Adveshtā sarva bhūtānām
Senza malanimo per alcun essere vivente
Sarva-bhūta-hite ratah
Impegnati per il bene di tutti gli esseri
Samah shatrau cha mitre cha
Equanimi verso il nemico e verso l’amico
[1] Questi gioielli contenuti nella Gītā, come tutti sanno, stanno ad indicare la necessità di praticare l’Amore Universale. La Gītā offre molte di queste gemme per aiutare gli uomini ad attraversare il mare della sofferenza. Nella Gītā, il Signore stabilisce la regola ideale: “Eseguite tutte le azioni per Me, diventate Miei, siatemi devoti ed abbandonate tutti gli altri attaccamenti.” Nel dichiarare che l’uomo non deve provare ostilità verso nessun essere vivente, la Gītā propone una lezione d’inestimabile valore interiore: in tutte le creature e persino nelle cose inanimate è presente, quale Principio attivo ed illuminante, la Divinità propriamente definita come Ātma.
Le asserzioni vediche:
Īshāvāsyam idam sarvam
Tutto questo [universo] è pervaso da Dio
Sarva bhūta antarātma
[Egli è] la Realtà interiore di tutti gli esseri
Vāsudeva sarvam idam
Tutto questo è Dio (Vāsudeva)
sanciscono fermamente questa profonda Verità.
Odiare o ferire gli esseri viventi è un torto a Dio, la Divinità onnipresente, ed equivale ad odiare o ledere sé stessi, poiché chi ferisce è un essere vivente che ha Dio come propria Realtà interiore quanto colui che è ferito. Potana1 realizzò questa verità e scrisse nel Bhāgavata:
Donami, oh Signore, un autocontrollo rigoroso!
Donami, oh Signore, l’adorazione dei Tuoi piedi di loto.
Concedimi la compagnia di chi adora i Tuoi piedi di loto,
e dammi compassione profonda, grande, illimitata verso gli esseri di tutti i mondi.
[2] Finché non sarete consapevoli della vostra Divinità, finché continuerete ad essere consci della vostra individualità separata e fino a quando penserete che voi siete voi e Dio è Dio, non potrete fare altro che lottare con le vostre attitudini e obiettivi. Questo è lo stadio detto ‘del ricercatore spirituale’. Durante tale fase dovete sforzarvi di acquisire le qualità dell’amore, della solidarietà e della compassione, poiché senza tali virtù non è possibile conseguire l’autocontrollo né la saggezza. L’amore è vitale, l’amore è Divino. Affinché un’azione sia idonea per essere offerta a Dio e sia abbastanza pura per conquistare la Sua grazia, deve manifestare amore. Più intenso sarà l’amore, più vicini sarete a Dio. Prema, l’amore puro, non è influenzato o modificato da considerazioni circa la casta, il credo o la religione, e non può essere macchiato dall’invidia, dalla malizia e dall’odio. Preservate l’amore dal veleno di questi mali; sforzatevi di coltivare sentimenti esenti da odio e liberi da pregiudizi e distinzioni. La radice di tutte le religioni, la sostanza di tutte le Scritture, il punto d’incontro di tutte le strade e l’ispirazione per ogni individuo è il Principio di Prema. L’amore è il fondamento più solido per la missione della vita, è la Luce che assicura la pace mondiale e la prosperità della terra. Saturate ogni parola d’amore, colmate ogni azione d’amore. La parola che emerge dalla lingua non deve tagliare come un coltello, non deve ferire come una freccia né colpire come un martello. Al contrario, deve essere un dolce nettare, un contributo di consolante saggezza vedantica, un soffice sentiero di fiori; le vostre parole devono diffondere pace e gioia.
[3] Amate per amore, e non per ragioni secolari o per esaudire i desideri materiali. Il desiderio genera ira, la quale provoca il peccato poiché sotto il suo effetto gli amici sono visti come nemici. L’ira è alla base di una moltitudine di calamità, perciò non siate sue prede. Trattate tutti, chiunque essi siano, con la compassione onnicomprensiva dell’amore. Questa solidarietà benevola deve diventare un sentimento spontaneo per tutta l’umanità.
Mentre inalate ed esalate, saturate il vostro respiro d’amore. Colmate ogni momento d’amore. L’amore non conosce paura. L’amore evita la falsità. La paura trascina l’individuo nella menzogna, nell’ingiustizia e nell’errore. L’amore non ambisce elogio: quella è la sua forza. Solo coloro che non possiedono amore in sé hanno sete di onori e fama. La ricompensa dell’amore è l’amore stesso. Se siete ansiosi di fare un’offerta al Signore, invece di offrire oggetti precari e temporanei, offritegli il vostro amore. L’amore è la vera luce, è l’unico codice di condotta completo ed integrale. L’amore non è una merce, non negoziatene il costo. Lasciate che fluisca limpido dal cuore come un torrente di verità, un fiume di saggezza. Non fatelo scaturire dalla testa e neppure dalla lingua. Lasciate che nasca, in tutta la sua pienezza e libertà, dal cuore. Questo è il dovere supremo, la forma più nobile di devozione.
Cominciate il giorno con Amore,
vivete il giorno con Amore,
colmate il giorno d’Amore,
trascorrete il giorno con Amore,
terminate il giorno con Amore:
questa è la via che conduce a Dio.
Se ripetete ‘Dio, Dio’ ma poi nei vostri cuori accogliete la rabbia e la lussuria, l’odio e l’invidia, non potrete elevarvi alla Divinità; scivolerete solo nel satanismo.
[4] La luna e la mente sono interconnesse, come l’oggetto e l’immagine. In questo giorno di Guru Pūrnimā la luna è piena, chiara e serena. La sua luce è fresca e piacevole; quindi anche la luce della mente deve essere gradevole e pura. Questo è il messaggio di oggi. Ciò significa che nel firmamento del cuore, la luna è la mente, ma lì ci sono molte nuvole, spesse e grevi: i desideri sensoriali e le attività mondane, che guastano la vostra gioia per la luce lunare. Lasciate quindi che la forte brezza dell’amore disperda quelle nuvole e faccia scendere su di voi la gloria della luce lunare. Quando la devozione rifulge in tutta la sua pienezza, il cielo nel cuore diventa una coppa di bellezza e la vita si trasforma in un incantevole viale di beatitudine. La bellezza del cuore e la beatitudine nella vita possono essere conseguite attraverso la mente, se questa lezione di oggi viene ricordata e compresa. Fortificati dalla grazia di Swami ed incoraggiati dalle Sue benedizioni, impegnatevi nella pratica spirituale, così otterrete il successo realizzando la meta della vita.
Prashānti Nilayam, Guru Pūrnimā, 29.07.1969