1 Aprile 1975 – La Persona Cosmica

1 Aprile 1975

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La Persona Cosmica

[1] Grazie a una costante disciplina spirituale, l’uomo può controllare
le bizzarrie della mente che con la loro varietà e vanità causano
delusioni e angosce. Un proverbio telugu asserisce: “La pratica spirituale
può raggiungere cose che sembrano impossibili.”
È tuttavia essenziale essere consapevoli del gioco pericoloso che la
mente svolge, la quale prospetta una continua fonte di piaceri temporanei
senza concedervi alcun intervallo per valutare i pro e i contro.
Quando la fame di cibo è appagata, la mente vi mette davanti
agli occhi l’attrattiva di un film, ricorda all’orecchio l’incanto di una
bella musica, provoca l’acquolina in bocca per il gradevole sapore
di qualche cosa che desidera. Così il desiderio si trasforma rapidamente
in impulso ad agire, poi quell’impulso acquista sempre più
forza e il desiderio diventa incontrollabile.
Il peso dei desideri diventa gradualmente così gravoso che l’individuo
si scoraggia e si rattrista. Allenate la mente a rivolgersi all’intelligenza
per ottenere ispirazione e guida, e non ai sensi che desiderano
avventure e conquiste. Questa disciplina indurrà la mente a
ridurre le sue bizzarrie, così voi risparmierete tempo ed energia per
realizzare obiettivi più importanti. Quando i desideri sono esauditi
generano altri desideri, se non sono appagati determinano nuovi
episodi di vita terrena al fine di placare quella sete insoddisfatta.
[2] Il solo metodo per distruggere l’illusione del desiderio è dedicare
tutte le attività a Dio; impegnatevi nel lavoro senza alcun attaccamento,
animati da uno spirito di adorazione e lasciando a Lui tutte
le conseguenze. Considerate ogni essere l’incarnazione della Divinità
e venerate tutti offrendo loro servizio, amore e comprensione.
Solo il cieco rimarrà indifferente alle avvilenti condizioni di vita degli
altri, solo il sordo resterà indifferente al pianto del suo prossimo.
In realtà, non esistono gli ‘altri’! Tutti voi siete ‘cellule viventi’ del
corpo di Dio, e ogni cellula svolge la propria funzione individuale
per promuovere la Sua Volontà.
La gioia che si prova nel favorire la felicità dell’altro è incomparabile.
Il vostro cuore deve sciogliersi di compassione quando gli occhi
vedono la sofferenza di un’altra persona, e questo è il segno che
contraddistingue un individuo sattvico (nobile, puro); l’uomo tamasico
mostrerà indifferenza perché è troppo inerte e ottuso per lasciarsi
commuovere, mentre l’individuo rajasico (passionale) si precipiterà
a punire chi ha causato il dolore, ma potrebbe persino dimenticarsi
di alleviare le sofferenze di chi è stato ferito! La durezza
di cuore è la causa di tutta la crudeltà che deturpa la natura divina
dell’uomo, in tutti i Paesi del mondo.
[3] Ci sono migliaia di gruppi che s’impegnano nei canti devozionali
sotto gli auspici dell’Organizzazione di servizio Sathya Sai Sevā,
attiva in tutto il mondo. Questi gruppi tengono sessioni di bhajan
per circa un’ora, una o due volte la settimana, cantano la gloria di
Dio con vari nomi e forme e sono felici di fare tale esperienza.
Lo scopo di queste preghiere di gruppo cantate ad alta voce è differente
da quelle silenziose e individuali; si tratta di uno sforzo congiunto
e determinato che aiuta i partecipanti a vincere i sei nemici
interiori: la lussuria, la rabbia, la cupidigia, l’attaccamento, la presunzione
e l’odio. Questi uccelli notturni infestano l’albero della vita
e inquinano il cuore in cui hanno costruito il nido. Se cantate a
gran voce la gloria del Signore, il cuore viene illuminato, e questi
uccelli notturni non sopportano la luce; inoltre la voce che emana
da molte gole li terrorizza, e così fuggono via.
[4] È consigliabile per tutti praticare la via di mezzo. Un antico assioma:
ati sarvatra varjayet
L’eccesso di qualsiasi cosa è male
esorta a evitare gli eccessi in qualsiasi circostanza. Dovete rispettare
i limiti indicati e custoditi nei testi sacri, limiti stabiliti grazie all’esperienza
di secoli. Tali limitazioni agiscono come argini che tengono
a freno l’impetuosità delle acque; esse orientano le passioni
furenti verso canali innocui e vi salvano dalla rovina. Certamente,
l’uomo ha delle necessità primarie, fisiche, mentali e intellettuali,
che devono essere soddisfatte in una certa misura, ma è inutile sovraccaricarsi
con cibo non richiesto, attrezzature superflue e abitazioni
enormi. Il lusso snerva, indebolisce e rende schiavi.
I governanti del Paese devono essere d’esempio al riguardo poiché
l’uomo generalmente cerca d’imitare ed emulare: l’esempio è più
efficace del precetto. Un grammo di pratica è più valido di una tonnellata
di prediche. Ecco perché ho dichiarato che la Mia vita è il
Mio messaggio. La vostra esistenza deve essere un esempio tangibile
degli ideali che andate predicando. I genitori devono dare il buon
esempio ai figli, gli insegnanti devono dare il buon esempio agli
studenti e i capi politici devono dare il buon esempio a coloro che li
sostengono. Predicare l’austerità e allo stesso tempo vivere nel lusso
rivela solo la propria futile vacuità.
[5] I genitori parlano di onestà ma dicono bugie alla presenza dei
figli e li incoraggiano persino a mentire. Il padre, pur essendo in casa,
sollecita il figlio a dire al visitatore non gradito che non c’è. In tal
modo al bambino viene data, dal padre stesso, la prima lezione di
menzogna ed equivoco. È inutile poi accusarlo se, crescendo, diventerà
una minaccia sociale.
A dire il vero, la via migliore per ottenere la felicità è scegliere Dio
come guida e come leader. Allora Egli vi guiderà e proteggerà direttamente
dal vostro stesso cuore.
Una volta, l’imperatore Ś́ivaji1 ordinò ad alcuni messaggeri di corte
di portare al suo precettore Samartha Rāmdas2 una gran quantità di
provviste fra cui cereali, vesti, dolci e stoviglie. Il guru domandò:
“Per chi avete portato tutte queste cose, e perché?” I messaggeri risposero:
“Per te! Non hai nessuno che provveda a te, così il maragià
Ś́ivaji ti ha inviato tutte queste provviste.” Rāmdas rise e disse: “Io
ho la Provvidenza stessa che si cura di me; solo Dio non ha nessuno
che provveda a Lui. Perciò dite a Ś́ivaji di mandare tutto questo a
Dio!”
Oggi, in tutto il mondo c’è un’ondata di ansietà poiché sono aumentati
i prezzi e si sta cercando freneticamente di abbassarli. La
ragione fondamentale del rialzo dei prezzi è il declino del prezzo
dell’uomo. L’uomo deve comprendere il suo valore inestimabile;
non deve credere di valere solo quattro soldi e di non avere uno
scopo elevato nella vita. Egli deve sapere di essere l’ātma, il Sé immortale
e invincibile, e che il suo corpo è solo il veicolo dell’ātma.
[6] Tutti devono rispettare gli altri come fossero loro parenti, i quali
hanno la medesima scintilla divina e la medesima natura divina. In
tal modo, ovunque si otterrà un sistema produttivo adeguato ed efficiente,
un consumo oculato senza sprechi e una distribuzione equa,
e come risultato ci sarà pace e amore.
Oggi, l’amore fondato sulla Divinità innata è del tutto assente, perciò
c’è sfruttamento, inganno, avidità e crudeltà. Se l’uomo fosse
consapevole che tutti gli uomini sono ‘cellule’ del Corpo Divino,
non ci sarebbe più una svalutazione dell’essere umano. In realtà,
l’uomo è un diamante, anche se viene trattato dai suoi simili e da sé
stesso come un ordinario pezzo di vetro.
L’uomo potrà realizzare la sua missione sulla terra solo se si riconoscerà
come divino e se onorerà tutti gli altri come divini. Egli deve
adorare Dio nella forma umana, infatti Dio gli appare davanti nella
forma di un mendicante cieco, di un idiota, di un lebbroso, di un
bambino, di un vecchio decrepito, di un criminale o di un pazzo.
Dovete vedere oltre questi veli e riconoscere l’Incarnazione Divina
dell’amore, del potere e della saggezza, dovete riconoscere il Sai e
venerarlo attraverso il servizio altruistico e disinteressato.
Dio non può essere identificato con un solo nome e una sola forma.
Egli è tutti i nomi e tutte le forme. Tutti i nomi sono Suoi, tutte le
forme sono Sue. Anche i vostri nomi sono Suoi e voi siete le Sue
forme, ma apparite come corpi separati e individuali perché l’occhio
che li vede cerca solo i corpi, solo l’involucro esterno.
Quando santificherete e renderete chiara la vostra visione e guarderete
gli altri uomini con l’occhio atmico, l’occhio che penetra e trascende
il fisico con tutti i suoi attributi e annessi, allora vedrete gli
altri come onde dell’oceano dell’Assoluto, come ‘le mille teste, i mille
occhi, i mille piedi’3 del virāt4 puruṣa5 venerato e lodato nel Ṛg
veda. Sforzatevi di conseguire quella visione e di colmarvi di quell’infinita
beatitudine!

New Delhi, 01.04.1975