[1] Ciò che Indhra Devi ha asserito non è niente di nuovo per noi e per il nostro paese. Infatti, ha imparato qui gli elementi dello Yoga ed ora in Occidente, grazie allo Yoga, rende molte persone felici e colme di pace. La sua campagna “Luce nell’oscurità” non è altro che l’ideale dell’Eterna e Divina Legge Universale, vale a dire: “conducimi dall’oscurità alla luce”. È veramente sorprendente che si debba far esercitare la gente nella concentrazione; l’uomo, infatti, non può compiere alcun’azione senza la concentrazione. Per guidare la macchina, per sagomare un vaso sulla ruota, per disegnare, per eliminare le erbacce da un pezzo di terra, tutti questi lavori richiedono un’attenta concentrazione. Per camminare lungo l’autostrada della vita, ricca d’avvallamenti ed alture, per parlare con i propri simili dai temperamenti più svariati ci vuole concentrazione. I sensi devono essere imbrigliati in modo che non debbano distrarre o disturbare; il cervello non deve andare nella direzione sbagliata; le emozioni non devono aggiungere o togliere colore agli obiettivi ricercati: ecco il modo per avere successo nella concentrazione. Yoga significa eliminare tutte le agitazioni dal lago della propria coscienza interiore. Nulla dovrebbe provocare ondate d’emozio-ne o di passione sulla calma superficie o nella quieta profondità della propria coscienza. Tale stato di equanimità è la caratteristica della saggezza. La disciplina spirituale è la medicina e la ricerca è la dieta, che cureranno l’uomo da tutte le deviazioni ed agitazioni.
[2] Il processo di meditazione sulla Luce della lampada, che Indhra Devi vi ha spiegato, deve essere interpretato come segue: in primo luogo sentite che siete nella Luce; poi procedete alla realizzazione che la Luce è in voi; infine dovete essere consapevoli che voi siete la Luce. È meglio e più facile proiettare sul mondo esterno la luce che visualizzate dentro di voi, illuminando un’area sempre più grande del mondo e visualizzando tutti immersi nella Gloria Divina, che è anche in voi. Il momento, in cui percepirete di essere Luce, non avrete più peso, ogni cosa risplenderà. Ecco perché, sulla bandiera di Prashânti, la Luce dell’Anima è rappresentata come proveniente dal loto del cuore, vale a dire quando il Loto sboccia ai primi raggi del Sole della saggezza. Oltre alla Luce, potete adottare altri mezzi per vincere l’oscurità. Tutto ciò che fa risvegliare la consapevolezza dell’Universale, Infinito, Immanente, Trascen-dente, Onnipresente, Immenso Brahman è di beneficio. Potete avvalervi anche di altre Forme dell’Universale, come Krishna, il cui colore blu ha la fragranza dell’immenso cielo o del profondo mare. Contemplate quella Forma, raffiguratela mentalmente, soffermatevi con tutta l’attenzione su quella sacra immagine – la penna di pavone con i punti neri, le sopracciglia, gli occhi, il naso, la perla al naso, la bocca, le labbra, i denti, il flauto. Oh, potreste passare delle ore a raffigurarlo sul canovaccio del vostro cuore (la vostra attenzione vagherà lontano nelle fasi iniziali, ma non scoraggiatevi). È un esercizio assai efficace per sublimare i vostri pensieri e sentimenti. Ogni minuto trascorso in questa meditazione vi porterà un passo più vicini alla Liberazione, più vicini alla Città di Dio e alla libertà dai legami.
[3] Vi allontanate dalla vostra vera madre per attaccarvi alle balie, che vi hanno allevato. La vostra vera madre è Sai, il cui affetto non è contaminato dall’ego. Per questo Râmakrishna implorava Lei e la Sua grazia. In ognuno c’è un impulso interiore, che lo spinge a fondersi nella sua Realtà, così come un fiume è spinto fino al mare dalla forza della corrente. Il pendolo oscillerà da destra a sinistra solo se caricate l’orologio. Lasciatelo scaricare ed esso si arresterà. Analogamente, la mente oscillerà dal giusto al falso, dalla gioia al pianto, solo se ve la sospingete e la incoraggiate. Evitate di caricarla ed essa cesserà le sue bizzarrie. Non contate le vostre lacrime di dolore; non indugiate sulle vostre tristezze. Lasciate che passino attraverso la mente, come gli uccelli volano nel cielo, senza lasciare traccia dietro di loro, o come le fiamme e le inondazioni, che appaiono sullo schermo di un cinema senza bruciarlo o bagnarlo. Non dovete scoraggiarvi se siete delusi. Forse il vostro desiderio era ingiusto, o la sua realizzazione vi ha condotto in una situazione peggiore. In ogni caso tutto è la volontà del Signore ed Egli sa cosa è meglio. Delusioni e dispiaceri sono come la buccia della banana, serve a proteggere il gusto e a permettere che la dolcezza colmi di sé il frutto. In tali situazioni difficili fissate la vostra mente sullo splendore del Sé e sulla sua maestà; questo vi manterrà vigili e coraggiosi. Le bizzarrie dei sensi e della mente possono essere fermate con la frusta della saggezza del vero Sé, Âtmajñâna.
[4] Ogni giorno durante la meditazione, praticate la concen- trazione sulla vostra Realtà. Seguite giornalmente la stessa rigorosa routine: stesso orario, luogo, durata, metodo, posizione, in modo che tutto resti invariato. Così facendo, i fattori di disturbo possono essere facilmente sottomessi e domati. Come disse Râmakrishna, non scavate pochi centimetri in molti luoghi diversi, per poi lamentarvi che non siete riusciti a trovare l’acqua. Scavate in un posto solo con determinazione e con fede. Il perforatore andrà giù sino alla sorgente sotterranea dell’acqua; scavate “Râm” “Râm” “Râm” continuamente e fermamente e anche voi otterrete la ricompensa della Realizzazione. “Râm” è il nome della medicina; la malattia non verrà debellata se ripetete semplicemente il nome della medicina. È solo se la assumete che la malattia se ne andrà. Come la ginnastica è per il corpo, così la ripetizione contemplativa di parole sacre è per la mente. La ginnastica tonifica il corpo, la preghiera tonifica la mente e tiene lontano i cattivi virus. Il cuore è il vaso, l’intelligenza è la paletta della zangola, la pratica spirituale è il processo per fare il burro, la Realizzazione è il burro così ottenuto.
[5] Se vi lamentate che non avete tempo per la recitazione del Nome di Dio e per la meditazione, vi rispondo che è soltanto la pigrizia che vi fa sollevare tali argomentazioni. Come può un qualsiasi incarico di tipo inferiore esigere il tempo, che è legittimamente di diritto dell’unico compito, per cui l’uomo è nato? Alzatevi ogni giorno come se vi alzaste dalla morte e affermate: “Eccomi rinato. Che io parli soavemente ed esprima dolci parole, mi comporti tranquillamente e pacificamente verso tutti, possa compiere azioni, che diffondano felicità su tutti e possa formulare pensieri nella mente, che siano di beneficio per tutti. Possa questa giornata essere degna di servirTi”. Pregate così, seduti sul vostro letto, prima di uscire per gli impegni della giornata. Quando vi ritirate alla sera, mettetevi seduti ed esaminate velocemente tutte le esperienze del giorno; verificate se avete dato dolore o dispiacere a qualcuno con le vostre parole od azioni. Quindi pregate: ”Sto ora per morire e ricadere nel Tuo grembo. Perdona i miei errori; prendimi sotto la Tua amorevole protezione”. In fondo il sonno è una breve morte, e la morte è un lungo sonno. Esercitatevi a svegliarvi alle 3.00 del mattino, quando inizia il periodo dedicato a Brahman (dalle ore 3 alle ore 6), detto “Brahma-muhûrtam”. Potreste avere bisogno di una sveglia all’inizio, ma presto il bisogno di fare meditazione vi farà alzare. Non fate il bagno prima di meditare, perché il bagno rituale risveglierebbe i sensi e vi trovereste troppo carichi di impulsi e sospinti in direzioni diverse, per permettere al processo della meditazione di avere successo. Regolarità, sincerità, tenacia vi ripagheranno con il successo.
(Prashânti Nilayam, 22 Gennaio1967.pomeriggio)