. Oggi gli uomini tendono a sprecare il
tempo in occupazioni egoistiche, invece di dedicarlo al servizio disinteressato;
sono desiderosi di ricevere l’aiuto degli altri, ma non
vogliono ricambiare il servizio ricevuto.
Ci sono due tipi di esseri umani: i degradati e i nobili. I primi cercano
di ottenere qualcosa dagli altri e, non solo si dimenticano di ripagare
il debito, ma cercano persino di far del male a chi li ha aiutati.
I nobili invece hanno la tendenza innata ad aiutare il prossimo; se
danno la loro parola, cercheranno di onorarla nonostante le difficoltà
e gli ostacoli: non verranno mai meno alle loro promesse, incuranti
di quello che gli altri possono dire o fare.
[2] La cultura indiana sottolinea l’importanza dei quattro obiettivi
dell’esistenza umana: dharma, artha, kāma e mokṣa, e ritiene che la vita
sia un viaggio verso il Divino, destinata a conseguire mokṣa, la liberazione.
Ma come può l’uomo coltivare il desiderio della liberazione
se è immerso nella ricerca di ricchezza e di piaceri sensuali, e
se non fa alcun tentativo di scoprire la sua vera natura e il suo vero
destino?
Avendo dimenticato le grandi verità trasmesse dai saggi e veggenti,
gli uomini conducono una vita priva di significato, inconsapevoli
della loro potenzialità di divenire il Divino stesso.
Per esempio, si usa fare il semplice gesto di unire le mani in segno
di saluto offrendo il namaskāra, l’atto di prostrarsi con riverenza.
Qual è il significato interiore di tale gesto? Innanzi tutto, congiungere
le mani è una dimostrazione di unità che include in sé tutta la
molteplicità, inoltre significa offrire al Signore i cinque organi di
senso e i cinque organi d’azione, quale atto di abbandono e resa totale.
I Musulmani usano il termine salām come forma di saluto. Che cosa
significa? ‘Sa’ si riferisce a sat1, il Signore che è l’espressione di verità,
consapevolezza e beatitudine; ‘la’ sta per layam, fusione o unione.
Quindi salām significa unirsi al Supremo che è anche la manife-
stazione della verità e beatitudine. Anche i Cristiani hanno espressioni
simili per indicare la loro sottomissione al Divino.
[3] Tutte le fedi hanno messo in risalto un fattore comune: c’è un
unico Dio e la verità è la Sua forma. Secondo questo concetto fondamentale
non esistono differenze tra gli Indù, i Musulmani e i Cristiani.
Tutte le religioni, le sacre Scritture e tutti gli insegnamenti
spirituali puntano a una sola verità: l’unità della Divinità. Ma invece
di realizzarlo, l’uomo si perde e percorre strade sbagliate.
Gesù sacrificò la propria vita per la rigenerazione spirituale e il bene
dell’umanità. Oggi molti ingigantiscono le cosiddette ‘differenze’
tra le varie fedi e le sfruttano per i loro scopi egoistici, rovinando
così la reputazione dei grandi fondatori, che erano veri giganti spirituali.
Nessun Profeta o Messia ha mai chiesto ai propri seguaci di
odiare le altre religioni o i seguaci delle altre fedi. Ogni religione ha
dichiarato che Dio è Uno e che il Divino dimora in ogni essere. Anche
Gesù ha proclamato la medesima verità che l’unico Spirito risiede
in tutti gli esseri.
Mentre Gesù stava parlando agli Ebrei, una voce eterea dichiarò:
‘Mio caro figlio, tutti sono Uno, sii uguale verso tutti’. Quando Gesù
venne crocefisso, la stessa voce eterea annunciò che il corpo
umano non è che la veste dello Spirito. Il corpo è soggetto a un costante
mutamento, ma lo Spirito che vi dimora è immortale. Anche
il vedānta proclamò la medesima verità: ‘Il corpo è un tempio in cui
risiede lo Spirito Eterno quale Residente Interiore’. Il suo significato
profondo è che, ovunque andiate, lo Spirito Eterno rimane sempre
con voi, perciò considerate il corpo come il tempio dello Spirito e
tenete bene a mente che la Divinità è sempre in voi. Solo se realizzate
questa verità, potrete fare esperienza del Divino.
[4] La Divinità è Una e soltanto Una, sia nell’Induismo, nel Buddhismo,
Gianismo o Sikhismo, nella Cristianità e nell’Islam. Quelli che
hanno un grande amore per la loro religione si compiacciono di
immaginare che la loro religione sia superiore a quella degli altri.
Gli Indù considerano l’Induismo la religione più grande e sublime.
In che cosa consiste la sua grandezza? Se affermate che il Dio di tutte
le religioni è Uno, perché sostenete la superiorità dell’Induismo,
screditando le altre religioni? Volete forse dimostrare il vostro amore
per l’Induismo? Questo vale anche per coloro che professano il
Cristianesimo, i quali affermano: ‘Noi siamo cristiani e crediamo
nell’unica Divinità di Gesù, non c’è nessun altro divino Salvatore’.
Un individuo può anche asserire che Gesù sia divino, ma ha forse il
diritto di deridere le altre religioni? Non bisogna permettere a nessuna
religione di criticare le altre fedi, e quella che cerca pretesti e
disapprova le altre religioni non può essere definita tale: è solo una
forma di arroganza.
I grandi santi che venerarono Gesù Cristo, Rāma, Kṛṣṇa o Allah furono
ispirati dai loro profondi insegnamenti. Ma quanti seguaci vivono
oggi all’altezza di quelle discipline? Se gli insegnamenti del
fondatore di una religione non vengono seguiti, quella può essere
definita religione? Coloro che, in nome della religione, promuovono
i loro interessi egoistici ne disonorano il fondatore.
La prima cosa da imparare è che c’è un unico Dio. Gli uomini possono
essere differenti per forma, nome e colore, anche il loro Paese e
le loro circostanze storiche possono variare, ma Dio non ha differenze
simili, perciò non dovete criticare le altre religioni o deriderle.
Siete liberi di professare la fede che più vi aggrada, ma non denigrate
la fede degli altri: una devozione del genere sarebbe una farsa.
Nella Gītā, Śrī Kṛṣṇa afferma che l’assenza di sentimenti ostili verso
ogni essere è la caratteristica di un vero devoto, perciò rispettate il
Divino che è presente in tutte le creature:
adveṣṭā sarvabhūtānāṁ…… bhaktimān me priyo naraḥ
Chi non ha ostilità verso alcun essere…
quest’uomo mi è caro.
(Bhagavad Gītā 12.13 ÷ 19)
[5] È la particolarità dell’epoca attuale che una religione sia in competizione
con un’altra, e tutto ciò ha origine dall’intolleranza, dall’invidia
e da una presunzione piena di egoismo: questo non fa che
evidenziare la ristrettezza mentale dei seguaci, non certo dei fondatori.
Tutto il tormento che deriva da tali situazioni impedisce di
comprendere la propria religione, ma allo stesso tempo si continua
a condannare quella degli altri.
Nessuno deve permettersi di denigrare le Divinità o i fondatori delle
altre fedi perché tutti sono degni di venerazione. Affermare che
Gesù è grande, che Rāma o Kṛṣṇa sono inferiori o viceversa, è una
meschinità tipica di una mente ristretta. Una propaganda errata e
falsa è puerile e umiliante, non è certo indice di vera devozione, è
solo un segno di aberrazione mentale.
Siamo ben consapevoli del servizio disinteressato che gli uccelli, gli
animali e gli alberi rendono all’essere umano. Invece vediamo che
molti, a causa del loro egoismo, non solo sono ingrati verso la loro
comunità, i genitori e il guru, ma persino verso Dio! Costoro non otterranno
mai nulla di buono, perché non si rendono conto della verità
che afferma: ‘Come semini così raccogli’.
Se formulate pensieri buoni e fate delle buone azioni, questi si moltiplicheranno
proprio come fanno i buoni semi piantati in un campo
ben arato e concimato.
Se invece colmate il cuore di sentimenti malvagi, i pensieri negativi
si duplicheranno in molteplici modi, perciò sforzatevi continuamente
di coltivare il cuore seguendo regole e criteri corretti.
[6] Il karma yoga e jñāna yoga2 sono importanti per raggiungere questo
scopo, ma tali discipline non sono facili da praticare, mentre il
bhakti yoga, la via della devozione, è più semplice delle due precedenti.
In tal caso, il devoto gioisce della beatitudine che deriva dalla
continua contemplazione del Divino, tanto che neppure desidera
realizzare mokṣa, l’unione con il Divino. Devozione vuol dire rinunciare
a tutti gli altri desideri e dedicare a Dio tutte le azioni e i pensieri.
Offrire a Lui ogni azione è un atto di venerazione, perciò tutte
le azioni devono essere compiute come offerta a Dio.
Il corpo è stato descritto come il tempio di Dio, quindi abbiate la
ferma convinzione che Dio è in voi, accanto a voi, attorno a voi e
che è sempre con voi ovunque andiate. Se amate Dio con tale consapevolezza,
quell’amore vi conferirà la realizzazione del Sé.
Ci sono due forme di amore: una vi lega a Dio, l’altra vi lega al
mondo; la mente, che è responsabile di entrambi gli stati, è paragonabile
a una serratura. Se girate la chiave verso destra la serratura si
apre, se la girate verso sinistra si chiude. Il cuore è la chiave per
azionare la serratura della mente: se girate la chiave verso il mondo,
ne derivano gli attaccamenti e la relativa schiavitù.
Pertanto fate in modo che i desideri e l’odio non penetrino nella
mente, non covate rancore nei confronti di nessuno ed evitate la
compagnia dei malvagi. Se frequentate la compagnia delle persone
buone e virtuose potrete elevarvi, poiché le vostre cattive qualità
verranno diluite e stemperate grazie all’associazione con i buoni,
così come avviene per le acque di scarico quando entrano in mare.
[7] Nel Rāmāyaṇa vediamo che Vibhīṣaṇa (fratello di Rāvaṇa), grazie
all’associazione con Hanumān, venne trasformato in un devoto
del Signore. Invece la regina Kaikeyī, a causa dell’influenza della
sua serva, la maligna Mantharā, si macchiò d’infamia e provocò la
propria vedovanza, tanto che il suo nobile figlio Bharata si allontanò
da lei.
Nel Mahābhārata abbiamo l’esempio di Dharmarāja, il quale affrontò
molte difficoltà e umiliazioni poiché si lasciò attirare dal gioco
dei dadi, durante una breve associazione con i malvagi Kaurava. La
relazione con persone ignobili può provocare problemi interminabili,
perciò fate di tutto per evitare la compagnia dei malvagi; pagate,
invece, qualsiasi prezzo pur di acquisire la compagnia dei buoni,
che vi porterà più vicino a Dio.
La pratica spirituale vi rende cari al Signore e quando gli sarete cari
e vicini, allora diverrete Uno con Lui. Una volta realizzato Dio avrete
ottenuto tutto. Senza Dio qualsiasi cosa è priva di valore.
Molti sono devoti a Gesù, quindi è loro dovere glorificare il Suo
inestimabile messaggio. Il messaggio più significativo di Gesù è
stabilire ‘la pace in terra e la buona volontà tra gli uomini’. Senza la
pace, l’umanità non potrà progredire in campo materiale, spirituale
né morale.
[8] Nel tretā yuga (l’era dell’argento), Śrī Rāma discese per ristabilire
il regno di satya e dharma (verità e rettitudine). Nel dvāpara yuga (età
del bronzo), Śrī Kṛṣṇa discese con la missione di promuovere prema
e śānti (amore divino e pace).
Nel kali yuga (l’attuale era del ferro), lo scopo della Missione divina
comprende verità, rettitudine, pace e amore, perciò tali valori devono
essere i ‘principi guida’ della vostra vita; se li praticherete costantemente,
la non-violenza (ahiṁsā) ne emergerà spontaneamente.
Non è di alcuna utilità invocare il nome di Gesù o pregarlo se non
tenete conto del Suo messaggio più importante: ‘Dio è in tutti, non
offendete nessuno e non fate del male a nessuno’. Questo è il messaggio
fondamentale di Gesù.
Attualmente i promotori del Cristianesimo tendono a denigrare le
altre religioni e spendono molto denaro per diffonderlo; in ogni caso,
nessuno di voi deve partecipare a tali attività. Questo genere di
divulgazione crea un grave danno alla personalità di Gesù, che era
estremamente puro e sacro. Ignorare gli insegnamenti di Gesù e allo
stesso tempo dichiarare di amarlo non è amore. Voi dovete ricordare
sempre queste parole: ‘Dio è Uno, l’amore è Dio, vivete con amore’.
Nonostante le molteplici divisioni che attualmente esistono,
l’umanità può essere riunificata solo in tal modo.
Sforzatevi di assimilare gli insegnamenti di tutti i grandi veggenti e
profeti e non disprezzate nessuno; tutti hanno il diritto di cogliere
ciò che è buono, da qualsiasi fonte provenga. Le differenze di credo
e casta sono irrilevanti: c’è una sola casta, la casta dell’umanità; c’è
una sola religione, la religione dell’amore; c’è un solo linguaggio, il
linguaggio del cuore. C’è un solo Dio, Egli è Onnipresente.
[9] Non lasciate spazio alla propaganda che contrappone una religione
all’altra; invece tutte le diverse comunità della nazione devono
essere unite e l’umanità deve diventare un’unica famiglia. Allora
il mondo diverrà un paradiso, ma se permettete che le differenze
aumentino, la nazione andrà distrutta. Si afferma che le bombe
atomiche siano in grado di ridurre il mondo in cenere, ma coloro
che favoriscono l’odio e il fanatismo religioso provocano danni ben
più gravi, perché distruggono l’amore e la compassione presenti nel
cuore umano. Costoro stanno smembrando l’umanità intera, e non
vi è peccato peggiore di questo.
Oggi il mondo ha bisogno della forza redentrice e unificante dell’amore
in continua espansione, che abbraccia sempre più persone.
Abbandonate quindi le idee ristrette relative alla religione, alla nazione
o alla casta, sviluppate una visione ampia e coltivate la compagnia
dei buoni, così potrete elevare la vostra vita rendendola significativa
e soddisfacente.
Molti di voi sono giunti da Paesi lontani affrontando molte spese,
perciò dovete fare buon uso della vostra permanenza qui; frequentate
le buone compagnie, assimilate buoni pensieri, sviluppate sentimenti
di magnanimità e bontà verso tutti, prendendo a cuore le
sagge parole degli anziani e cercando di mettere in pratica almeno
alcuni dei loro insegnamenti. In caso contrario, sprecherete la vostra
vita e il vostro denaro. Auguro a tutti voi ogni bene e felicità!

Bṛndāvan, 25.12.1985