15 Gennaio 1979
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Perché tanta inquietudine?
[1] La vita umana è concessa agli esseri viventi a coronamento dei
risultati raggiunti durante numerose esistenze; tuttavia la vita è
molto instabile, la morte tende continue insidie e nessuno sa quando
verrà portato via. Pertanto non bisogna indugiare a stabilire la
meta della vita e a decidere quali siano i mezzi migliori per raggiungerla.
L’uomo deve staccarsi dal mondo esteriore e dalle sue attrattive per
raggiungere i livelli più profondi di consapevolezza. Questo viaggio
sarà ben ricompensato perché ci sono in serbo per lui preziosi
tesori di estasi.
Il mare getta sulla riva solo conchiglie e schiuma, ma chi ha l’audacia
d’immergersi nelle sue profondità sarà ricompensato con coralli
e perle. Ecco qual è la vera meta dell’uomo!
Chi si lascia sfuggire questo obiettivo nasce e muore, come un animale
che non è a conoscenza della sua sorgente interiore di gioia.
Chi invece scopre la sua sorgente interiore sarà ātmarāma, felice e
contento, sereno e amorevole.
La paura, l’ansia, la crudeltà e l’ingiustizia che tormentano oggi il
mondo sono dovute a un’educazione sbagliata che attribuisce più
importanza ai molti che all’Uno. Anche coloro che promettono di
curare le malattie del corpo lo trattano come se i suoi organi fossero
divisi e idonei a un’analisi dissociata. La natura è il corpo di Dio e
deve essere vista come unica. L’educazione spirituale porta l’attenzione
sull’Uno che sta dietro tutta l’apparente molteplicità.
[2] Oggi nel Tamil Nadu si celebra la festività di poṅgal. È il giorno
di uttarāyaṇa1 in cui il sole ‘procede’ sempre più verso Nord per un
periodo di sei mesi, i quali sono considerati più sacri dei sei mesi
successivi. Poṅgal significa bollire, traboccare, ciò significa che il
cuore deve traboccare di gioia per le grandi lezioni che il periodo di
uttarāyaṇa ci insegna.
Il Sole è la Divinità che presiede all’occhio e all’intelletto, e quando
il Sole ‘procede’ verso Nord anche noi dobbiamo decidere di progredire
sulla sacra via della realizzazione di Dio.
Quando Arjuna e Duryodhana andarono da Śrī Kṛṣṇa per chiedere
il Suo aiuto durante la guerra del kurukṣetra, Arjuna scelse il sentiero
di Dio, mentre Duryodhana preferì la via del potere materiale. Se
uno ha Dio al suo fianco, esiste forse qualcosa che non riuscirà a ottenere?
Più ricchezze accumulate più sarete legati, avrete più preoccupazioni,
più ansie e più paure. Non può esserci pace mentale per chi è
gravato dalla ricchezza; la gente cerca aśānti (agitazione, insoddisfazione)
perché non sa dove acquisire śānti (pace). Un uomo colto
ed ‘educato’ deve avere come prima qualifica la virtù di śānti, ovvero
non deve essere toccato dalla lode o dal biasimo, dal fallimento o
dal successo.
[3] È l’ego che fa sentire l’uomo contento o triste, perciò controllate
l’ego estendendo il vostro amore a tutti gli esseri viventi. Chi è tormentato
dall’ego non potrà essere felice quando gli altri sono felici,
o essere addolorato quando gli altri sono disperati, non riuscirà a
prendere iniziative positive per condividere la felicità e la sofferenza
altrui. Pur essendo molto erudito, un individuo privo di amore
profondo è soltanto un pericolo per la comunità.
Oggi avete pulito a fondo le vostre abitazioni e le aree adiacenti,
avete intonacato e imbiancato le pareti, disegnato dei motivi di
buon auspicio sul pavimento, legato festoni e ghirlande di fiori sopra
le porte: tutto ciò è solo una decorazione esteriore.
Decidete quindi di eliminare la malvagità dell’egocentrismo, dell’avidità,
dell’odio e della gelosia, e siate consapevoli della luce
nuova che scaturisce dal Sé in tutta la sua gloria.
Madras, 15.01.1979