[1] La parola ‘Vishnu’ significa ‘Quello che pervade ogni luogo’, l’Onnipresente. Se si parla di un idolo di Vishnu, la gente ride e lo considera una pazzia, ma se vogliamo bere l’ambrosia dell’onnipresente Vishnu, ci occorre un cucchiaio, una tazza o un recipiente; l’idolo è solo uno strumento mediante il quale si può assaporare la gioia. La tazza può avere qualsiasi forma o aspetto; la gioia è il nettare che la tazza permette di gustare a chi è assetato ed angosciato. Dio è dolce ambrosia che sostenta e dà forza. Potete assorbirlo tramite una tazza che abbia la forma di Natarāja, Durgā o Krishna, Lingam, Ganesha o Cristo o qualsiasi altra forma che susciti l’ardore e appaghi lo struggimento.
[2] In questo tempio, ventun anni fa, collocai una di tali forme che molti aspiranti amano guardare. È la forma di Sai che risiedeva ed insegnava nella moschea di Dvārakāmayi a Shirdi; dietro la statua è avvolto in spire Shesha con cinque teste che fa ombra all’idolo. Che cosa rappresenta? Le cinque teste rappresentano i cinque sensi che posseggono sinistre, velenose potenzialità. Gli occhi vi trasportano nel regno dell’infatuazione carnale e della bellezza sensuale, le orecchie sono attente alle canzoni maliziose, la lingua sovraccarica la digestione con i cibi più saporiti, il naso vi trascina alla ricerca di aromi e profumi, il tatto cerca la morbidezza di sete e velluti e trascina l’uomo nel fango. Se l’uomo è in grado di controllare i sensi e di dirigerli verso obiettivi più benefici, allora l’occhio vedrà le orme di Dio nelle stelle e nei petali di rosa, l’orecchio udrà la Sua voce nel canto degli uccelli e nello scoppio del tuono, la lingua gusterà la Sua dolcezza in tutto ciò che l’attira, il naso scoprirà la fragranza in ogni cosa che evochi lo splendore di Dio, il tatto gioirà nello stringere le mani dei disperati e degli afflitti quali figli di Dio. Allora l’uomo riuscirà a vedere Dio che risiede nella cavità del cuore; questa è la lezione che insegna Shesha, il serpente dalle cinque teste.
[3] In questi giorni ci sono scioperi ed agitazioni. Gruppi di persone fermano la loro attività, cominciano a strillare, si astengono dal lavorare per raggiungere qualche scopo, causando danni e difficoltà ad altri. Consiglio a tutti voi di scioperare contro la mente, di non obbedire ai suoi tentennamenti e tentazioni. Siate fermi nella determinazione di seguire solo ciò che la vostra discriminazione vi indica come benefico. Ignorate la mente, rispettate l’intelligenza. Mettete i sensi al servizio dell’intelligenza, non come padroni della mente; dite loro che la mente è stata detronizzata, che non c’è più. La sensualità è una malattia che vi toglie pace e calma; questa malattia può essere curata con lo yoga, e non con i piaceri materiali che vanno a soddisfare i capricci incontrollati dei sensi. Yoga significa controllare gli impulsi mentali che rincorrono i desideri dei sensi.
[4] Dio è onnipresente, eppure ci sono scienziati che asseriscono di averlo cercato nello spazio e sulla Luna senza averlo trovato, perciò concludono che non c’è; essi non sanno cosa cercare né dove, eppure hanno l’insolenza di affermare che non esiste. Dio occupa forse un corpo o una forma identificabili? Ha una residenza ed un abbigliamento proprio? Dio è tutto ‘questo’ [universo] e molto di più, è in tutto ‘questo’ ed oltre. Egli è l’Animatore interiore dello stesso scienziato che lo nega! L’uomo stesso è Dio; tutta la materia, anche sulla Luna, è pervasa dalla Presenza divina. Cercare Dio con gli strumenti di laboratorio è come cercare di curare il mal di stomaco mettendo qualche goccia di collirio negli occhi. Ci sono una tecnica ed uno strumento speciale per quella ricerca, sviluppati e descritti da maestri esperti. Munitevi di una visione chiara mediante il distacco e l’amore, affinate il senso di discriminazione affinché non incorra nel pregiudizio o nella predilezione; in tal modo potrete vedere Dio in voi, intorno a voi, in tutto ciò che conoscete, sentite, siete. Il dottore vi dirà di togliervi la camicia prima di applicare lo stetoscopio e fare la diagnosi; ma voi avete un’altra camicia che vi ricopre il petto: i desideri che sorgono nel vostro cuore. Eliminate quella camicia e lasciate che la vostra vera natura, ovvero la Divinità, si riveli a voi ed a coloro che vogliono conoscervi.
[5] Tutti gli uomini sono scrigni colmi di gloria divina, ma voi amate alcuni come amici, odiate altri come nemici e li separate in fazioni e gruppi. Quando qualcuno è buono con voi, attribuite quella bontà alla Divinità in lui; quando invece è cattivo con voi, rallegratevi perché gli avete dato soddisfazione nel diventare l’oggetto della sua attenzione. Se qualcosa nuoce al corpo, il saggio non ne rimane impressionato perché sa di non essere il corpo; se invece qualcosa cerca di nuocere all’anima, il saggio rimane imperturbato perché sa che l’anima è in eterna beatitudine! Attraverso la disciplina spirituale, sforzatevi di diventare come quel saggio che non è influenzato dal piacere o dal dolore, dal guadagno o dalla perdita, dalla vittoria o dalla sconfitta. Siate testimoni imperturbabili di tutte le giravolte della fortuna. Un’indagine profonda vi rivelerà che queste sono effimere fantasie della vostra mente, non sono reali. Mediante la recitazione del Nome divino e la meditazione, potrete raggiungere quell’identità con la Realtà che vi convincerà che tutto è irreale, eccetto il supremo Brahman, l’Assoluto Universale.
Guindy (Madras), 22.06.1969