28 Marzo 1975 – I tre stadi

28 Marzo 1975 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

I tre stadi

[1] Se qualcuno dice che gli sono stati dati i poteri di Sai Baba, ecco
che tutti si precipitano da lui. I poteri di Sai Baba sono tali che non
possono essere trasmessi a un altro. Nessuno ha la capacità di
prendere dei poteri da Sai Baba né l’abilità di darli a qualcun altro. I
poteri di Sai Baba non vengono dati così, e voi non dovete lasciarvi
fuorviare da simili asserzioni. Il potere che un uomo possiede è
dentro di lui, e non è possibile trasferirlo a un altro.
Così, permettendo a una mente debole di avere il controllo su di voi
e continuando a correre da un luogo all’altro, quando riuscirete ad
acquisire la forza mentale e a controllare la vostra mente? Dovete
sforzarvi di seguire un solo pensiero, una sola via. Non è necessario
cercare il potere spirituale andando in giro per il mondo e spendendo
un sacco di soldi. Restate nelle vostre case, sviluppatelo in
voi stessi: tale potere spirituale è in voi! Non c’è bisogno di correre
di qua e di là per acquisirlo. Dio non è all’esterno, non è al di fuori
di voi; Dio è dentro di voi.
Non siete semplici uomini, voi stessi siete Dio. Voi non siete una
persona sola ma tre: quello che pensate di essere (ovvero il corpo),
quello che gli altri pensano voi siate (la mente) e quello che realmente
siete: il Sé. Non cedete all’illusione che Dio sia in qualche
luogo e che voi dobbiate cercarlo. Dio è in voi; quando sarete in
grado di comprenderlo e di sviluppare il potere spirituale dentro di
voi, allora vedrete Dio. Per ora state seguendo la via della ‘coscienza
materiale e secolare’; se invece prendete la via della ‘supercoscienza’,
otterrete la realizzazione e sarete in grado di vedere la verità.
[2] La prima cosa che dovete fare è sviluppare la fiducia in voi stessi.
Sono proprio quelle persone che non hanno fiducia in sé che cominciano
a girare, a vacillare e a seguire vari percorsi. Se portate il
vostro corpo in tanti luoghi e andate in giro senza uno scopo, anche
la mente vagherà in tanti luoghi. Prima di tutto rendete stabile il
corpo, poiché se il corpo è sempre in movimento anche la mente lo
sarà; se avete un recipiente pieno d’acqua che si muove di continuo,
anche il suo contenuto continuerà a muoversi; perciò non muovete
il corpo e gli arti senza un motivo: questo è un esercizio essenziale
per praticare la meditazione. Dovete stare seduti tranquillamente e
il corpo deve essere fermo.
Perché si afferma che bisogna stare seduti eretti e calmi durante la
meditazione? Perché se il corpo è diritto e quieto, anche la mente
che è all’interno lo sarà. Se non riuscite a controllare il corpo, come
potrete controllare la mente? La prima regola è controllare il corpo
mantenendo gli arti e gli organi ben fermi. La causa di una mente
errante è che anche il corpo continua a girovagare; perciò la prima
cosa da fare è evitare il continuo peregrinare del corpo.
[3] Molti credono che la concentrazione sia la stessa cosa della meditazione,
ma fra le due non c’è attinenza. La concentrazione è al di
sotto dei sensi, mentre la meditazione è al di sopra dei sensi e li trascende;
alcuni hanno quindi l’errata impressione che la concentrazione
sia identica alla meditazione e così procedono su una via sbagliata.
La concentrazione viene usata involontariamente nella routine
giornaliera. Ecco un piccolo esempio: quando leggo il giornale, gli
occhi guardano le lettere, la mano tiene il giornale e l’intelligenza
pensa, come pure la mente. Se gli occhi fanno il loro lavoro, le mani
eseguono il loro compito, l’intelligenza svolge la sua funzione e anche
la mente lo fa, allora io sono in grado di leggere gli articoli del
giornale.
Non solo: se si vuole guidare un’automobile, senza concentrazione
non è possibile. Tutta la routine quotidiana come camminare, parlare,
leggere, scrivere, mangiare, si svolge solo grazie alla concentrazione.
Ma quello che voi dovete praticare è qualcosa che va oltre i sensi;
dalla condizione che è al di sotto dei sensi (lo stato di concentrazione)
dovete elevarvi al livello dei sensi (lo stato intermedio della
contemplazione); e da qui elevarvi al di sopra dei sensi fino a trascenderli
(lo stato della meditazione).
Tra la concentrazione e la meditazione c’è un’area di confine, detta
contemplazione. Essere nello stato di contemplazione significa liberarsi
da ogni attaccamento materiale. Se eliminate tutti gli attaccamenti
secolari, entrerete nella regione della contemplazione. Quando
avrete spazzato via completamente tutti i vostri attaccamenti,
supererete l’area della contemplazione per avanzare verso quella
della meditazione.
[4] I tre stadi suddetti possono anche essere descritti diversamente:
iniziando dalla base, che è la fiducia in sé, si passa alla soddisfazio-
ne di sé, poi al sacrificio di sé e lo stadio finale è la realizzazione di
sé. L’ultimo stadio dell’auto-realizzazione dipende dalla base che è
la fiducia in sé. Come primo passo, sviluppate la fiducia in voi stessi.
Se non coltivate tale fiducia, se continuate a parlare del potere
che ha un tale e di un certo potere che possiede un talaltro, se continuate
a girare e a dipendere dal potere di altri, quando acquisirete il
potere e la fiducia nel vostro Sé?
La pace e la beatitudine sono dentro di voi, non sono all’esterno.
Potreste decidere di recarvi sull’Himālaya per raggiungere la pace;
il vostro corpo potrebbe raggiungere quelle alte cime, ma la vostra
mente può restare in città. Allora come farete a ottenere la pace?
Avete portato il vostro corpo in India, ma se mantenete le stesse abitudini
che avevate in America, a cosa serve portare il corpo fin qui
in India? Il corpo non è l’elemento essenziale; la trasformazione deve
avvenire nella mente, il cambiamento deve verificarsi nella vostra
mente.
Molti raccolgono e accumulano una quantità di informazioni, ma
non le utilizzano per produrre una vera trasformazione in loro stessi.
Le informazioni sono inutili; è la vostra trasformazione che conta!
Potete menzionare in continuazione il nome di molti alimenti, ma
riuscirete così a placare la vostra fame? Invece, anche se mangiate
una sola cosa, potrete saziarvi! Allo stesso modo, invece di parlare
di tante cose nei vostri discorsi e di esibire soltanto conoscenza libresca,
se mettete in pratica almeno una delle cose che dite, quella
vi sarà utile e vi gioverà.

Bṛndavan, venerdì santo, 28.03.1975