20 Novembre 1979
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Gli insegnanti devono dare l’esempio
[1] Gli uomini sono esperti in vari campi, producono e fanno funzionare
varie macchine, conoscono a fondo molti rami del sapere,
tuttavia non hanno acquisito la pace che è un loro diritto; in tal
modo sono trascinati via dalla fiumana della vita secolare. Pur essendo
dotati di molte capacità e competenze, che possono esercitare
attraverso il corpo, gli uomini non seguono la retta via della Verità.
Si perdono in piaceri falsi ed effimeri e sprecano i loro anni ignorando
la loro innata Realtà Divina. Tutto ciò è ben lontano dal traguardo
a cui dovrebbero aspirare.
La sola abilità, la progettazione e gestione di macchine, la vana
ostentazione, l’affermazione di essere uno jñāni che ha raggiunto la
liberazione, ebbene, tutto ciò non rivela il segreto della natura umana.
L’uomo è riuscito a risolvere il mistero che comprende tutti i misteri?
Ha trovato quella risposta che è la chiave di tutti i problemi?
Ha conseguito la conoscenza che gli fa comprendere quello che deve
sapere? La soluzione, la risposta, la conoscenza è una e solo una!
Perché strappare le foglie, spezzare i rami e tagliare il tronco per
abbattere l’albero? Tagliate le radici ed è fatta!
[2] I saggi vedici hanno messo in pratica l’ātma vidyā, la Conoscenza
del Sé. Anche i ricercatori di altri Paesi hanno compreso l’importanza
della scienza spirituale e della disciplina prescritta; poi l’hanno
tanto magnificata e divulgata con entusiasmo in tutto il mondo.
Sebbene l’ātma vidyā fosse già diffusa e da secoli illuminasse il Paese,
gli Indiani si sono ammassati entro il cono d’ombra che veniva a
crearsi sotto il faro di luce: tale è stato il loro miserabile fato.
I nostri avi leggevano con grande attenzione i testi che illustravano
la sacra cultura del nostro Paese, ne assimilavano il messaggio, praticavano
la disciplina spirituale e ne ricordavano gli insegnamenti
con gratitudine; come risultato, godevano di pace imperturbata. Essi
studiavano i grandi classici, come il Mahābhārata, il Rāmāyaṇa e
la Bhagavad Gītā, e le massime spirituali ivi indicate rimanevano
indelebilmente impresse nei loro cuori.
Per tutta la vita, questi saggi venivano guidati dai sacri testi che
ponevano sui loro altari, e che veneravano con la massima riverenza.
Il loro cuore era purificato e santificato dall’adorazione e dal lavoro,
e così venivano spronati a rendere servizio alla società.
Tuttavia, per un colpo imprevisto della malasorte, i tempi cambiarono.
L’era moderna albeggiò e i nostri avi s’inchinarono servilmente
di fronte a essa. I testi sacri vennero dimenticati e persino gettati
in disparte poiché contenevano ideali ‘primitivi’.
Gli studiosi occidentali, invece, li recuperarono, li studiarono scrupolosamente,
analizzando i loro suggerimenti su argomenti diversi,
come la medicina, gli armamenti, la matematica e l’astronomia; infine
li divulgarono proprio a coloro che erano stati i pionieri in materia.
Ora noi li accogliamo con esultanza, poiché l’uomo preferisce
il cibo stantio in casa d’altri che quello fresco a casa propria!
[3] Provando cieca ammirazione per lo stile di vita occidentale, gli
studenti indiani sviliscono le virtù ed esaltano l’arida erudizione, e
dimenticano che sono esseri umani in pellegrinaggio verso Dio; così
si lanciano a capofitto nel tentativo di spremere gioia dal mondo
materiale. Pertanto, il primo compito degli insegnanti è coltivare le
virtù nel cuore dei loro allievi: questo è molto più importante ed essenziale
che incoraggiare l’apprendimento delle varie materie.
Il sistema educativo moderno non riconosce né incoraggia i valori
morali e spirituali, perciò la comunità studentesca si è degradata ed
è diventata socialmente pericolosa. Gli studenti non sono minimamente
interessati a promuovere il benessere della società e non si
rendono conto dei loro obblighi sociali. Se il desiderio di fare servizio
non è sentito e se le capacità necessarie non vengono sviluppate,
i giovani saranno solo un onere per la comunità e si comporteranno
da opportunisti e sfruttatori.
Un cuore generoso contribuisce a diffondere pace e gioia. Una conoscenza
carente rende la mente ristretta, riduce il proprio interesse
per gli altri, fa gonfiare l’ego e alimenta l’egoismo; alla fine, fa scordare
la gioia che si ottiene dalle virtù. Studenti di questo genere non
sono in grado d’incrementare la prosperità della nazione né il progresso
sociale perché lo spesso velo dell’egoismo acceca i loro occhi,
li rende privi di dignità e indifferenti al loro destino; i giovani invece
devono rendersi conto dell’inestimabile patrimonio culturale e
spirituale che è loro retaggio. Una mente non influenzata dagli opposti,
un linguaggio non contaminato dalla falsità, un corpo non
corrotto dal peccato sono le qualità che ogni studente deve acquisire.
Gli insegnanti devono essere vigili e spronare gli allievi a evitare
la minima traccia di disonestà e scorrettezza in azioni e parole.
[4] L’egoismo, l’invidia e l’orgoglio sono le tre malvagie tendenze
che non devono prendere posto nei teneri cuori dei giovani; perciò
dovete incitare i bambini, che sono sotto la vostra tutela, a impegnarsi
nel servizio altruistico. È una vergogna che l’uomo si comporti
in modo egoistico, quando la sua vita dipende dall’attitudine
generosa e altruista dell’intera creazione. Egli deve condividere con
gli altri in modo disinteressato le informazioni, le ispirazioni e gli
insegnamenti acquisiti, le ricchezze o le proprietà ottenute: questo è
il suo dovere primario. Gli insegnanti devono quindi cogliere ogni
occasione per infondere questo ideale nel cuore dei loro allievi.
In India non c’è scarsità di persone ricche, di filosofi eminenti e di
grandi studiosi; nonostante ciò, il Paese non ha pace e la popolazione
è afflitta dall’ansia e dalla paura. Qual è il motivo di tale difficile
situazione? È la bramosia di arricchirsi e la mancanza di virtù, come
il servizio disinteressato e la rinuncia. I ricchi, i potenti, i dotti e
persino i capi religiosi e monastici sono presi nelle spire dell’egoismo
e sono incapaci di manifestare le virtù divine in loro latenti.
Gli insegnanti devono quindi colmare il cuore dei loro giovani studenti
di nobili ideali, in modo che possano diventare degli strumenti
forti e vigorosi per elevare l’India del futuro allo splendore che le
è proprio. Gli insegnanti devono dare il buon esempio, ispirare gli
allievi e mettere in pratica quello che predicano. Com’è l’insegnante,
così è lo studente! Quando si apre il rubinetto, l’acqua scende dal
serbatoio di riserva collocato al piano superiore. La qualità dell’acqua
del rubinetto è la stessa di quella del serbatoio. Quando il cuore
del guru è colmo di bontà, generosità e amore, anche gli studenti
esprimeranno queste virtù in ogni loro gesto.
[5] Si afferma che nel nostro paese ci siano più di 5.000 insegnanti
bālvika1; se ognuno di loro correggesse e migliorasse un centinaio di
bambini, la nazione verrebbe trasformata. Dovete esaminare atten-
tamente che cosa è stato raggiunto durante i quattro anni trascorsi,
da quando sono iniziati i corsi bālvika.
Se il guru coltiva una natura sattvica anche l’indole degli studenti
diverrà pura e virtuosa, ma deve essere vigile affinché le erbacce
dell’odio, dell’invidia e di altri vizi non si radichino nel suo cuore.
Gli insegnanti non devono creare fazioni rivali, vale a dire un gruppo
orgoglioso dei propri successi e un altro invidioso degli elogi ottenuti
dal primo, perché poi fra gli studenti sorgono inutili recriminazioni.
Considerate gli altri come vostri fratelli e sorelle, poiché tutti sono
Uno se sono visti come ātma.
Qualche volta potrà capitarvi di dover fare fronte a tendenze caratteriali
sbagliate, ma ricordate che fate parte della cerchia degli insegnanti
Sathya Sai bālvika. Se questi tratti del carattere dovessero
rendere schiavi gli insegnanti di altre scuole, forse non sarebbe così
grave, ma la vostra missione è ben più importante, e la speranza
che voi vi risvegliate è molto rincuorante. Pertanto, siate vigili perché
tali tendenze ostacoleranno e contamineranno i vostri sforzi.
Siate quindi consapevoli del sacro significato del termine guru, con
il quale siete conosciuti. ‘Gu’ significa oscurità, ‘ru’ vuol dire eliminare;
perciò il guru deve illuminare l’intelligenza del bambino ed
eliminare l’ignoranza che ne impedisce il pieno sviluppo. Se approfondiamo
l’argomento, troviamo che guru ha anche un altro significato:
‘gu’ significa ‘non limitato da attributi’ e ‘ru’ vuol dire ‘non influenzato
dalle apparenze.’ Pertanto, il guru deve essere privo di
pregiudizi e trattare tutti gli allievi con uguale amore.
[6] Riversate tutto il vostro amore sui bambini attorno a voi e istruiteli
con gioia e sincerità. Solo un atteggiamento del genere può giustificare
la vostra iscrizione ai corsi Sathya Sai bālvika.
Ovviamente, Sai non è inconsapevole del fatto che gli insegnanti
bālvika si sono impegnati con entusiasmo nel loro sacro compito, e
contribuiscono al meglio delle loro capacità al progresso del movimento.
Ma proprio come una batteria deve essere ricaricata ogni
tanto, così Io sto indicando certi difetti e pericoli che potrebbero recare
disonore. È quindi imperativo che troviate la via giusta e la seguiate
con regolarità e fede.
Ad esempio, prendete una lampada a olio: per farla funzionare ci
vuole il combustibile e ogni tanto bisogna pompare un po’ di olio; a
volte è necessario anche uno spillone per eliminare i possibili intasamenti.
L’olio è la fede, lo spillone è l’amore che vi spinge a compiere
il vostro dovere, e l’atto di pompare l’olio è la volontà che vi
sostiene. Inoltre, la lampada ha bisogno di uno stoppino, e il nome
del Signore che vi ispira continuamente è quello stoppino. Infine,
tenete conto dell’unità atmica che accomuna tutti e sforzatevi di rimuovere
l’ignoranza innata, vostra e dei vostri allievi.
[7] Durante la conferenza, discutete fra voi e scoprite quali risultati
avete finora raggiunto nello svolgimento del vostro sacro compito,
e stabilite i modi e i mezzi con cui ottenere un maggior successo.
Comunicate agli altri le vostre esperienze, i vostri suggerimenti per
perfezionare il programma didattico, il metodo d’insegnamento da
adottare e i mezzi per valutare i progressi raggiunti.
Vi consiglierei di prestare particolare attenzione alle attività che
possano favorire lo sviluppo dei talenti latenti nei bambini, nonché
accrescere la prosperità e la sicurezza sociale.
Un cattivo studente fa del male solo a sé stesso, ma un cattivo insegnante
può rovinare migliaia di vite. Siate costanti e stabili nei vostri
sforzi: un cartello indicatore che cambia direzione a ogni folata
di vento confonde ancor di più il viaggiatore disorientato. Inoltre
dovete coltivare il puro amore e intensificare il desiderio di fare
servizio. Ma più di tutto riempite la vostra mente di Dio e trasmettete
l’amore per Dio ai bambini; non aspettatevi una ricompensa per
il vostro lavoro, ma solo la gioia sui loro volti. Oggi gli insegnanti
sono più attaccati al loro stipendio che al dovere, sono più interessati
alla loro vita personale che al sacro compito che devono compiere.
Abbandonate la folle corsa alla laurea, cercate piuttosto le
opportunità per servire gli altri e per promuovere la prosperità della
nazione.
[8] La cultura indiana è in grande declino perché gli insegnanti, che
sono i suoi custodi e promotori, sono interessati a sostentare solo
loro stessi e le famiglie e a incrementare la loro fama e ricchezza.
I Veda dichiarano nel Taittirīya Āraṇyaka 10.12.3:
na karmaṇā na prajayā dhaṇena tyāgenaike
amṛtatva mānaśuḥ ॥ 1 ॥
Non con le opere rituali né con la discendenza o la ricchezza,
ma solo con il sacrificio e la rinuncia si può ottenere l’immortalità.
Pertanto rinunciate, rinunciate! Servite e donate ai bambini la vostra
conoscenza, la gioia e il vostro amore: in tal modo servirete la
società e la popolazione.
Gli insegnanti bālvika stanno facendo questo servizio con tutto il
cuore e credo che continueranno nel loro impegno con maggiore
gioia e sincerità. Le decisioni a cui giungerete in questi giorni non
devono essere scritte solo sulla carta, ma messe in pratica anche nelle
lezioni in classe. Sono sicuro che ognuno di voi sarà determinato
a fare del suo meglio per servire i bambini, la società e per salvaguardare
il patrimonio culturale dell’India.
Conferenza per insegnanti, Praśānti Nilayam, 20.11.1979