28 Aprile 1975 – Perché amo i villaggi

28 Aprile 1975

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Perché amo i villaggi

[1] Il sole non è l’unico regalo che si è manifestato oggi in questo
villaggio; anche ānanda, la beatitudine divina, è apparsa poiché Io
sono venuto per rendervi consapevoli dell’ānanda che voi stessi siete.
Ānanda è la casa dalla quale vi siete allontanati! È il vostro luogo
di nascita, ma poiché cercate la vostra casa altrove, siete afflitti dall’angoscia
e dall’insoddisfazione. Sappiate che ānanda è la vostra natura,
il vostro alimento, la vostra meta.
I villaggi sono i luoghi dove tale consapevolezza è più alla portata
dell’uomo e può radicarsi più profondamente. Ecco perché amo
particolarmente i villaggi. Infatti, le virtù del distacco, della rettitudine,
dell’onestà e della sincerità, che sono i requisiti essenziali per
acquisire tale consapevolezza, oggi stanno sopravvivendo solo nei
villaggi, anche se in forma attenuata; queste virtù sono invece
scomparse dalle città tanto tempo fa. Certamente voi avete diversi
problemi e difficoltà, ma sicuramente avete meno ostacoli da superare
se decidete di condurre un’esistenza buona e acquisire la consapevolezza
della vostra Divinità.
[2] Perché oggi l’uomo è afflitto dalla paura e dall’ansia? Dobbiamo
cercarne le ragioni al di fuori di noi o dentro di noi? La ragione sta
nella falsa importanza che attribuiamo alle cose del mondo materiale,
mentre ignoriamo le cose dello spirito. Il corpo che l’uomo porta
con sé è essenzialmente il tabernacolo di Dio, è un tempio in cui Dio
è insediato e del quale Dio è il padrone. Il corpo non merita tutte le
attenzioni che gli rivolgete per soddisfare i suoi impulsi, bisogni e
desideri. Il corpo è dotato di strumenti molto preziosi che possono
aiutarvi ad affrontare il viaggio, ma voi li utilizzate raramente! I
sensi vi portano le impressioni raccolte dal mondo esteriore, ma voi
non le valutate con la pietra di paragone di un intelletto lucido e di
una mente equilibrata. Non procedete, facendo un passo dopo l’altro,
nella marcia verso l’eliminazione dell’ego e verso l’unione con
l’Uno.
Gli abitanti delle città sono tormentati dalle passioni e dalle emozioni
e sono perseguitati da desideri fantasma e immaginazioni selvagge.
Essi non hanno l’inclinazione e neppure l’intuizione di dedicare
il loro tempo, le loro capacità e attività al raggiungimento di
obiettivi divini.
[3] La Divinità è il fulcro, l’essenza del vostro essere. Dio è ovunque
e, quando è riconosciuto e adorato come il Residente del vostro
corpo, questo diventa un tempio e cessa di essere un onere gravoso.
Dio è risplendente e si annuncia attraverso di voi: Egli si esprime
attraverso ogni pensiero, parola e azione che emana da voi.
Nei templi di pietra di solito c’è una statua del Divino, scolpita e
modellata dall’uomo; ma in questo tempio [ovvero il corpo] che è
donato da Dio, il Signore rifulge della Sua stessa luce e si manifesta
in tutta la Sua gloria come amore, potere e saggezza. Egli risplende
e si manifesta non in un solo corpo ma in tutti i corpi e risiede in
tutti! Perciò quando voi insultate, ferite o diffamate un altro, rende-
tevi conto che state invitando il dolore a farvi visita, poiché ‘l’altro’
è nientemeno che il vostro stesso Sé.
Cercate la gemma della conoscenza divina in voi stessi, così come le
pietre preziose devono essere cercate nelle viscere della terra. Quello
che ora cercate sono solo sciocchezze futili. Scavate in profondità,
dove è custodito il tesoro!
So che in questo villaggio, così come in molti altri, avete un grande
carro che usate per le festività, quando la riproduzione della statua
della Divinità viene portata in processione in tutto il paese con
grande sfarzo. Il carro viene decorato con riverenza e cura, poi vengono
ingaggiate bande di musicanti e danzatori che precedono il
carro nella processione.
Molti vengono per ammirare le decorazioni del carro, ma i più sono
interessati ai canti e alle danze, ai musicanti e ai danzatori; solo pochi
sono attratti dalla statua della Divinità che è la figura al centro
della gioia e dell’adorazione.
Anche il corpo umano è un ‘carro’ analogo, nel quale l’ātma, il divino
Sé, è insediato; il corpo viene trascinato dalle emozioni, dagli
impulsi, dalle passioni e dagli stimoli lungo le vie del desiderio. Il
successo e il fallimento, la gioia e la sofferenza, il guadagno e la
perdita sono i danzatori che accompagnano la processione della vita.
Anche qui molti prestano la loro attenzione solo al carro, alla sua
altezza, ai suoi ornamenti e al suo sviluppo. Molti altri sono attratti
dalla danza della dualità, dal duetto del dolore-piacere, che fa parte
della processione. Pochi prestano attenzione all’ātma, l’apice e il coronamento
dell’esistenza umana.
[4] I santi e i saggi sapevano che il raggiungimento più elevato per
gli organi di senso è la glorificazione del Dio interiore. Un ṛṣi affermò:
“Gli occhi che non ottengono la visione di Dio sono solo sfere
di vetro.” Un altro saggio aggiunse: “Le orecchie che non si dilettano
nell’ascolto delle lodi del Signore sono solo inutili protuberanze.”
Sūrdās1 condannava le mani che non veneravano Dio e le definiva
pezzi di legno.
Il mondo e le sue attrazioni possono allettare i vostri istinti e impulsi,
ma Dio fa emergere in voi l’amore come nessun’altra cosa può
fare. Sviluppate la visione interiore, l’abitudine ad ascoltare la voce
interiore, così vi sarà assicurata gioia infinita e pace incrollabile.
Nei villaggi siete sempre in contatto con Dio, con la Sua Grazia, la
Sua tenerezza e il Suo Amore. Nelle città la vita è più superficiale.
Potrete anche non avere i benefici della corrente elettrica o della radio,
ma potete ascoltare il canto degli uccelli al sorgere del sole e
scaldarvi al sole luminoso sotto un cielo azzurro.
Quando otterrete i benefici delle strutture sanitarie e scolastiche,
non avrete bisogno di null’altro per procedere verso la felicità e la
pace. Noto, però, che in parecchi villaggi il comportamento di alcune
persone o famiglie turba la vita sociale e causa timori, fazioni e
litigi. Ciò può essere curato solo con la potente medicina dell’amore.
Le forze della fratellanza, della solidarietà e della comprensione
reciproca devono sconfiggere l’influsso sinistro di tali individui e
promuovere unità e forza.
[5] Molti leader del Paese promettono di fornire a tutti abbondanza
di viveri, abitazioni e metri di tessuto per indumenti, in modo che
la gente possa essere contenta. Essi promettono di dare a tutti una
sufficiente istruzione scolastica in modo che possano scrivere, leggere
le lettere e i giornali. In realtà, tutto ciò non può garantire la
pace poiché l’uomo non è solo un agglomerato di carne e ossa, egli
è dotato di un cuore e uno spirito che devono essere nutriti e sostenuti.
Gli uomini possono anche avere sovrabbondanza di cibo, abiti e case,
ma i loro cuori possono essere aridi e i loro spiriti cupi. Le virtù
come il controllo dei sensi, la fiducia in sé stessi, la soddisfazione di
quanto si ha e l’assenza di odio e avidità sono proprietà molto più
preziose di case, soldi o terreni. Le unità di servizio Sathya Sai che
sono state istituite in questo villaggio, con l’ausilio delle sezioni
femminili e delle classi bālvika, pianteranno i semi di queste discipline
e promuoveranno la pace e la felicità.
Coltivate soprattutto unità e fratellanza. Un singolo filo di canapa
non è in grado di legare neanche una formica, mentre mille fili uniti
a formare una fune possono domare un elefante selvatico e sottometterlo.
Nell’unità c’è forza e prosperità. L’unità dei villaggi può
introdurre una nuova era di gioia e prosperità per l’intera nazione.
Oggi è stato inaugurato il tempio di Vināyaka; rendetelo il fulcro di
questo nuovo movimento. Il tempio è per il villaggio quello che il
cuore è per il corpo. Tutti voi vi siete uniti per costruirlo e per renderlo
operativo; ebbene, continuate a raccoglierne i benefici e a
condividere la sua luce. Con la Grazia di Dio, ciò che sembra impossibile
può essere conseguito molto facilmente. Tutti sono figli di
Dio; non ferite nessuno poiché quel male ben presto si ritorcerà contro
di voi: raccoglierete ciò che avete seminato. Non potete sperare
di ottenere un albero da frutta se il seme che avete piantato è quello
di un arbusto spinoso.
[6] Ci sono alcune persone ignoranti che ridono dei bhajan e delle
altre forme di venerazione e le definiscono uno spreco di tempo
prezioso! Tali persone potrebbero deridervi e gridare allo spreco di
alimenti preziosi anche quando seminate nelle risaie sacchi di sementi!
Ma voi sapete bene che, per ogni sacco di semi, la Madre
Terra vi ricompenserà dopo poche settimane con un ricco raccolto,
dieci o addirittura venti volte maggiore della semina. Il tempo speso
nel pensare a Dio o nell’adorazione di Dio è davvero ben speso,
poiché esso vi ricompenserà con un ricco raccolto di pace mentale e
di coraggio.
Se i ladri commettono dei furti nel vicinato, voi vigilate perché pensate
che poi potrebbe essere il vostro turno; perciò state attenti che i
ladri non entrino nel vostro villaggio. Solo così tutti potranno sentirsi
al sicuro. Il danno subito dal vostro vicino è come fosse vostro.
Non infiammate la rabbia, non fatela diventare un incendio furioso
che possa distruggere l’intero villaggio. Rimanete calmi e sereni,
bevete un bicchiere d’acqua fresca e sdraiatevi per un po’ finché la
vostra furia non sia passata. Non fatevi prendere dalla passionalità
e non insultate con parole volgari chi vi è antipatico; inoltre state
ben attenti: non comportatevi in modo disdicevole davanti ai vostri
figli poiché essi apprenderanno quella condotta e cominceranno a
imitarla, e in seguito vi sarà difficile correggerli.
[7] La bontà è devozione. Non parlate mai male del vostro prossimo
e trascorrete il vostro tempo elargendo amore e aiuto a tutti. Svegliatevi
presto e cantate la gloria di Dio in gruppo camminando
lungo le strade e ripulendo l’atmosfera inquinata dalla rabbia e dall’odio.
Fate in modo che l’aria che respirate sia libera da vibrazioni
negative.
Quando menzionate il cielo puntate il dito verso l’alto, ma il cielo è
anche qui. Esso è uno dei cinque elementi, i pañcabhūta2. Il suo segno
e simbolo è il suono; dove c’è suono c’è lo spazio o cielo. Esiste
anche un cielo interiore, lo spazio (ākāśa) del cuore. Come nel cielo
la luna e il sole sono ricoperti da una spessa coltre di nubi, così il
sole (l’intelletto) e la luna (la mente) del firmamento interiore sono
celati e soffocati dalle pesanti nubi del vizio e della malvagità. Fate,
dunque, ogni sforzo possibile per rimuovere simili nubi attraverso
la forte brezza della devozione a Dio.
Se cucinate del cibo in un tegame di rame, per quanto siano fresche
le verdure, siano lavati i legumi e il frutto del tamarindo, se il tegame
non è stagnato, il cibo che vi cucinerete si trasformerà in veleno.
Voi tutti conoscete bene questa verità. Anche il cuore è un tegame di
rame nel quale cucinate vari tipi di cibo per voi stessi e per gli altri.
State attenti che possegga un buon rivestimento fatto di amore, altrimenti
anch’esso causerà dolore e pene, a voi e agli altri.
[8] Amore, Amore, Amore in primo luogo, Amore finché dura la vita!
Per quanto mi riguarda, posso dire che elargisco più benedizioni
a coloro che mi criticano e diffamano che a quelli che mi venerano e
adorano! La ragione è che quelli che dicono menzogne sul Mio conto
sono felici di farlo, e Io sono contento di essere l’origine della loro
esultanza e gioia. Anche voi dovreste accogliere questo modo di
pensare ed essere felici se qualcuno trae gioia nel calunniarvi. Non
rispondete denigrando quella persona, poiché in tal caso la catena
dell’odio vi legherà e farà cadere entrambi: così la vita diverrà una
tragedia. Conquistate l’ira con la forza d’animo, conquistate l’odio
con l’amore. Non alimentate la rabbia con le ritorsioni, non alimentate
l’odio con la furia. Da questo momento, dimenticate e perdonate
tutto ciò che è accaduto fra di voi. D’ora innanzi cominciate un
nuovo capitolo d’amore e di fratellanza.
[9] I professori e gli studenti dell’università Śrī Sathya Sai sono
pronti e desiderosi di venire in vostro aiuto ogni volta ne abbiate
bisogno. Alcuni giovani del villaggio sono studenti di quell’univer-
sità. Quando torneranno a casa dovete ricordare loro gli ideali di
servizio e di rispetto che noi stiamo infondendo in loro.
L’università sta cercando di aiutarli non solo a prendere una laurea,
ma anche a diventare abili ed entusiasti servitori dei bisognosi e dei
disabili, nonché efficienti cittadini della nazione. Non devono comportarsi
come giovani altezzosi, istruiti solo a metà, che si aggirano
per le strade con una radiolina in mano, inseguendo le vanità del
mondo e accumulando debiti e dissolutezze.
Questi giovani devono custodire e sviluppare il patrimonio atavico,
non solo terre e ricchezze, ma anche cultura e tradizioni, e devono
essere fonte di valori e risorse per i loro genitori, la società e la nazione.
Non devono sfruttare l’innocenza e l’ignoranza dei loro stessi
genitori che hanno sacrificato tutto quello che avevano per farli
studiare all’università e per mantenerli all’ostello.
Mandate i vostri figli all’università poiché lì potranno imparare a
sfuggire a queste tentazioni e a essere utili ed efficienti nel salvaguardare
la cultura e la spiritualità dell’India. Incoraggiate i vostri
figli a realizzare il significato della Mia missione e a diventare
strumenti idonei per diffondere, con l’esempio delle loro vite, il
Messaggio che sono venuto a trasmettere all’umanità.

Panathur Village, 28.04.1975