[1] Qualcuno può asserire che i Veda siano solo una collezione di suoni, una serie di lettere, ma in realtà sono molto di più. I Veda sono Saggezza, e la Saggezza è Dio. La cultura di Bhārat, fondata sui Veda, elabora questa verità e ne incoraggia la pratica; tale verità deve ora essere portata nella vita quotidiana in modo che i gravi problemi che affliggono l’individuo e la società possano essere risolti. Nel corso della storia, alla tradizione vedica sono stati aggiunti molti riti e modelli di comportamento, ma ora è necessario scartarli e purificare la prospettiva: questo è uno dei compiti principali dell’Organizzazione. Lo sviluppo economico ed i piani quinquennali possono migliorare le condizioni di vita, ma se oltre a questi la gente non assimila la saggezza di base custodita dai Veda, questo progresso porterà alla rovina. La moralità ed un carattere virtuoso sono le vere fondamenta del progresso, sono necessità primarie. I principi morali si sviluppano nel regno dello Spirito, ma oggi lo Spirito è negletto; si soddisfano invece i bisogni fisici ed animali che vengono recepiti come lo scopo della vita, tanto che tutti gli sforzi sono diretti ad appagarli. Nel Krita Yuga, il Dharma era accettato e ricercato come il fondamento della vita. Nel successivo Tretā Yuga, Dio, che era custodito nel cuore, veniva accolto ed agognato. Nel Dvāpara Yuga si riteneva che sviluppare relazioni e attaccamenti verso parenti e amici fosse sufficiente per sentirsi sicuri e felici. Nel Kali Yuga, l’era attuale, il cibo e le comodità sono considerati gli elementi essenziali della vita.
[2] Oggi la gente ha più fede nei farmaci, i quali hanno preso il posto di una sana alimentazione, che in Dio; la vita è sostenuta da compresse e pastiglie: le pillole forniscono l’energia per compiere questo pellegrinaggio verso chissà dove! Esaminate il contenuto delle tasche di chi si reca in ufficio: non troverete un’immagine di Dio o una copia della Bhāgavad Gītā, ma sicuramente qualche aspirina o qualche pastiglia di Saridon! La stessa cosa accade nel caso di scolari che vanno a scuola o di adulti che vanno al cinema; persino nelle borsette delle signore ci sono capsule e pasticche. Anche se vi alimentate con dell’ottimo cibo, siate certi che le pillole vi rovineranno la salute, perciò non tramutate questi rimedi di ripiego in abitudini permanenti! Anche i grandi personaggi che si dichiarano maestri di spiritualità ed insegnanti di disciplina spirituale s’irritano se le loro abitudini, dalle quali sono dominati, vengono minimamente turbate; la meditazione o la ripetizione del Nome divino non possono svolgersi regolarmente se al mattino la tazza di caffè viene loro servita con qualche minuto di ritardo! Quanto sono deboli! Cosa possono raggiungere degli uomini simili? Come possono realizzare l’Ātma, il Sé onnipervadente, come loro Realtà? Essi si preoccupano più del corpo in cui vivono che di loro stessi! Non hanno fede nel Sé che desiderano ardentemente vedere, non aspirano sinceramente alla saggezza: imitano soltanto il modo e le parole di quelli che li hanno preceduti. Sviluppate amore, mostrate amore, attingete amore dal vostro ambiente: ecco il modo per meritare la condizione di ‘leader’. Molti girano per il Paese predicando la meditazione, presentandosi come esperti e maestri in modo da radunare un grande pubblico e fare mostra delle loro abilità, ma tale esibizione di talenti non è un segno di progresso spirituale: quest’ultimo non gradisce la pubblicità; la pratica spirituale si svolge in silenzio, al riparo da ogni sguardo. Il Nome e la Forma di Dio sono stati decantati da Mīra come ‘gemme preziose’, ma queste non vanno esposte come merce al mercato; solo gli ortaggi si espongono davanti agli occhi di tutti.
[3] Le Unità della nostra Organizzazione non devono incoraggiare l’ostentazione e l’esibizionismo, che sono estranei al percorso spirituale. L’Organizzazione è stata costituita per coltivare e sostenere l’amore, non è nata per forza: è sorta dal cuore per espandere il cuore. Il desiderio interiore di ricevere amore e diffondere amore si è concretizzato esteriormente sotto forma dell’Organizzazione. I pensieri sono il cotone, i desideri che essi modellano sono i fili, l’intreccio e l’interazione dei desideri è il tessuto, composto da trama ed ordito. Togliendo uno ad uno tutti i fili, ovvero i desideri, sparisce il tessuto, cioè la mente; quindi è meglio avere il minor numero di desideri: ‘Meno bagagli, più comodità, rendono il viaggio un piacere’, come vi ricordano le Ferrovie. Se conviene alleggerire il bagaglio per un breve viaggio in treno, quanto più impellente sarà ridurlo per il lungo viaggio della vita! Questo processo di limitare il bagaglio si chiama, nel linguaggio spirituale, Vairāgyam, distacco o rinuncia. L’Ātma, l’Assoluto senza forma, se si riflette attraverso un elemento sattvico (puro, equilibrato) si rivela come Īshvara o Dio; se si manifesta attraverso un elemento rajasico (attivo, passionale) è il Jīva, la persona individuale; se si manifesta attraverso un elemento tamasico (inerte, ottuso) è materia. Tutto è Ātma, il Sé, che viene però percepito attraverso diversi elementi. L’Ātma è la sola Realtà, l’Uno senza un secondo.
[4] Ci sono alcune caratteristiche del comportamento umano da cui possiamo apprendere valide lezioni. Se un uomo compie una buona azione, per esempio distribuire cibo ai poveri o costruire un tempio, sente l’esigenza di condividere la propria gioia con gli altri; quando è invece sollecitato da un impulso malvagio a compiere un’azione cattiva, non si sente di condividerne la vergogna. Oppure, pensate ad un altro aspetto del comportamento: se l’uomo si propone di fare una buona azione, è incline a rimandarla poiché qualcosa gli dice che sarà vivo anche l’indomani o per parecchi giorni o ancora a lungo; se invece decide di compiere qualcosa di negativo, lo fa subito, come se sentisse che domani potrebbe non esserci più. Tutte le azioni sbagliate conducono alla morte, mentre le buone azioni guidano all’immortalità. Ecco la lezione che possiamo trarre da queste osservazioni! L’ombra del mattino cammina davanti a voi e, per quanto veloci corriate, non riuscirete ad afferrarla né sui monti né sul piano; oppure l’ombra vi segue e voi non potrete sfuggirle. Tale è la natura del desiderio: potete inseguirlo o essere inseguiti, ma non potrete vincere né pareggiare. Il desiderio è un’ombra impalpabile, ma se lo orientate all’interno, verso il tesoro spirituale, darà considerevoli risultati. Quando siete impegnati nelle diverse attività dell’Organizzazione, dedicate tutti i desideri a Dio ed eseguite ogni cosa come fosse l’ingiunzione di quel Dio che avete insediato nel cuore.
[5] Oggi si sono riuniti i responsabili di tutte le Unità. Siete qui per valutare ed approvare varie regole e norme, ma in primo luogo dovete chiedervi ed essere certi della vostra risposta a una domanda fondamentale: “Perché siamo in questa Organizzazione? A quale scopo?” Dovete credere fermamente che l’obiettivo dell’Organizzazione è di eliminare gli ostacoli che tengono l’uomo lontano da Dio, che separano l’umanità dalla Divinità. Non c’è l’umano; tutto è Divino. L’Organizzazione deve elevare l’uomo al Divino. Nella nostra Organizzazione, certe persone alimentano le fazioni e insistono sulle differenze, altri non credono all’associazione né al suo ruolo, alcuni non mostrano alcun entusiasmo per il lavoro e sono pieni d’invidia e malizia. Se irrigate un albero di Neem, non potrete ricavarne dei dolci frutti di mango. Versate l’acqua della devozione sulla pianta della disciplina spirituale, e ne otterrete il dolce frutto della beatitudine. Trattate tutti come incarnazioni del Divino che adorate, considerate ogni vostra parola ed azione come un’offerta al Signore che venerate, così eviterete di essere contaminati da invidia, malizia, falsità, avidità, ira ed egoismo. Queste pessime qualità non devono trovare posto in nessun associato all’Organizzazione. Se accogliete l’adesione solo di quelli che vi piacciono e respingete chi ha fede e devozione, commettete un sacrilegio verso Dio. L’Organizzazione non deve attribuire importanza alle preferenze o alle avversioni di qualche funzionario: essa si fonda solo sulla devozione e sulla fede; chiunque le possegga ed ami l’Organizzazione come la propria vita vi troverà posto ed avrà il diritto di appartenervi.
[6] C’è ancora un altro punto su cui prenderemo una decisione domani, ma vi darò qualche indicazione già oggi. Ogni Unità ha un presidente, un segretario, un vice segretario e un tesoriere. Mi domando perché dobbiamo avere un tesoriere se non siamo interessati al denaro! Il nome stesso sta ad indicare il possesso di un tesoro che abbiamo raccolto, che custodiamo e sul quale contiamo! Noi trattiamo un argomento molto più prezioso del denaro: l’amore. Dove si raccoglie e si tiene denaro, crescono i malintesi, sorgono le discordie e l’amore se ne va. Il denaro ed i mezzi con cui gli uomini lo rincorrono hanno determinato il caos nel mondo. Fondate le vostre attività sul Dharma, riempite il cuore di amore, allora Io vi darò la Mia grazia e sarò sempre con voi. Che bisogno c’è di denaro per cantare i bhajan, per meditare e per fare le processioni mattutine? Per le processioni bastano le gambe per camminare, la lingua per cantare ed il cuore per accogliere il Nome di Dio. Solo per qualche motivo speciale e in occasioni particolari si possono raccogliere fondi purché vengano chiesti unicamente ai membri dell’Unità; fin dall’inizio questa è stata una regola di base dell’Organizzazione. Per tutte le altre attività non servono fondi; serve soltanto un cuore amorevole, puro e grande.
[7] In diverse Unità dell’Organizzazione si verificano alcune scorrettezze che devo segnalare; ne parlerò ora in modo che, quando li incontrerò separatamente, i rappresentanti di ogni Stato possano presentarmi il loro resoconto nello stato d’animo più consono. Se vi metto in guardia adesso, sarete più calmi e più chiari. La scelta del presidente di distretto o di Stato verrà fatta da Me, ma terrò conto anche delle vostre preferenze; mentre si valuteranno le nomine dovrà esserci un’atmosfera d’amore e tolleranza, e non d’invidia, eccitazione o esaltazione. Dopo aver scelto il presidente in uno spirito di pace e amore, la collaborazione e la tolleranza dovranno prevalere e tutti dovranno seguire le sue direttive e rispettare i suoi suggerimenti. Solo così la grazia divina scenderà su di voi. In certi distretti ci sono Unità che non svolgono alcun tipo di attività, oppure le loro iniziative sono contrarie ai principi e alle consuetudini di Prashānti Nilayam o alle regole prestabilite per l’Organizzazione; il presidente dovrà prendere provvedimenti immediati per allontanare queste sezioni dall’Organizzazione. In alcune Unità, gli iscritti partecipano agli incontri solo al 50%, oppure sono sempre assenti, mentre in altre non si tengono incontri del tutto, così nessuno può calcolare la percentuale delle presenze. In questi casi, l’applicazione delle norme e dei regolamenti è imperativa perché, se le regole stabilite non vengono osservate, l’Organizzazione finirà nella totale confusione. Colgo l’occasione per parlarvi anche di altre mancanze. Alcune Unità vengono fondate al solo scopo di far guadagnare denaro ai loro promotori. Se un certo nome, una certa persona ha ottenuto popolarità e rispetto in tutto il mondo, qualcuno è tentato di utilizzare quel nome associandolo alle proprie attività per riempirsi le tasche o per procurarsi notorietà: questo è un normale stratagemma. Personaggi del genere si trovano ovunque, ma se questo accade qui, l’Organizzazione acquisirà una pessima reputazione.
[8] È anche stabilito che chi appartiene alla nostra Organizzazione non deve avere alcun rapporto con altre istituzioni di carattere religioso o spirituale. Ovviamente, per quanto riguarda il servizio, gli associati devono aiutare tutti e servire tutti, senza distinzione; chiunque si trovi nel bisogno merita aiuto, tuttavia nessun iscritto deve mantenere relazioni con altre istituzioni. Per esempio, nella vostra località, può esserci una certa ‘Società Sai’. “Sai è Sathya Sai; Sathya Sai è Sai”- l’ho dichiarato spesso, e voi lo sapete ed avete capito la verità di tale affermazione. Perché allora, potreste chiedervi, la ‘Società Sai’ è distinta dalla ‘Società Sathya Sai’? Bene, questa Incarnazione che porta il Nome di Sathya Sai ha piena autorità su tutte le istituzioni costituite sotto tale Nome. Per la ‘Società Sai’ non c’è nessuno con quel nome che detenga ed eserciti la propria autorità, perciò se si raccolgono fondi, che siano usati bene o male, questa Incarnazione non ha alcun controllo tangibile sulla ‘Società Sai’. È dunque meglio tenere distinte le due cose e lasciare che entrambe seguano la loro strada. Ci sono tante altre associazioni fondate e dirette da ‘swami’ di vario genere; se tra noi c’è qualcuno che vi si associa, invito i presidenti di Stato o di distretto ad allontanare immediatamente queste persone. La gente può venerare chi preferisce, ma nell’Organizzazione non devono esserci uomini di duplice fedeltà. Soltanto chi ha fede e devozione per questo Nome e questa Forma può operare per realizzarne gli obiettivi con entusiasmo.
[9] Certo, ogni persona è divina, ma ci sono vari livelli nella manifestazione della Divinità. La brace sulla punta di un bastoncino d’incenso o di una sigaretta non può dare fuoco neppure a un pezzetto di legno secco, ma l’incendio di una foresta può consumare anche l’albero più verde con la sua irruenza. C’è differenza nel grado di manifestazione del Divino, come nella potenza della lampadina che trasforma la corrente in luce. Alcune persone dichiarano di essere superiori ma, anche se hanno raggiunto certe altezze, i loro occhi spaziano come quelli degli avvoltoi che scrutano la pianura in cerca di cibo. Le forme e i nomi sono quelli di maestri evoluti, ma i loro pensieri sono di basso livello. Non associatevi a persone simili, dalla visione gretta, per quanto elevata ne sia la posizione. Salvate voi stessi con il vostro sforzo, acquisite la discriminazione e realizzate la Verità. Allora potrete procedere ad aiutare gli altri verso la realizzazione.
[10] Gli incontri dell’Organizzazione dei diversi Stati si terranno nella sala di preghiera. Quando andrò lì, senza emozioni né parzialità, potrete suggerirmi i nomi dei presidenti che preferireste per gli Stati e i distretti ove finora non ne siano stati nominati. Anche nelle località dove ci sia già un presidente, potrete suggerire dei cambiamenti se lo ritenete opportuno. Fatelo però di comune accordo dopo una consultazione reciproca. Evitate animosità personali e non permettete che si verifichino malintesi. Ricordate che le caratteristiche essenziali degli associati sono la fede e la devozione; ricordate anche che lo sviluppo dell’Organizzazione porterà pace e serenità nel mondo afflitto dal caos. Il mondo potrà essere migliorato e salvato solo grazie al progresso spirituale e agli sforzi delle organizzazioni spirituali. Molti sostengono di essere impegnati nel servizio e in attività sociali che favoriscono il benessere della comunità, ma tutto quello che viene eseguito come un mestiere, senza ispirazione, rinuncia o amore, non può essere definito ‘servizio’. Io sono venuto per promuovere la prosperità e la felicità del mondo, perciò se voi diffondete armonia e amore per mezzo dell’Organizzazione, ne sarò compiaciuto. Potremo avere pace e prosperità nel Paese solo se tutte le Unità lavoreranno con amore e tolleranza e se collaboreranno all’unanimità nel servizio sociale.
[11] Alcuni presidenti mi hanno scritto che vengono fraintesi e denigrati e che ricevono lettere in cui viene attaccata la loro buona fede. Turbarsi per simili lettere è un segno di debolezza per l’aspirante spirituale. State attenti a non perdere la pace nel prestare attenzione a tali malignità. Date ascolto alla verità, alle cose che donano tranquillità, e la vostra pratica spirituale avrà successo. Neppure Io sono esente dalle calunnie. Vedete che i capelli mi coprono le orecchie? Mi arrivano tanti resoconti dai devoti, anche da quelli che vogliono diffamare o sparlare degli altri e diffondere falsi timori. I Miei capelli filtrano quelle dicerie e lasciano passare alle orecchie solo le parole vere e gioiose! Sono stato piuttosto brusco oggi, nel parlare di errori e mancanze; pareggerò il conto domani dandovi indicazioni sui modi migliori per impiegare le vostre capacità onde conseguire il progresso spirituale.
Conferenza Nazionale, Prashānti Nilayam, 21.11.1970