23 Novembre 1979 (Compleanno) – La Missione trionferà

23 Novembre 1979 (Compleanno)

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La Missione trionferà

Quando il dharma dell’era è ignorato,
per ripristinarlo nuovamente con mezzi amorevoli;
quando il mondo è contaminato dal conflitto e dalla confusione,
per ristabilire la via della virtù e della pace;
quando i buoni gemono, catturati nella spirale della crudeltà,
per salvarli dal dolore e dall’infamia;
quando i sacri testi non sono compresi correttamente,
per annunciare il messaggio da insegnare all’umanità;
per alleviare la terra dal peso del vizio,
per adempiere la promessa fatta nel tretā yuga1,
Acyuta2 (Viṣṇu) si è incarnato sulla terra,
Vāsudeva3, Śrī Hari (Dio) è disceso nel mondo.
[1] In ogni cuore umano alberga il desiderio insistente di ottenere la
beatitudine costante e permanente. Giorno e notte, senza tregua per
tutta la vita, l’uomo si sforza di raggiungere tale traguardo e, tuttavia,
lo trova al di fuori della sua portata.
La causa principale di tale insuccesso è l’identificazione con il corpo
e i sensi, nonché la convinzione che i piaceri fisici e sensoriali possano
concedergli la beatitudine che plachi la sua sete. Sfortunatamente,
l’uomo non è consapevole di essere quella stessa ānanda che
va cercando.
Le upaniṣad chiariscono ogni dubbio al riguardo, e asseriscono: ‘La
farina è resa dolce dallo zucchero di canna.’ La farina di riso, di
frumento o di legumi non è intrinsecamente dolce, ma lo diventa se
si aggiunge lo zucchero.
La lezione che le upaniṣad ci trasmettono è la seguente: il cosmo
creato è la farina, e il Principio Divino è lo zucchero; di conseguenza
la natura c’incanta e ci attrae. Quando sentiamo una melodia, vediamo
armonia o sperimentiamo il sublime, è la Divinità che si riflette,
e non la natura.
[2] Dio è descritto come aprameya, illimitato, non misurabile. Ciò significa
che Dio non può essere misurato come qualsiasi altro fenomeno
limitato.
Solo i Veda riescono a dare un’idea soddisfacente della Sua gloria e,
per mettere in evidenza tale concetto, Dio viene detto vedavit, conosciuto
attraverso i Veda.
Come menzionato nei sacri testi, ci sono tre metodi sicuri per acquisire
la conoscenza: pratyakṣa (percezione diretta), anumāna (deduzione)
e śabda (suono, parola autorevole).
Dopo che il latte è cagliato, possiamo chiaramente vedere la sua trasformazione;
il fenomeno viene quindi accettato e percepito come
vero (pratyakṣa, percezione diretta).
Quando nubi di fumo si alzano da una catena montuosa, deduciamo
che la foresta sia in fiamme (anumāna, deduzione).
Ecco qui un esempio di śabda che è il terzo mezzo per acquisire la
conoscenza. Se qualcuno è stato a Praśānti Nilayam e descrive con
precisione la località a un amico che non l’ha mai visitata, quest’ultimo
sarà in grado di raffigurarsi il luogo e i dintorni.
Śabda diventa ‘autorevole’ e significativo quando proviene dall’esperienza
diretta e da una comunicazione veritiera di quell’esperienza.
[3] Śabda ha due caratteristiche: taṭastha (aspetto apparente) e
svarūpa (stato o natura fondamentale).
Per individuare una casa che un visitatore sta cercando, noi gli diciamo:
‘Si tratta di quella casa su cui è appollaiato un corvo’: così
egli capisce. Ovviamente, quella è una particolarità temporanea della
casa.
Dio, l’Eterno Assoluto, è raffigurato, lodato e adorato come temporaneamente
manifesto; infatti, in alcuni luoghi è venerato come
Rāma, Kṛṣṇa, Viṣṇu, Īśvara, ecc. Queste non sono manifestazioni
essenziali della Sua natura, ma solo forme assunte per realizzare determinati
propositi, come conferire pace all’umanità, ripristinare la
giustizia e rafforzare la fede nel Supremo.
Gli attributi fondamentali e immutabili di Dio sono satyam jñānam
anantam (Verità, Saggezza, Infinità o Eternità): questa è la natura
intrinseca (svarūpa) del Brahman.
Tali attributi non cambiano in base al tempo, allo spazio e alla natura
di chi osserva, ma penetrano nel tempo, nello spazio e nella materia,
così noi possiamo percepirne cinque aspetti: asti-bhāti-priyam4
nāma e rūpa.
I primi tre: asti (Essere), bhāti (Consapevolezza), priyam (Beatitudine)
sono fondamentali e permanenti, mentre gli altri due: nāma
(nome) e rūpa (forma) sono temporanei e illusori. È inoppugnabile
quindi che per questi attributi ci sia un Creatore, immanente, che è
l’Artefice e il Sostenitore.
[4] Il sole, le stelle, la luna, gli oceani, la terra, mettono in evidenza
il Creatore che dobbiamo riconoscere. Ci sono due Principi che
insieme creano ogni cosa: colui che dà forma, e la sostanza.
Per fare una coppa d’argento deve esserci un fabbro che la forgia,
nonché l’argento che il fabbro deve modellare. Se esaminate a fondo
la manifestazione, vi renderete conto che i due Principi suddetti si
fondono in Uno, ovvero nell’Incarnazione di sat-cit-ānanda, Essere-
Consapevolezza-Beatitudine.
Poiché l’Uno è tutto questo [universo], riconoscerlo in ogni cosa conferisce
piena beatitudine.
L’uomo desidera ardentemente ottenere due benefici: sfuggire al
dolore e ottenere la gioia. Quando li raggiunge, è veramente libero e
ha conseguito mukti5, la liberazione.
Poiché nessuno conosce i veri effetti di mukti, chi è orgoglioso di essere
ateo o razionalista dichiara di non essere interessato ad acquisire
la liberazione. Mukti significa soddisfare i due desideri suddetti:
sfuggire al dolore e ottenere la gioia.
È possibile conseguire la liberazione seguendo la via dell’azione,
della ricerca o dell’adorazione? Le discussioni servono solo ad annebbiare
la questione. Tali discipline contribuiscono soltanto a ripulire
la mente, a rendere limpido l’intelletto e a purificare le emozioni.
Quando riconoscerete l’essenza atmica o divina in tutte le cose e
in tutti gli esseri, solo allora la beatitudine sarà sempre presente e
piena.
Il Principio Divino è la realtà, la base, l’essenza, l’oceano su cui le
onde si alzano e ricadono. Scartate il nome e la forma (che sono come
le onde), e contemplate asti-bhāti-priyam che è l’essenza contenuta
in ogni cellula e in ogni particella. Allora potrete immergervi in
nityānanda, la Beatitudine eterna. L’ānanda è onnipresente, l’individuo
deve solo realizzarne l’universalità.
Incarnazioni del puro Amore!
[5] Tutte le cose che si muovono devono avere una base ferma, immobile.
La natura si muove ma il Divino no. Pullman e auto percorrono
la strada e si muovono, mentre la strada rimane ferma e non fa
alcun movimento. Le immagini scorrono rapidamente sullo schermo,
ma lo schermo non si muove. Il corpo cresce e deperisce, i sensi
cercano un piacere dopo l’altro, e la mente balza da un pensiero all’altro
solo perché l’ātma è immobile e imperturbato.
Allora, quali sono le caratteristiche che ci permettono di riconoscere
l’ātma? La beatitudine è la sua vera natura, perciò l’ātma o Sé viene
così descritto:
nityānanda parama-sukhadaṁ kevalaṁ jñāna-mūrtiṁ dvandvātītaṁ
gagana-sadṛśaṁ tat tvam asi ādi-lakṣyam |
ekaṁ nityaṁ vimalam acalaṁ sarvadhī sākṣi-bhūtaṁ bhāvātītaṁ
triguṇarahitaṁ sadguruṁ taṁ namāmi ||
Beatitudine eterna, suprema estasi, solo [l’ātma è], Incarnazione della
suprema saggezza, al di là della dualità, infinito come il cielo, descritto
dal grande assioma vedico: ‘Quello tu sei’ (tat tvam asi).
Uno, eterno, immacolato, immobile e immutabile, l’Intelligenza che
tutto pervade, il Testimone di ogni essere e cosa, al di là di tutti gli
impulsi ed emozioni, non condizionato dai tre attributi o guṇa
(sattva, rajas e tamas), a tale Maestro di Verità m’inchino e rendo rispettoso
omaggio. (Guru Gītā6 .89)
[6] In generale, gli oggetti del mondo vengono ricercati da molti,
ignorati da alcuni e rifiutati da altri: la ragione è da attribuire alla
mente, non alla materia. Le simpatie e le antipatie vengono modellate
dalle vostre attività, dai pensieri e dai sentimenti.
Se la vostra reazione è positiva, voi farete dichiarazioni positive anche
nei Miei confronti. Se i vostri sentimenti sono malvagi, Io potrò
sembrarvi cattivo. Cambiare da un atteggiamento all’altro avviene
in voi, non in Me. Io sono sempre lo stesso. Poiché avete assunto
una forma, le reazioni dubbiose e titubanti sono inevitabili e tipicamente
umane, ma non toccano il Divino.
I cambiamenti delle reazioni e degli atteggiamenti avvengono a
causa delle fantasie del momento, della direzione presa dai desideri
e della pressione esercitata dall’ambiente e dai tempi.
Ieri avete visto una recita su Gesù, interpretata dagli studenti. Il discepolo
più amato, Giuda, aveva deciso di tradire il Maestro cedendo
alla meschina tentazione di ricavare pochi denari d’argento.
L’avidità per il denaro è un demone che intrappola i deboli. Se l’individuo
si lascia dominare dall’avidità, perde ogni traccia di discriminazione
e, per soddisfarla, accetta ogni tipo di scorrettezza.
Poiché la grande influenza di Sathya Sai si è diffusa su scala mondiale,
molte persone ignoranti colpite dall’invidia e dall’avidità raccontano
storie maliziose per svilire e diffamare la cultura di Bhārat.
La mente invidiosa sarà sempre impegnata a fare del male, è stato
così in tutte le epoche, ogni volta che il Divino è venuto in mezzo
agli uomini. Ma malgrado queste tattiche subdole, la missione non
vacillerà, il trionfo non sarà rinviato.
[7] Dovete fare grande attenzione alla seguente verità: non esiste
uomo che possa indicare dei difetti in Sai. Gli individui che sappiano
sondare veramente il significato e il valore del Principio di prema
(puro Amore), di cui Sathya Sai è l’Incarnazione, sono veramente
pochi. Questo Principio, completamente altruista, puro e sacro, si
sta diffondendo in ogni continente.
Le persone invidiose vedono avanzare rapidamente questa corrente
di Amore che tutto trasforma, e cercano di ostacolarla per mezzo
della falsità. Poiché i ricercatori e gli aspiranti sono sempre più interessati
a sostenere il patrimonio culturale e spirituale di Bhārat,
molte persone dalla mente ristretta e distorta cercano di denigrarli e
diffamarli.
Ma il successo della missione per cui sono venuto si propagherà
molto presto in tutto il mondo. La verità che tutte le religioni sono
aspetti dell’Uno, e che tutte le strade portano alla medesima meta, è
molto irritante per alcuni.
Nella recita di ieri, avrete notato che quando Gesù mise in risalto la
verità essenziale di condurre una vita buona e pia, le Sue parole furono
travisate anche dai capi religiosi, i quali cercarono di nascondere
le loro manchevolezze attraverso la diffamazione e l’ipocrisia,
e complottarono persino di torturarlo. Tutte le opere di Gesù erano
pure, sante e colme di amore altruista.
Un individuo può venerare la propria religione che, però, non deve
essere dissacrata dall’odio verso altre fedi. Impegnatevi piuttosto a
sperimentare il flusso del Divino Amore che santifica e sostiene: ciò
vi conferirà beatitudine permanente.
[8] In verità, l’attuale era di kali è la più benefica delle quattro ere,
perché avete in mezzo a voi l’eterna Incarnazione di ānanda in una
forma che potete avvicinare, adorare e dalla quale apprendere. Voi
cantate e conversate con Me, vi riempite gli occhi, le orecchie e il
cuore delle Mie parole e opere.
Il Mio non è un semplice corpo fisico composto dai cinque elementi,
né oggi è il Mio compleanno, anche se voi lo chiamate così. Questo
corpo può avere un compleanno, ma Io non ho nascita alcuna; voi
dite che ho cinquantaquattro anni, ma Io non ho un’età che possa
essere contata.
Eterno senza entrata né uscita
L’Uno che non era, non è, e non sarà
La Persona immortale libera da nascita e morte
Quell’ātma risplendente è SAI in eterno.
[9] Da un lato c’è l’adorazione per Me che si erge come l’Himālaya,
dall’altro c’è la diffamazione nei Miei confronti che s’innalza come
una grande catena montuosa; in entrambi i casi, Io rimango imperturbato
e indifferente. Come Gokak ha detto pochi minuti fa, Io poso
le mani e, in ugual misura, elargisco la Mia benedizione sulle
due opposte reazioni. Dove c’è il giorno c’è anche la notte, ma è il
medesimo sole che produce entrambi.
Siate calmi ed equilibrati anche voi, sforzatevi di trarre il massimo
beneficio dalla grande fortuna che avete. Impegnatevi nel servizio
disinteressato che è la disciplina spirituale più proficua. Di tutti i
servizi, il migliore è quello reso alla popolazione rurale che è stata a
lungo ignorata. Dedicate le vostre capacità ed energie a migliorare
le condizioni di vita dei vostri fratelli e sorelle che abitano nei villaggi.
Il servizio è Dio! Perché Dio vi ha dotato di un corpo, una mente e
un intelletto? Dovete capire con la mente, organizzare con l’intelligenza
e usare il corpo per servire coloro che ne hanno bisogno. Offrite
il vostro atto di servizio a Dio, adoratelo con quel fiore!
Mettete in pratica quotidianamente gli ideali e i principi che Sathya
Sai vi ha insegnato, divulgateli in tutto il mondo dimostrando di
essere esempi viventi della loro sublime grandezza.

Praśānti Nilayam, 23.11.1979