20 Giugno 1974 – Strumenti della Volontà divina

20 Giugno 1974  

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Strumenti della Volontà divina

[1] Sono contento di vedervi e di parlarvi in occasione del primo
raduno del Consiglio Direttivo delle Fondazioni di tutti gli Stati e
della Fondazione per l’Educazione e le Pubblicazioni.
I fini e gli obiettivi delle Fondazioni costituiscono essi stessi le
guide che possono ispirarvi nel vostro pio compito e aiutarvi a canalizzare
le capacità e la devozione in attività che favoriscano la
vostra realizzazione spirituale, come pure il benessere e la prosperità
dei vostri connazionali di ogni fede e condizione. Di questo
sono ben consapevole, ma dal momento che stiamo lavorando nell’ambito
di un sistema amministrativo e legale, dobbiamo prestare
la massima attenzione a fornire una contabilità corretta e precisa e
a soddisfare con sincerità tutti i requisiti di legge.
Ci sono molti Trust1, Fondazioni, che operano in questa nazione e
in altri paesi oltremare.
Desidero sottolineare che i Sathya Sai Trust2 devono brillare su
tutti per le loro caratteristiche speciali, devono basarsi sulla reciproca
fiducia e collaborazione, nonché sull’esperienza effettiva
dell’Unità di tutti. Qui non c’è posto per atteggiamenti egoistici,
per tattiche condizionanti, per la sete di potere, per le recriminazioni
e la gelosia.
[2] È certo che, dove si maneggiano soldi, questi mali sono comuni;
alcune Fondazioni sono persino obbligate a intentare causa
contro i loro stessi associati per abuso di fiducia, sino a ricorrere
alla Corte di giustizia. Ricordate che le Fondazioni sono edificate
sulle fondamenta della fiducia; se non vi fidate di voi stessi e della
vostra realtà, non potrete aver fiducia degli altri.
In realtà, la fiducia dipende dalla fede in Dio espressa nelle vostre
stesse azioni e nelle azioni degli altri. La virtù può crescere solo in
un’atmosfera di teismo: dovete aver fiducia nell’Onnipresenza di
Dio, credere che Dio è il testimone, la guida e il guardiano. La fiducia
in sé stessi, la fede di essere il Sé puro e illimitato, è il grande
sostegno che la religione può fornirvi. Se fisserete tale convinzione
nei vostri cuori, vi si potrà affidare qualunque responsabilità
e qualsiasi lavoro.
I Veda stabiliscono i quattro obiettivi dell’esistenza umana:
dharma, artha, kāma e mokṣa, che devono però essere realizzati a
coppie: dharma e artha (rettitudine e ricchezza) vanno insieme, così
come kāma e mokṣa (desiderio e liberazione). Ciò significa che la
ricchezza deve essere ottenuta con mezzi corretti, e il desiderio
deve essere rivolto alla liberazione. L’uomo, invece, ricerca questi
quattro obiettivi in modo distinto, e così perde tutto; li pone in
compartimenti separati e adotta piani diversi per conseguirli. La
sua personalità non è integrata e vive un’esistenza frammentata,
trascura dharma e mokṣa perché ritiene che siano oltre le sue possibilità
e spreca la sua vita rincorrendo artha e kāma, ricchezza e desiderio,
che lo portano rapidamente alla rovina.
[3] Nell’amministrare il denaro dovete praticare correttezza e rettitudine,
specialmente se la ricchezza viene impiegata per il miglioramento
e l’elevazione dell’umanità, come in questo caso.
Si afferma: ‘udyoga puruṣa lakṣaṇā’. Nell’uso comune, udyoga significa
l’impiego in un posto di lavoro, in qualcosa che valga la pena
di fare. In realtà, ud (superiore) yoga (disciplina) significa una disciplina
spirituale che abbia assunto l’importanza di un lavoro.
Tutti gli impegni di lavoro che assumete sono ud-yoga, discipline
superiori che ‘contraddistinguono l’uomo’ (puruṣa lakṣaṇā).
Quando si cerca la ricchezza attraverso il dharma, l’obiettivo umano,
il puruṣārtha, merita il nome di parama-puruṣārtha poiché è
orientato verso ‘para’, i valori superiori eterni.
[4] Questa è un’opportunità di servizio di cui dovete sentirvi
estremamente felici, poiché qui potrete trasformare la vostra fede
e devozione in atti di servizio a vantaggio dei vostri fratelli e sorelle;
e poiché Io sono con voi in tutto ciò che fate, non dovete
preoccuparvi per il successo delle iniziative, dovete essere solo
strumenti, senza avere bisogno di escogitare vie traverse o tattiche
tortuose.
Nel fare il vostro dovere come membri, avete bisogno di tutelare e
sviluppare anche la fiducia in Sai. È il lavoro di Sai quello a cui
siete invitati a partecipare e a gioire: è un lavoro nobilitante che vi
conduce più vicino al cuore del Divino.
Quando il Signore Nārāyaṇa accorse per salvare l’elefante dalle
fauci del coccodrillo, il Bhāgavata Purāṇa narra che Egli non portò
con Sé alcuna arma né il disco, e neppure il loto o la conchiglia,
ma andò a mani vuote, per quello che l’occhio fu in grado di vedere.
La mano consapevole deve avvalersi dell’inerte piccone per
dissodare le dure zolle; analogamente, la Consapevolezza Divina
deve avere prakṛti, il mondo oggettivo, come strumento per realizzare
il Suo progetto.
[5] Avete l’opportunità di contribuire alla felicità e alla beatitudine
di migliaia di persone. Per far fronte a un simile impegno, voi
stessi dovete vivere in modo esemplare. La vostra vita quotidiana
deve trasformarsi in una preghiera vivente, in una disciplina viva
e costante.
Quanti sforzi fate adesso per ottenere il benessere fisico! Ebbene,
dovete sforzarvi molto di più per conseguire la pace mentale e il
progresso spirituale, e per condurre una vita di Verità.
Valutate voi stessi il beneficio che ricaverete da questa disciplina a
cui siete stati ora iniziati, e preparatevi ad affrontare il compito
assegnatovi, per essere strumenti dediti a promuovere e a sostenere
la missione per cui la Divinità è venuta.

Bṛndavan, Corso estivo, 20.06.1974