30 Marzo 1979 – Trasformare il cuore

30 Marzo 1979

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Trasformare il cuore

[1] Il tempio è un promemoria che vi ricorda l’obiettivo della vita, è
una guida che v’ispira a fare uno sforzo spirituale maggiore, un
gradino che vi eleva verso l’Onnipotente, un avvertimento a non
rincorrere i piaceri dei sensi.
I templi indicano la via affinché l’uomo possa realizzare il suo destino,
e possa comprendere lo scopo per cui è stato dotato di un
corpo umano con tutti i suoi straordinari tesori di discriminazione,
immaginazione, intuito e capacità di stare alla larga dalle attrattive
materiali.
Pertanto tutti devono veramente apprezzarvi per gli sforzi che avete
fatto per costruire un tempio nel vostro villaggio e per inaugurarlo
oggi.
Incarnazioni del puro Amore!
[2] L’uomo è un mucchio di ossa, ricoperte da muscoli e da un fascio
di nervi. Alla base del suo corpo grossolano, ha anche un corpo
sottile con la sua fame e sete; infatti, la vita umana non potrà essere
felice se queste due non vengono soddisfatte: la fame di ritornare
alla Sorgente, la sete per il nettare che conferisce l’immortalità.
Nell’affannosa ricerca di qualcosa che plachi la sua fame e sete,
l’uomo va incontro a innumerevoli ostacoli poiché non conosce la
strada e viene facilmente sviato dai suoi sensi, che fingono di mostrargli
la via. Solo quando viene sopraffatto da qualche calamità o
sofferenza prende coscienza del vero sentiero, e il vero sentiero è
quello che rivela l’ātma, il Sé.
Proprio come un ramo fa parte di un albero ed esiste come tale, così
ognuno di voi è una parte dell’Essere Supremo, del paramātma, il Sé
Universale. Tutti sono parte dell’Uno e risplendono grazie alla stessa
corrente Divina che in loro scorre.
[3] Gli abitanti dei villaggi vivono passando i loro giorni senza avere
la consapevolezza dell’unità con tutti, perché in ogni paese ci sono
fazioni e gruppi che impediscono il benessere e la prosperità, la
pace e l’armonia. Essi devono invece sviluppare la collaborazione
reciproca, promuovere l’unità e coltivare l’amore e la gioia.
Ogni giorno trascorrete un po’ di tempo insieme nel tempio a cantare
i bhajan e a fare satsaṅg; in tal modo la vostra giornata sarà più
luminosa, la conversazione più dolce e la vita sarà piena di armonia
e felicità. Avere fede in Dio rafforza la fiducia nei vostri simili, così
li amerete di più, sopporterete le loro colpe e difetti con maggior
comprensione e parteciperete alle attività di servizio a favore dei
poveri e dei disabili.
In tal modo comprenderete che Dio ama coloro che amano i Suoi
figli, e riversa la Sua grazia su coloro che servono i deboli, i miti e
gli ignoranti.
[4] Non solo l’edificio in cui avete collocato l’immagine di Dio è un
tempio, ma anche il corpo degli esseri viventi è un tempio, perché
Dio vi si è insediato e attende di essere riconosciuto e adorato con
riverenza.
Riconoscerlo vi conferirà un’infinita beatitudine, più grande di
qualsiasi possedimento materiale, più pura di qualsiasi vittoria. Per
poterlo riconoscere, però, la vostra mente deve essere purificata attraverso
le buone parole, i buoni pensieri e le buone azioni.
Dove può un pesce trovare la massima felicità? Nell’acqua, in un
fiume in piena o nel mare! Mettetelo invece su un piatto d’oro incastonato
di gemme preziose: potrà ricavare gioia da tanta fortuna?
No! Allo stesso modo, l’uomo può essere felice solo se è immerso
nei pensieri del Dio da cui proviene, di cui vive e in cui si fonde!
[5] Dall’alba al tramonto lavorate duramente per sbarcare il lunario;
vi chiedo di dedicare almeno dieci minuti al giorno per unirvi al
satsaṅg, per meditare sulla gloria di Dio che vi protegge e custodisce
e per decidere, insieme ai vostri fratelli, il modo migliore per promuovere
la prosperità e l’unità.
Oggi avete realizzato un obiettivo: avete completato la costruzione
del tempio. Ma perché un risultato simile deve essere apprezzato?
Proprio come un cuore è essenziale per un corpo vivente, così un
tempio è fondamentale per un centro abitato.
Il cuore purifica il sangue e pompa forza e vigore a tutte le parti del
corpo. Il tempio chiama i fedeli ai Piedi di Dio, corregge i loro errori
e purifica la mente di quelli che adorano il Dio che vi è insediato.
Vi consiglio di riunirvi qui la sera, dopo il lavoro giornaliero, per
cantare i bhajan e per gioire insieme recitando il Nome di Dio. È la
disciplina spirituale migliore e più facile in questa era di ansia e
paura, il kali yuga1, l’età della malvagità e del vizio.
[6] Non correte dai funzionari statali per ogni piccolo problema,
cercate di essere autonomi e indipendenti il più possibile: sforzatevi
di stare sulle vostre gambe; siate operosi e solerti, siate efficienti ed
entusiasti del lavoro che vi è arrivato come parte della vostra vita.
Dio ha previsto due mani per ogni stomaco. Se quelle mani lavorano
assiduamente e con intelligenza, sapranno riempire senza difficoltà
il piccolo stomaco.
Il problema è che voi detestate lavorare, accogliete volentieri ogni
occasione per parlare e per insegnare, ma parlare non riempie lo
stomaco vuoto. Lavorate, lavorate, siate dediti al lavoro, un lavoro
intelligente: ecco quello di cui c’è bisogno. Lavorate uniti e insieme!
Gli abitanti dei villaggi sono divisi in fazioni e partiti, non sono
consapevoli delle grandi possibilità che offre l’unità. Se ogni giorno
meditate su Dio come il vostro centro interiore, come la vera fiamma
dell’amore, del potere e della saggezza che splende in ognuno
di voi (uomo, donna e bambino, ricco e povero, istruito e analfabeta),
allora non noterete più le differenze e i contrasti; in tal modo
l’ira, l’invidia e l’odio non riusciranno a penetrare nel vostro cuore,
e l’amore sarà l’unica virtù che ospiterete e riverserete su tutti.
[7] Vi consiglio quindi d’ignorare ed eliminare ogni tendenza alla
separazione che alberga nel vostro cuore.
Il Nome di Dio è come il ramo sporgente di un albero, a cui l’uomo
che sta cadendo in un precipizio può aggrapparsi per essere salvato.
In ogni area del villaggio praticate il satsaṅg, e tutti i giorni nelle
ore serali cantate i bhajan nel tempio. La giornata odierna segnerà
l’alba di una nuova era nel vostro piccolo paese.
Accettate con piacere tutti i miglioramenti e le strutture che possono
sorgere nel vostro villaggio, ma soprattutto sviluppate fiducia
reciproca, mutua collaborazione e sforzi congiunti basati sull’amore
e sul rispetto di tutti.
Vi assicuro che più coltiverete tali qualità, maggiore sarà la Grazia
con cui il Signore onnipresente benedirà tutti voi.

Nagar-Kurnul, 30.03.1979