[1] Indulal Shah vi ha informato sulle delibere approvate dai vari Comitati che hanno consigliato modifiche e aggiunte da apportare ai regolamenti attualmente vigenti nell’Organizzazione. Lo scopo principale di queste regole vi è noto: è l’istituzione del Satsang che aiuterà a realizzare la Realtà, l’Ātma Sākshātkāra; è recuperare, in questo mondo agitato ed attraverso di esso, la pace che è un vostro diritto di nascita ed utilizzarla per illuminare il cuore rivelando lo splendore dell’Ātma che voi, in realtà, siete. Finché Arjuna riteneva di essere colui che compie l’azione e fruisce della ricompensa dei propri atti, era infelice. Ma quando il Signore Krishna gli insegnò e dimostrò che egli era solo uno strumento, che il suo dovere consisteva soltanto nell’arrendersi totalmente alla Volontà del Signore, e che quelli che intendeva uccidere erano in realtà già stati uccisi dal Signore stesso, egli fu liberato dal dolore e fu pervaso da un’ineffabile pace. Questo è l’insegnamento di tutte le religioni, un insegnamento che scorre come una sorgente sotterranea che va ad alimentare tutti i riti e le cerimonie prescritti da ogni religione in base al clima, alla posizione geografica e demografica di ogni regione. Questi rituali possono essere diversi, ma la lezione fondamentale di ogni religione è di arrendersi alla sovrana Volontà di Dio ed abbandonare i risultati delle azioni al Signore stesso. Tutto è Sua Volontà! Il vostro unico dovere è di plasmarvi, forgiarvi affinché diveniate uno strumento idoneo. Tutte le religioni, i precettori ed i riformatori dei principi morali hanno prescritto delle discipline per sopprimere l’ego assertivo, ma le direttive più antiche, più efficaci e praticate con maggior successo sono quelle prescritte dai Veda e dalle sacre Scritture indù.
[2] Se in una casa la moglie è bisbetica, non ci potrà essere gioia né pace; se il marito è un ubriacone ed un crudele tiranno, l’atmosfera sarà carica di odio e dolore. Nel corpo, se la mente è bisbetica o se l’intelligenza è tiranna, non potrà esserci pace. Il padrone di casa è l’Ātma, il Sé, ma raramente viene individuato come tale. Quando invece si realizza che il Sé è il padrone e viene riconosciuto in quanto tale, la gioia regnerà sovrana nella casa. In ogni caso, c’è l’«io» usato nel parlare e nel pensare come se possedesse il corpo e le membra, i sensi, la mente e la facoltà di ragionamento. Nessuno compie però alcuno sforzo per esplorare questo concetto di ‘io’ e non ha alcun interesse a scoprirne le caratteristiche né a sapere dove si trovi. Riflettere invece sul principio dell’Io è definito ‘Ātma vichāra’, indagine sul Sé. Ogni Unità affiliata all’Organizzazione Sathya Sai deve incoraggiare i propri membri ad approfondire tale indagine sul Sé e a non accontentarsi semplicemente di partecipare alle iniziative convenzionali, come le cerimonie per inaugurare una statua o un’effigie. Questa riflessione sul Sé sarà facilitata dallo studio delle Upanishad e della Bhagavad Gītā, la quale non è altro che l’essenza degli insegnamenti delle Upanishad.
[3] Diversamente, è sufficiente coltivare Prema, il puro amore, che non conosce distinzioni fra sé stessi e gli altri poiché tutti sono membra del Corpo Divino di Dio Onnipotente, ed è solo attraverso l’amore che si può raggiungere l’Incarnazione dell’Amore stesso. In questo caso non serve l’erudizione che costituirebbe un impedimento in quanto andrebbe ad alimentare l’egoismo, i dubbi e il desiderio di discutere e di mietere allori compiacendosi della propria cultura! Quando l’amore si sarà insediato, nessun membro dell’Organizzazione competerà con gli altri o li guarderà con superbia. Il vincolo d’amore legherà tutti come in una rara famiglia che conosce solo una volontà ed una direttiva. In casi eccezionali, la malizia potrebbe persuadere qualche mente meschina a rivolgersi alla corte di giustizia per risolvere qualche conto personale, ma nessun membro dell’Organizzazione che tenga in grande considerazione il Dharmasthāna, il Depositario di tutte le virtù riconoscibile in questa Forma e con questo Nome, farà mai una cosa simile nel dirigere le Unità.
[4] Poiché i Presidenti, i Vice-Presidenti ed i Segretari sono le sole persone invitate al Convegno, vedo che tutte le Unità si sono divise in due per permettere di partecipare a chi pretende un ruolo di prestigio. Chi si è rivolto al tribunale per chiedere di emettere un’ingiunzione contro una persona che partecipa a questa conferenza, aveva in mente di privare qualcuno di ciò che riteneva un privilegio unico. Io attribuisco questo fatto alla perversione mentale causata dalla bramosia e dalla sete di prestigio. In ogni caso, non concedo la Mia grazia in base a queste sciocche teorie. Una persona potrebbe anche non ricoprire alcun incarico, tuttavia essere degna della grazia, sempre che sia sincera nella fede e stabile nell’amore. Non cedete alla tentazione di ricoprire una carica o una posizione autorevole nei Centri. Fate in modo che gli incarichi siano a rotazione in modo che tutti possano godere dell’opportunità di essere a capo delle attività di servizio. Ci sono alcune associazioni che scelgono i responsabili mediante sorteggio perché pensano che la persona a cui viene assegnato un incarico sia valida quanto le altre. D’ora innanzi, la data d’inizio dell’anno ufficiale delle associazioni e delle varie Unità dell’Organizzazione sarà l’Uttarāyanam, ovvero la festività di Makara Shankrānti che generalmente cade il 14 gennaio. I resoconti annuali devono pervenire ai distretti e ai Presidenti degli stati e dei quartieri generali subito dopo questa data con i nomi dei nuovi Comitati eletti, se ce ne saranno. Un altro punto da considerare è che gli incontri pubblici devono essere organizzati solo sotto gli auspici dei Centri. Non ci deve essere competizione fra i Centri e le Unità affiliate nell’organizzare questi raduni che richiedono spese costose come la stampa e la distribuzione degli inviti, l’accoglienza dei relatori, la disposizione dei posti a sedere, i microfoni, ecc. Le varie Unità non hanno le risorse per far fronte a tutto ciò e, se un’associazione cercherà di oscurare le altre, l’atmosfera di cordialità e cooperazione verrà deteriorata. Pertanto, non ci devono essere lotte di parte fra i membri di un’Unità né fra un’Unità e l’altra.
[5] Per quel che riguarda il nāgarasankīrtan, non cominciate la processione troppo presto né troppo tardi; dovete camminare lentamente per le strade cantando a voce alta i nomi di tutte le Manifestazioni Divine proprio quando la gente del luogo si prepara al nuovo giorno che nasce. Non portate con voi nessuna foto o immagine che riveli la vostra devozione ad una Forma o ad un Nome particolare. Camminate in gruppi ben composti, gli uomini separati dalle donne. Non programmate di fare la processione con trattori, biciclette o carri. Non siate in competizione gli uni con gli altri nel cantare i Nomi divini e non coltivate invidia o odio. Fate in modo che chi è ben intonato e ha talento musicale stia davanti a condurre la processione, i cui canti devono risultare piacevoli e non stridere all’orecchio. Se la vostra voce stride o è stonata non disturbate i canti, ma ripetete i Nomi divini silenziosamente nella mente. Cantate in modo che il significato di ogni Nome sia chiaro a chi ascolta. Non ripetete ogni strofa più di due volte, in modo che lungo il tragitto ci sia tempo per cantare i vari Nomi delle molteplici Forme e Manifestazioni di Dio. Non programmate di percorrere distanze troppo lunghe per il gruppo. Mantenete un’atmosfera sacra dal primo passo all’ultimo.
[6] Radunatevi in un tempio o in un luogo sacro, ripetete il Pranava e il Suprabhātam e poi cominciate il nāgarasankīrtan. Ripetete la sacra sillaba AUM lentamente, contemplando i suoi immensi poteri. La A emerge dalla gola, la U rotola sulla lingua, mentre la M termina sulle labbra; vale a dire che l’OM, composto dalle lettere A-U-M, è la somma e la sostanza di tutte le parole che la lingua umana può emettere. È il suono primordiale, fondamentale che simboleggia l’Universale Assoluto. Dopo la M, il suono si smorza e c’è un’impercettibile eco che rappresenta il Nirākāra Parabrahman, ovvero il Supremo Assoluto, privo di attributi e di forma. La voce che prima sale nel pronunciare l’OM deve poi scendere gradualmente quando pronuncia la M, impiegando lo stesso tempo nella fase ascendente e discendente, per poi scomparire nel silenzio che risuona nella coscienza interiore. La devozione deve conferire pace e gioia, quindi non utilizzate queste associazioni di cui siete membri per disturbare la vostra pace o quella degli altri. Rammentate a voi stessi che l’obiettivo da raggiungere è la realizzazione del Sé e che, se intraprendete la disciplina spirituale, simili tendenze non si svilupperanno in voi. Attualmente create discordia e dubbi fra gli associati perché i vostri obiettivi sono materiali, gli ideali sono improntati al successo, alla notorietà e mirano ad esercitare il potere sugli altri. Trasformate le attitudini e la visione, rendete la vostra esistenza degna e fate in modo che le varie Unità dell’Organizzazione siano di maggiore utilità per tutti.
Convegno Nazionale Indiano,
Prashānti Nilayam, 22.11.1969