7 Luglio 1975 – La compagnia che frequentate

7 Luglio 1975

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La compagnia che frequentate

[1] Kamal Sahāni, studente universitario del secondo anno di economia
e commercio, utilizzando parole semplici e appropriate ci ha
appena parlato del corpo umano e dello scopo per cui vi è stato dato.
Kamal ha detto che il mondo è un palcoscenico e che il corpo è
un costume che l’individuo indossa per interpretare il ruolo che Dio
gli ha assegnato in questa commedia prodotta e diretta da Lui.
Tale interpretazione è corretta e, quando vi viene assegnata una
parte, è vostro dovere recitarla bene e guadagnarvi l’apprezzamento
del Regista.
Il palcoscenico su cui svolgete il vostro ruolo è un puntino infinitesimo
se paragonato allo spazio cosmico infinito e illimitato; anche il
periodo di tempo in cui vi muovete con sussiego sul palco con il
vostro costume è infinitesimo.
Lo studente Dīpak ha interpretato la parte di Śaṅkarācārya1 sul palcoscenico
di Bombay, ma la sua identità non è andata persa mentre
recitava quel ruolo, infatti è sempre rimasto Dīpak: il suo ruolo come
Śaṅkara era solo temporaneo. Analogamente, l’ātma (il divino
Sé) è la Verità eterna, il corpo che indossa è temporaneo e anche il
ruolo che interpreta è breve.
Per illustrarlo in termini diversi, possiamo affermare che il tempo
passato nel sogno è infinitesimo se paragonato a quello trascorso
nella veglia. Lo stadio della veglia è rappresentativo di quello della
saggezza e dell’illuminazione, dell’ātma, mentre lo stadio del sogno
è paragonabile allo stadio nebuloso di ‘ignoranza-saggezza’ della vita
umana.
[2] Può sorgere una domanda legittima: perché e in qual modo il
Principio atmico, eterno e universale, ha preso dimora in questa
temporanea ‘scatola corporea’ che ha caratteristiche uniche? Certamente,
voi non terrete i diamanti in un cofanetto, altrimenti i ladri
potrebbero rubarli facilmente; li custodirete invece in una cassetta
di sicurezza, che potrà essere anche bella e decorata perché il contenitore
viene scelto in base al valore o alla santità del suo contenuto.
Per bere del latte o qualche altra bevanda, prenderete un bicchiere
pulito o una bella tazza; mentre per una sputacchiera sarà utilizzato
un contenitore ordinario di metallo o di terracotta.
Il corpo è un calice nel quale raccogliere il nettare della grazia divina.
Quello è il primo scopo per cui vi è stato donato; senza una
coppa, un calice o una brocca, com’è possibile bere del nettare?
[3] I Veda proclamano: ‘raso vai sah’ che significa: ‘Dio è l’essenza di
tutto, il puro succo.’ Quando la grazia del Signore si manifesta, il
corpo ne è estasiato. Il corpo deve essere mantenuto sempre pulito e
puro, immune dalla sporcizia, dalla malattia, dalla disperazione o
dal disfattismo.
Nara (uomo) e Nārāyaṇa (Dio) sono come il ferro e la calamita. Dio
attrae l’uomo vicino a Sé per Sua natura, perché nell’uomo c’è il Divino.
Se la calamita non riesce ad attrarre il ferro, quest’ultimo stoltamente
conclude che la calamita ha perso il suo potere! In realtà, il
ferro è troppo incrostato, è ricoperto da ruggine e polvere e non sa
comprendere i suoi difetti, così si affretta a incolpare la calamita
(Dio) o addirittura a negarne l’esistenza!
[4] Il metodo più semplice e più proficuo per liberarvi della ruggine
e della polvere è il satsaṅg, l’associazione con persone virtuose e devote.
La compagnia dei buoni lentamente correggerà e purificherà
chi è incline a deviare dalla retta via che conduce alla realizzazione
del Sé. Dovete fare attenzione, dunque, a selezionare e ad associarvi
a persone buone e virtuose.
Una tazza d’acqua non ha valore di per sé, ma se viene aggiunta a
dieci tazze di latte acquisterà il valore del latte; d’altro canto se versate
una tazza di latte in dieci tazze di acqua, quel latte perderà
ogni sua proprietà e ogni valore.
Il satsaṅg al quale vi unite dovrà essere più puro, più venerabile e
sostenere ideali di virtù e verità più nobili dei vostri. Se un fumatore
si aggrega a un gruppo di non fumatori molto probabilmente abbandonerà
la sua cattiva abitudine, ma se un non fumatore entrerà
in un covo di fumatori è certo che egli stesso diverrà vittima del
fumo! Tale è l’influenza sottile esercitata dalle persone che si frequentano.
La compagnia a cui vi associate dovrà essere quantitati-
vamente e qualitativamente superiore a quella da cui ora siete circondati.
[5] Nel vostro cuore ci sono preziose gemme di saggezza che richiedono
di essere estratte per esservi di beneficio; l’intelligenza è lo
strumento che dovete utilizzare per prenderle. All’inizio troverete
un grande masso che vi sbarrerà la strada: è la coscienza corporea,
l’ego. Anche i desideri sono scogli rocciosi che devono essere rimossi
e messi in disparte, poi arriverete a uno strato di sabbia che sono i
buoni pensieri, le buone parole e le buone azioni; quando toccherete
quello strato, sarete prossimi al successo.
Se tutti i giorni v’impegnate nel satsaṅg, i vostri cuori manterranno
la loro purezza, ma se lo farete solo di tanto in tanto, vi sarà difficile
conseguire la grazia divina o anche solo qualche suo frammento,
poiché il ‘contenitore’ sarà ossidato e sporco. Nelle vostre case,
avrete notato che i recipienti usati giornalmente sono puliti e brillanti,
mentre quelli utilizzati saltuariamente devono essere strofinati
con forza per renderli lucenti.
Dovete quindi sforzarvi e avere tutta la pazienza necessaria per trovare
un gruppo di satsaṅg e unirvi ad esso. Essere nato come uomo
non è un segno di gloria, ma è vivere da uomo che conferisce la dignità.

Bṛndāvan, 7.07.1975