23 Novembre 1982 (Compleanno) – Il fine dell’educazione

23 Novembre 1982 (Compleanno) 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Il fine dell’educazione

I Principi sacri insegnati dai Veda perdono il loro valore quando insegnanti e allievi travisano e distorcono la verità eterna e, perseguendo la ricchezza, falsano i nobili propositi.

Incarnazioni dell’amore!

[1]Nelle scuole vediche dell’antica India gli studenti che avevanoterminato gli studi e s’accingevano a lasciare l’area sacra dell’eremi-taggio, venivano esortati a seguire certi ideali, attitudini e disciplinenella loro vita dal loro amorevole precettore che elargiva su di lorocopiose benedizioni. Attualmente, le convocazioni di commiato,durante le quali sono conferite le lauree agli studenti che hanno su-perato gli esami e si avventurano nel mondo, sono solo una miserasimulazione di quelle benedizioni e di quei saggi consigli.Il messaggio che comunicavano era nobilitante e degno d’essere messo in pratica nella vita quotidiana; ogni insegnamento era dolce come nettare e ogni consiglio era ricco d’ispirazione. Il tono e l’effet-to salutare di quei messaggi sono stati cancellati dal tempo e sono soltanto un sogno passato. Mentre venivano recitati i versi del śikṣā
valli (la sezione sull’educazione) della Taittirīya upaniṣad, gli stu-denti di quei tempi si sentivano estasiati e trasformati. Gli studenti d’oggi, invece, reagirebbero a quelle esortazioni con un senso di sorpresa ed estraneità, ma quel medesimo messaggio può fungere da faro di luce per guidare gli studenti moderni tormentati da ansia e preoccupazioni infinite a causa di desideri smisurati e di obiettivi effimeri. La caratteristica peculiare del processo educativo attuale è che la presunzione si gonfia a tal punto da assumere le proporzioni di una zucca mentre ciò che si è realmente appreso non è che un granello di senape. Gli studenti ambiscono a continui riconoscimenti, ma come dice un proverbio: ‘Si paga il prezzo di una cipolla e si pretende un melone gratis come extra.’ L’anello di congiunzione che esiste fra il posto di lavoro e la laurea deve essere sciolto definitivamente. Il fine del-l’educazione è di favorire l’eccellenza morale e spirituale. Gli studenti devono sviluppare l’intelligenza necessaria che permet-terà loro di purificare la mente e di contare sulle proprie capacità per rendere servizio al prossimo. Napoleone era solito affermare: “Abbiate le idee chiare e tutto il resto seguirà.” Una mente lucida e sicura può realizzare i compiti più ardui con facilità. [2] Gli studenti del passato avevano una vita semplice e pensieri elevati,’ ma quello che si verifica oggi è un livello di vita elevato e pensieri di basso contenuto. Un alto tenore di vita spinge gli stu-denti al guadagno e all’accumulo di denaro che è soggetto alla sva-lutazione e all’inflazione, mentre la ricchezza della conoscenza e del carattere ne è del tutto esente. Come si suol dire: ‘Il fuoco non li può bruciare, né le autorità confi-scare, le alluvioni non possono bagnarli né i ladri rubarli.’ Inoltre amici e parenti non possono rivendicare alcun diritto su conoscenza
e carattere. Se condividete questa speciale ricchezza con gli altri, essa non diminuirà, anzi aumenterà a ogni vostra condivisione. In-vece se accumulate ricchezze e denaro, sarete dissanguati da adula-tori che fingeranno di essere vostri amici. L’ateismo sta prendendo piede fra gli studenti in modo selvaggio; i giovani dimenticano e ignorano persino le qualità umane più elementari come conseguen-za di uno studio superficiale e negligente delle scienze naturali, fisi-che e spirituali. Gli scienziati dichiarano di credere solo in ciò che vedono, ma fino a che punto gli occhi sono affidabili? La mente, la gioia, il dolore, l’anima possono essere visti dagli occhi onde permettere all’uomo di crederci? Il fare esperienza è credere, non il vedere! Secondo gli scienziati, la Via Lattea ha miliardi di ammassi stellari, ma ben po-chi sono riusciti a vederli, eppure, quanti ci credono? Tutti quelli che ci credono li hanno visti? Analogamente, solo pochi hanno fatto esperienza di Dio dopo un’ardua disciplina fatta di negazioni e di asserzioni, e molti credo-no alle loro parole e le ritengono veritiere e genuine. [3] I Saggi veggenti che hanno visualizzato Dio narrano le loro esperienze, e alcuni accusano coloro che vi credono di avere una fe-de cieca; ma anche credere agli scienziati che affermano l’esistenza degli ammassi stellari nella Via Lattea è fede cieca! Abbiate fede in Dio e potrete farne esperienza; abbiate fede in voi stessi e avrete fe-de in Dio. Gli scienziati asseriscono che il cosmo è costituito da atomi. I Saggi veggenti proclamano che Dio è più minuscolo di un atomo e più vasto della cosa più vasta. Come l’acqua del mare produce cristalli di sale, così il Divino che tutto pervade si concretizza in diverse In-carnazioni (avatār); come un cristallo è composto da un insieme di atomi, così l’avatār è costituito da molteplici qualità divine. Le due
scienze, fisica e spirituale, non sono contrapposte, una è comple-mentare all’altra poiché la scienza relativa alla natura ha dei limiti insuperabili. La scienza può studiare solo il creato, mentre il Crea-tore è materia di studio della religione. Lo scienziato prende in esame l’albero che nasce sulla terra, mentre il santo indaga sulle sue radici. Un individuo non potrà aver successo nella sua ricerca spirituale finché non avrà reso la coscienza limpida e immacolata, ma ciò di-venterà possibile solo quando sarà consapevole della propria Real-tà, che è Dio. Sfortunatamente, nessuno cerca di infondere questa conoscenza nella tenera mente dei giovani. L’uomo è più prezioso di qualsiasi ricchezza esistente al mondo, in quanto ogni corpo umano è il tempio di Dio, l’Onnipotente. L’uomo deve fortificarsi e santificarsi affinché le nazioni e l’umanità possa-no prosperare. La conoscenza senza l’azione è inutile, mentre l’azione senza la conoscenza è pura stupidità! Il sistema educativo deve essere illuminato dalla spiritualità e dal discernimento. Invece oggi l’educazione promuove solo la bramosia per il potere egoistico e non insegna a usare i risultati ottenuti per svolgere il servizio sociale e per condividerli con gli altri in modo benefico.[4] Il criterio per valutare le virtù di un individuo è la sua propen-sione al sacrificio, alla rinuncia, al distacco. Io esorto spesso gli stu-denti a frequentare persone buone e virtuose affinché il prezioso aspetto divino che alberga in loro possa manifestarsi. Molti di loro sono umili, miti e rispettosi delle regole finché sono nell’ostello e nell’istituto, ma non appena s’inoltrano nel mondo riprendono le cattive abitudini e si rovinano. Ciò non deve accadere. Una volta che la verità è accettata come atto di fede, si deve dedicare la pro-
pria vita alla sua applicazione, altrimenti l’uomo si degrada a un livello inferiore a quello degli uccelli e delle bestie. Ecco i doveri che erano prescritti per gli studenti: ‘Dire la Verità, se-guire il dharma, considerare la madre e il padre come Dio, conside-rare l’insegnante come Dio e trattare l’ospite come Dio.’ Il neonato è generato e allevato dalla madre, il bambino è educato e mantenuto dal padre, il ragazzo è istruito e risvegliato spiritualmente dal guru, e all’adulto viene offerta l’opportunità di servire e di sacrificarsi per l’ospite. Queste quattro figure, ovvero la madre, il padre, l’insegnante e l’ospite, forgiano l’uomo, lo fanno risplendere e lo inducono a dif-fondere la luce. Gli studenti possono trascurare di onorare l’ospite e venerare l’insegnante come Dio, ma è veramente deplorevole se commettono il peccato di disonorare il padre e la madre. Studenti! Adottate dei mezzi efficaci con cui contenere l’ansia, le la-crime, le crudeltà e le menzogne che oggi affliggono il mondo. Fate rivivere gli antichi ideali della cultura e di una vita nobile con con-sapevolezza della Divinità. Risplendete nella luce della verità eter-na e nella pratica di quei valori che hanno superato l’esame del tempo; emanate luce con uno stile di vita sacro, adatto ai tempi. Siate pronti a rinunciare a quello che considerate prezioso, siate eroi impavidi. Oggi il mondo necessita di giovani colmi di amore uni-versale e di entusiasmo di servire, con emozioni ben disciplinate. [5] Esaminando la storia della nostra nazione, possiamo capire con chiarezza perché questo grande Paese è giunto all’attuale crisi. In India in passato, non c’era mancanza di governanti potenti né di abili amministratori o di generali impavidi. C’erano anche molti scienziati, studiosi eruditi e insegnanti esperti.

Tuttavia, c’era un difetto che ha determinato la rovina della nazio-ne: la mancanza d’unità; infatti, non c’era spirito di accoglienza né solidarietà sociale. Possiamo avere grandi risorse, ma alcuni tratti sbagliati bastano a indebolirci; ci attacchiamo a futili banalità, ad azioni e pensieri automatici e non prestiamo attenzione all’esorta-zione divina che l’inspirazione e l’espirazione ripete per ben 21.600 volte al giorno: ‘soham soham – Quello io sono, io sono quello, io so-no Dio.’ Gli insegnanti devono assumersi la responsabilità di spie-gare bene questo concetto. Poiché gli studenti costituiscono le fondamenta di una nazione pro-spera e sono la base su cui sorge una struttura salda e forte, devono essere forgiati e trasformati in cittadini su cui poter contare in futu-ro. Gli studenti devono coltivare ampi interessi e avere vasti oriz-zonti. Siate grati all’istituto che vi educa e non dimenticate mai Sai che vi ama come la madre, vi protegge come il padre, vi consiglia come il guru e vi salva come Dio. Ovunque vi porti il vostro futuro, vivete in conformità agli ideali che avete assimilato qui. Non cedete alla tentazione d’imitare delle mode strampalate e volgari per quanto riguarda l’abbigliamento, le situazioni e il modo di pensare. Gli istituti educativi devono sforzarsi di produrre studenti dotati d’integrità, carattere e fiducia in loro stessi. Sviluppare l’erudizione e la conoscenza è solo secondario. Senza dubbio le scuole di Kāṃsa e Hiraṇyakaśipu avrebbero potuto formare studenti ben informati, ma non avrebbero di certo prodotto un Prahlāda o Kṛṣṇa! Mantene-te quindi la purezza nel parlare, nel vedere, nell’apprendere e nel-l’agire. Conferire una laurea a uno studente che abbia un carattere meschi-no e abitudini viziose è peccato, poiché la laurea deve essere avva-lorata da un modo di vivere nobile ed esemplare.

Studenti! Vi parlo in questi termini per il vostro bene, per la vostra felicità e per rendere la vostra vita piena di significato, non perché provi antipatia per voi. Ognuno di voi ha una madre e potete forse non essere consapevoli della profondità del suo amore, ma sappiate che l’Amore di Sai equivale all’amore di mille madri; ovviamente non vi è possibile sondare l’intensità del Mio Amore né comprenderlo, ma se vi estra-niate dal Mio Amore, vi estraniate anche dall’amore di tutta l’uma-nità. Il Mio Amore è puro, libero, altruistico e incondizionato ed è una grande fortuna riceverlo. Non barattate quindi questa inestimabile Incarnazione Divina con della spazzatura. L’oro non potrà mai ren-dere un individuo realmente umano e neppure i diamanti possono farlo: tale obiettivo può essere raggiunto solo con la sincerità e con uno sforzo instancabile.

Praśānti Nilayam, 23.11.1982