22 Novembre 1985
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Puro Amore è il bisogno primario
[1] L’educazione moderna sviluppa l’intelletto e conferisce varie
abilità, ma non promuove affatto le buone qualità. Di quale utilità è
acquisire tutta la conoscenza del mondo, se non c’è un carattere virtuoso?
La conoscenza si è ampliata e, con essa, si sono moltiplicati i
desideri. Il risultato è che l’individuo è un eroe a parole, ma uno zero
a fatti.
A cosa serve acquisire intelligenza e competenze se nemmeno una
minima frazione di quanto si è appreso viene messo in pratica?
Satyaṁ ekapadaṁ brahma
satye dharmaḥ pratiṣṭhitaḥ
satyaṁ eva vāk hṛdayam
satyaṁ sarvam
La sola parola satya (verità) è Brahman, il Supremo.
Il dharma (rettitudine) è radicato nella verità.
La verità è l’essenza del linguaggio.
La verità è tutto.
Incarnazioni d’Amore! La verità è la meravigliosa dimora di Dio! Il
dharma è fermamente stabilito nella verità. I Veda che rappresentano
jñāna e vijñāna (la conoscenza e la suprema saggezza) sono il simbo-
lo della verità. Coloro che cercano di raggiungere gli stadi più elevati
della vita devono seguire le ingiunzioni della verità.
[2] La verità, la carità, l’austerità, il sacrificio, l’amabilità, la purezza,
la sincerità, il servizio al guru e lo studio, sono le nove gemme di cui
ogni ricercatore della conoscenza deve far tesoro. Dharma (rettitudine),
śānti (pace), prema (amore) e ahiṁsā (non-violenza) sono presenti
dove la verità e la bontà prevalgono.
La verità di base è una, sebbene i saggi l’abbiano definita con molti
nomi. L’uomo ideale è colui che si attiene alla verità e che non l’abbandona
in nessuna circostanza, e in tal modo vive una vita vera.
La verità non esiste per il bene di qualcuno in particolare, trascende
le limitazioni di tempo, di luogo e di personalità; è il soffio vitale di
ogni paese, di tutti i popoli, in tutti i tempi. Il grande Manu1, l’insigne
progenitore dell’umanità, dopo aver fatto una profonda indagine,
analisi ed esperienza, conferì all’umanità una grande grazia:
satyaṁ brūyāt priyaṁ brūyāt
na brūyāt satyam apriyam
Dite la verità, parlate gentilmente.
Non dite la verità se è sgradevole o causa dolore.
(Manusmṛti IV.138)
Non dovete dire una menzogna solo perché può essere piacevole,
né dovete dichiarare la verità se è sgradevole. Tale è il prezioso consiglio
che Manu diede all’umanità.
[3] L’uomo potrà progredire veramente solo quando abbandonerà
l’idea che l’educazione serva solo a garantirgli i mezzi di sostenta-
mento; perciò l’anello di congiunzione tra educazione e occupazione
lavorativa deve essere completamente spezzato. L’educazione
serve per la vita, non per guadagnarsi da vivere: solo chi realizza
tale verità dimostra di essere veramente colto ed educato. I saggi
dell’India, che hanno preservato e custodito il patrimonio culturale
della nazione, hanno riconosciuto questa verità sin dai tempi antichi.
La conoscenza non deve essere semplicemente teorica, non significa
riversare il contenuto dei testi nella mente; l’educazione è
intesa per la trasformazione del cuore.
Oggi l’uomo si sente orgoglioso della sua esigua conoscenza del
mondo fenomenico e si vanta di sapere tutto dell’universo, ma la
vera conoscenza deve determinare armonia e sintesi tra la scienza
da una parte, e la spiritualità e l’etica dall’altra; perciò sin dall’inizio,
l’individuo deve comprendere e stabilire il vero valore dell’educazione.
A causa del sorprendente progresso delle scienze fisiche, l’uomo
tende a credersi molto perspicace ed erudito, ma solo se cercherà di
acquisire una conoscenza che trascenda la scienza fisica, potrà trarne
beneficio pienamente. Al di là della fisica c’è la metafisica, tuttavia
solo recentemente alcuni se ne sono resi conto e hanno iniziato a
effettuare una ricerca spirituale.
Nel gruppo dei saptarṣi (i leggendari sette saggi) c’erano grandi
saggi come Vasiṣṭha, Vāmana, Jamadagni, Viśvāmitra, Gautama e
Parāśara, i quali acquisirono i più grandi onori grazie alla loro
grandezza spirituale. Oggi abbiamo forse dei saggi di tale levatura?
Non si può certo negare che i conseguimenti ottenuti dalla scienza
moderna siano prodigiosi; non vi è alcun dubbio che una conoscenza
scientifica sia necessaria, ma dovete rendervi conto che è altrettanto
necessario sviluppare un adeguato discernimento che consenta
un uso appropriato della scienza stessa, e che vada di pari passo
con lo sviluppo della conoscenza scientifica. A causa della mancanza
di tale discriminazione nell’uso della scienza vediamo che il
mondo si trova a fronteggiare molti pericoli e difficoltà.
[4] Tuttavia anche oggi ci sono persone nobili che, sebbene facciano
ricerche scientifiche, sanno analizzare e comprendere le verità spirituali
cercando il modo di utilizzarle per trasformare l’umanità.
Dopo aver scoperto la forza gravitazionale della terra, Newton dichiarò:
“Sebbene abbia scoperto la forza di gravità, la stessa esisteva
da sempre ancor prima della mia scoperta.” Egli ammise anche:
“Sebbene abbia saputo identificare la forza di gravità, non l’ho certo
creata io.” Infatti era convinto che ci fosse un creatore.
Anche Einstein, dopo i suoi studi scientifici sui fenomeni naturali,
orientò il suo pensiero verso temi spirituali; egli si rese conto che
per effettuare una valida ricerca spirituale era necessaria la compagnia
di persone virtuose, e che l’associazione con uomini buoni poteva
trasformare la condizione umana. Egli dichiarò: “Ditemi qual è
la vostra compagnia e vi dirò chi siete.” Ciò conferma che quello
che noi siamo viene determinato dal carattere e dal comportamento
delle persone che frequentiamo.
Il grande fisico tedesco Werner K. Heisenberg, dopo aver studiato
diverse materie scientifiche, fece un’indagine sul rapporto esistente
tra la fisica e la spiritualità, scoprì i grandi segreti contenuti nello
yogaśāstra (trattato sullo yoga) e osservò: “Controllate la mente, siate
padroni della mente.”
Un altro grande scienziato, Erwin Schrödinger, scoprì che la scienza
e la spiritualità erano integralmente connesse e che, di fatto, la spiritualità
era la base della scienza. Notò anche che lo sviluppo della
scienza aveva causato la moltiplicazione dei desideri, i quali non
avevano fatto altro che indebolire la volontà e l’intelligenza dell’uomo.
Egli dichiarò: “Più desideri, maggiori disperazioni!”
[5] Ci fu anche un altro grande pensatore, chiamato Paul Dirac, che
cercò di conoscere la relazione tra scienza e spiritualità; egli si sforzò
di scoprire il principio che stava alla base della creazione e, a tale
scopo, fece diversi esperimenti; in tal modo scoprì la verità che consisteva
nell’affermazione: ‘Amate sempre, non fate mai del male’.
Le conclusioni a cui giunse P. Dirac non sono altro che l’eco di
quanto dichiarato dal saggio Vyāsa dopo aver completato i diciotto
purāṇa: ‘Aiutare il prossimo è meritevole, far del male agli altri è
peccato’.
Abbiamo un altro pensatore moderno: Louis De Broglie. Avendo
iniziato come critico della spiritualità, dopo un’accurata indagine,
De Broglie confessò che la sua critica era dovuta all’ignoranza; perciò,
grazie alla sua stessa esperienza, annunciò che la Divinità era
l’essenza, il nucleo di ogni cosa esistente nell’universo.
Tali ricercatori della verità non mancano certo nel mondo della
scienza. Questi grandi scienziati che hanno esaminato, esplorato e
dichiarato la verità, sono simili agli antichi saptarṣi (sette saggi).
Newton dichiarò che l’universo è una manifestazione di Dio e che
tutto ruota grazie al Potere divino.
Nell’epoca attuale, Fritjof Capra ha esplorato la relazione tra l’atomo
e le vibrazioni in natura. Anticamente il saggio Vyāsa dichiarò
che l’universo era emanato dalle vibrazioni del suono e che ogni cosa
nella creazione, vivente e non-vivente, era il prodotto di tali vibrazioni.
[6] Ora consideriamo un episodio tratto dal Mahābhārata. Una volta
Arjuna, inconsapevole del fatto che il bimbo che sua moglie
Subhadrā portava in grembo sarebbe stato il futuro eroe Abhima-
nyu, cominciò a narrarle ogni dettaglio circa l’arte della guerra e
l’intricata formazione militare chiamata padmavyūha (o disposizione
a forma di loto). In quel momento entrò Kṛṣṇa e fece notare ad
Arjuna che il bambino che Subhadrā portava in grembo veniva influenzato
da quanto stava raccontando.
In India c’era l’antica usanza di narrare alle donne in gravidanza
storie relative a eroi e a santi, in modo che il bambino nel grembo
venisse influenzato positivamente dalle vibrazioni prodotte da tali
storie sublimi e dai buoni pensieri formulati dalla madre. Gli antichi
saggi erano a conoscenza di questa verità, quindi non c’è da meravigliarsi
che i bambini nati in quelle fortunate circostanze avessero
una natura nobile e virtù eroiche. Inoltre era consuetudine comune
raccontare le storie relative a bambini lodevoli, come
Mārkaṇḍeya2, Dhruva3 e Prahlāda, che rappresentavano degli
esempi ideali ed erano d’ispirazione ai ragazzi di quell’epoca.
Invece cosa vediamo oggi? Le donne in gravidanza guardano la televisione,
vanno al cinema e seguono altre dannose forme di comunicazione
che propongono atti criminali o di sesso. Il risultato è che
i bambini nascono e sviluppano tendenze indesiderabili.
Quello che Kṛṣṇa disse ad Arjuna poteva essere ignorato e considerato
privo di senso sino a qualche tempo fa, ma oggi gli scienziati
occidentali si rendono conto che quanto fu affermato nel Mahābhārata
è vero.
L’Istituto per la salute infantile e lo sviluppo umano, collegato alla
Carolina University americana, ha condotto degli esperimenti sui
fattori che influenzano lo sviluppo dei bambini. Un eminente scienziato
di questo Istituto, Anthony Casper, dopo varie ricerche giunse
alla conclusione che quello che Śrī Kṛṣṇa aveva dichiarato è vero,
anche se la nostra mente inadeguata non è in grado di comprendere
appieno la verità profonda che aveva motivato l’affermazione di Śrī
Kṛṣṇa.
Anthony Casper annunciò le sue scoperte il 3 gennaio 1984 nel corso
di una conferenza di scienziati. I suoi esperimenti dimostravano
che il cibo consumato dalla madre in gravidanza, i suoi pensieri e le
parole che ascoltava esercitavano un notevole impatto sul bambino
che portava in grembo.
[7] Da una parte è buon segno che ci siano scienziati dalla mente
aperta pronti a prendere in esame le verità dichiarate dai nostri antichi
saggi, e che cerchino un nesso, una relazione tra scienza e spiritualità.
Dall’altra parte è un peccato che la gente nata in questo
grande Paese, dotato di un prezioso patrimonio culturale e spirituale,
conduca una vita contraria ai suoi ideali, sprecando così ogni
opportunità offerta.
Il cosmonauta americano Mitchell, dopo essere sbarcato sulla luna,
lanciò uno sguardo alla terra e la vide come un immenso diamante
splendente collocato su un vasto tappeto di velluto blu. Mentre
ammirava quello spettacolo straordinario, gli si riempirono gli occhi
di lacrime e profondamente commosso si chiese: “Perché gli
uomini che sono nati su una terra così bella e luminosa si comportano
come ignoranti e come esseri dalla mente malvagia? Solo un
diamante può emergere da un diamante, non un sasso. Allora perché
dal sacro e puro suolo della Madre Terra devono emergere degli
uomini così malvagi?” Egli trovò la risposta e attribuì la causa all’attrazione
che l’uomo prova per le cose materiali e al suo disinteresse
per le buone qualità.
Rendetevi conto che qualunque sia la vostra istruzione, la vostra
posizione e fama, se non tenete una retta condotta, tutto quello che
fate è privo di significato: l’unica cosa veramente importante è la
retta condotta. Quello che fate determina quello che otterrete, perciò
concentratevi sulla retta condotta, abbandonate i sentimenti ristretti
e ampliate la vostra visione. La vera educazione può essere riassunta
in un’unica parola: amore, amore che in sé tutto abbraccia. Una
vita priva di amore è peggio della morte.
La conoscenza secolare è necessaria non vi è alcun dubbio, ma non
è tutto. Dovete conoscere anche la verità di base della vita e del destino
umano. Oltre ad acquisire una buona istruzione, dovete avere
anche un buon comportamento, come il rispetto per gli anziani,
l’amore per i genitori e l’affetto per gli amici. L’affetto che dimostrate
agli altri deve essere costante, continuo e immutabile come il vostro
respiro.
[8] L’educazione moderna consiste nel riempire la testa con il contenuto
di vari testi, svuotarla di tali contenuti in sede di esame,
quindi ritornare con una testa completamente vuota. La vera edu-
cazione invece consiste nel coltivare amore, sentimenti buoni e virtuosi;
inoltre tutto quello che apprendete deve diventare parte del
vostro essere. Soltanto allora proverete un senso di realizzazione e
riuscirete a stabilire una completa armonia e coerenza tra pensiero,
parola e azione. Oggi il Paese ha bisogno di persone che conducano
un’esistenza perfettamente integrata.
In ogni Paese, tutti parlano di pace anche se le loro azioni contraddicono
le loro dichiarazioni. Da una parte parlano di pace e dall’altra
hanno la bomba atomica, mentre il mondo intero soffre per l’inquinamento
ambientale; anche parlare di ‘guerre stellari’ contiene
in sé la minaccia di contaminare persino lo spazio. Pertanto il desiderio
di pace deve maturare ed espandersi nel cuore di ogni uomo:
infatti coltivare l’amore è oggi la necessità più grande.
Questa vasta assemblea è la manifestazione dell’amore in azione.
Qui si sono riunite centinaia di migliaia di persone, sono forse stati
spediti loro degli inviti? Tutti sono giunti qui spinti dall’amore per
Sai. Non è di alcuna utilità acquisire una vasta erudizione, eseguire
japa, la ripetizione del nome del Signore o mettersi in meditazione,
se nel cuore non c’è traccia di amore: è solo l’amore che può salvare
il mondo!
Studenti! Insegnanti e sostenitori dell’educazione!
Desidero vivamente che, nel vostro sforzo di perfezionare l’attuale
sistema educativo, contempliate anche l’amore, il dharma e i valori
morali, poiché soltanto questi possono far progredire il Paese permettendogli
di riacquistare la sua gloria passata.
Praśānti Nilayam, 22.11.1985