21 Settembre 1979
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Cibo e salute
[1] Tutte le attività dipendono dall’energia che l’uomo ricava dal cibo
che consuma. Per avere successo, le discipline spirituali dipendono
dalla quantità e dalla qualità del cibo assunto dall’aspirante,
persino durante la fase preliminare delle pratiche raccomandate da
Patañjali1.
Il più esterno dei cinque involucri che racchiudono il divino Principio
atmico, ovvero annamayakośa (l’involucro fatto di cibo), produce
il suo effetto sui rimanenti quattro involucri, vale a dire:
prānamayakośa – l’involucro dell’energia vitale, composto dai cinque
soffi vitali;
manomayakośa – l’involucro mentale costituito dal pensiero;
vijñānamayakośa – l’involucro dell’intuizione costituito dall’intelligenza;
ānandamayakośa – l’involucro più interno costituito dalla beatitudine.
Annamayakośa è l’involucro materiale, fatto di carne e ossa, prodotto
dal cibo consumato dall’individuo.
[2] Generalmente, i ricercatori con inclinazioni ascetiche considerano
il cibo come qualcosa che non meriti grande attenzione, ma essendo
il corpo e la mente fortemente interdipendenti, nessuno può
permettersi di ignorarlo. Com’è il cibo così è la mente, com’è la
mente così è il pensiero; com’è il pensiero così è l’azione. Il cibo è un
fattore importante che determina la vigilanza o l’indolenza, la
preoccupazione o la calma, l’intelligenza o l’ottusità. Le scritture
classificano il cibo come sattvico, rajasico e tamasico e lo mettono in
relazione con i tre guṇa o qualità, che portano lo stesso nome.
L’uomo è l’unico essere vivente che non ama il cibo crudo, allo stato
naturale. Gli altri animali mangiano granaglie, erba, foglie, germogli,
frutta, così come sono in natura. L’uomo invece fa bollire, frigge,
scioglie, mescola e usa vari metodi per cucinare, al fine di soddisfare
i desideri della lingua, dell’occhio e del naso; di conseguenza, il
valore nutrizionale degli alimenti viene ridotto o distrutto. Se i semi
sono fritti non germogliano, ed è la chiara dimostrazione che la loro
forza vitale è andata distrutta; perciò bisogna preferire i semi non
cotti, appena germogliati. Anche le noci e la frutta sono ottimi alimenti.
La noce di cocco, che viene offerta agli Dei, è sattvica e contiene
molte proteine, oli, amidi e minerali.
Gli alimenti contenenti molto sale e pepe sono rajasici e sono da evitare,
come pure quelli ricchi di grassi e amidi perché producono effetti
tamasici sul corpo. Anche assumere troppo cibo è altrettanto
nocivo ma, poiché ci sono molti alimenti buoni e saporiti, l’individuo
è tentato a mangiarne di più.
[3] Anche se l’aria è intorno a noi, non respiriamo più di quello che
ci serve. Il lago è pieno d’acqua, ma beviamo solo quello che la sete
richiede. Invece, mangiare più del necessario è diventato un male
sociale, un’abitudine di moda. Lo stomaco grida ‘basta’, ma la lingua
insiste per averne di più, così l’uomo diventa l’impotente bersaglio
di molte malattie e soffre di obesità, pressione alta e diabete.
Alimentarsi moderatamente è la medicina migliore per evitare una
vita piena di sofferenze.
Non correte in ospedale per ogni piccolo malanno, anche assumere
troppi farmaci è nocivo. Lasciate che la natura abbia piena libertà
d’azione per combattere la malattia e per farvi sentire bene. Usate
sempre più spesso i rimedi naturali e smettete di correre freneticamente
in cerca di dottori.
[4] Il tipo di cibo che consumate decide il grado di concentrazione
di cui disporrete; la sua qualità e quantità stabilisce se il vostro auto-
controllo è diminuito o aumentato. L’aria e l’acqua inquinate sono
piene di virus e germi nocivi, e devono essere evitate a tutti i costi.
Dovete stare molto attenti ai quattro inquinamenti: quello del corpo
che può essere lavato via con l’acqua; della mente che può essere
eliminato attraverso la verità e la sincerità; dell’intelletto, da rimuovere
con la giusta conoscenza; del sé che può essere eliminato grazie
all’anelito per Dio.
Le scritture dichiarano:
vaidyo nārāyaṇo hariḥ
Nārāyaṇa, Dio, è il medico che distrugge le malattie.
Dio è il Dottore, cercatelo, affidatevi a Lui e sarete esenti dalla malattia!
‘Giornata dell’Ospedale’- Daśarātra, Praśānti Nilayam, 21.09.1979