[1] Questa conferenza dei delegati di tutte le Unità dell’Organizzazione Sathya Sai di Prashānti Nilayam è per Me motivo di grande gioia. Sono certo che tutti i presenti conoscano bene lo scopo e l’importanza di questa Organizzazione che si è diffusa in tutto il mondo; in ogni caso è anche indispensabile tenere sempre d’occhio i relativi obblighi. La disciplina è essenziale per il successo di qualsiasi sforzo umano in ogni campo, sia esso economico, sociale, educativo o anche materiale, ma è ancor più indispensabile per ottenere il successo in campo spirituale. La disciplina della concentrazione, per esempio, è fondamentale anche per compiere azioni ordinarie come camminare, parlare, scrivere o leggere. Il progresso spirituale e la beatitudine dipendono dallo sforzo disciplinato e si possono ottenere solo con la fatica ed un duro lavoro, non certo seguendo una via comoda e piacevole. La vita diventa degna d’essere vissuta solo se l’uomo ha costumi disciplinati e una mente concentrata, se rinuncia ai piaceri sensoriali e ha fede nel Sé. Disciplina e concentrazione sono gli argini che controllano le acque di un fiume in piena e le dirigono verso canali utili e sicuri; poiché voi siete impegnati nella pratica spirituale e nella ricerca del Sé, la disciplina e la concentrazione vi saranno di grande aiuto in questo importante compito. Nessuno raggiunge la meta se non conosce la strada; nessuno può scegliere la strada e percorrerla se non conosce la meta. Dovete avere l’esatta cognizione sia della strada sia della meta, prima di decidere di mettervi in viaggio.
[2] Molti aspirano ai vantaggi di una posizione autorevole ma si sottraggono alle responsabilità che essa comporta. Non pensate che questo accada solo in India: oggi è l’attitudine degli aspiranti di tutto il mondo. Si vuole il potere ma non si gradisce l’onere che l’accompagna. I disordini e le tribolazioni in cui versa il mondo oggi sono causati da persone che, salite al potere, non fanno fronte alle responsabilità che i loro ruoli richiedono. Nessuno ha il diritto di occupare una posizione autorevole se non è in grado o non è disposto a sostenerne gli obblighi e se non li assolve scrupolosamente. Per quanto prestigiosa sia la sua condizione sociale o vasta la sua erudizione, per quanto ricco sia, non merita la posizione cui aspira o che già detiene. Nelle Unità dell’Organizzazione Sathya Sai si applicano le stesse regole: non c’è posto per chi non possiede l’abilità, la capacità e la buona volontà di assumersi le proprie responsabilità. Prima di entrare nell’Organizzazione o di richiedere un incarico, riflettete bene se ne avete l’aspirazione e la capacità; altrimenti, se in seguito vi lamenterete di qualche persona o di qualche programma, rivelerete soltanto la vostra pochezza o debolezza. Pensateci bene, valutate attentamente prima di associarvi all’Organizzazione; dopo avere aderito, collaborate generosamente con tutti e svolgete scrupolosamente i vostri compiti. L’Organizzazione si è diffusa ovunque, ma devo dire che si è allontanata dallo scopo per cui è stata costituita; infatti non ha apportato il benché minimo beneficio. Nel cammino spirituale, il primo passo è il servizio disinteressato attraverso il quale l’uomo può realizzare la Divinità che è tutta questa creazione.
[3] Certamente, tutti gli esseri e tutte le cose sono divini, ma mediante un’analisi intelligente dovete scegliere gli esseri e le cose che vi siano d’aiuto ed evitare quelli che vi siano d’ostacolo; questa è la via della saggezza. La corrente elettrica, il fuoco o un coltello affilato sono pericolosi se non sapete usarli, ma sono assai utili se sapete come utilizzarli: possono essere amici o nemici. Lo stesso vale per i sensi: se consentiamo loro di dominarci, essi diventano i nostri mortali nemici; se li controlliamo, ci aiutano a raggiungere il nostro obiettivo. L’uomo deve dominare i sensi che attirano la sua attenzione verso il mondo esterno; finché ne sarà soggiogato, non potrà liberarsi dalla schiavitù della dualità: piacere e dolore, gioia ed infelicità. I sensi costituiscono un ostacolo lungo il sentiero dello Spirito che conduce verso la coscienza interiore, e non verso il mondo esteriore. Gli animali non sono turbati dalla sete dello Spirito, ma l’uomo sì; egli ha ricevuto questo grande dono per grazia di Dio. L’uomo può liberarsi dal ciclo delle nascite e delle morti se si distacca dai sensi e si dedica intensamente alla ricerca della sua vera essenza. Conoscerete persone che sono amici o nemici oggi e che diventano nemici o amici domani; siate però certi che il desiderio è un nemico permanente; più cediamo a questo nemico, più dominante diventa, e più saremo sedotti e assoggettati. Oggi tutti sono saturi, dalla testa ai piedi, di desideri di ogni genere: ricchezza, condizione sociale, notorietà, lusso, ecc. Vari appetiti assalgono l’uomo da ogni parte ed in ogni istante, crescendo incessantemente in quantità e intensità. Gli argini della disciplina e del dovere vengono travolti dalla corrente dei desideri. Dovete coltivare il distacco, sviluppare la rinuncia e tenere i desideri sotto controllo; lo scopo della vita umana non è la ricchezza né la vanità, l’oro o la celebrità. Siate retti, virtuosi, sinceri in pensieri, azioni e parole; siate onesti con voi stessi. Il denaro viene e va, la moralità viene e cresce! Perciò occorre rinunciare alla bramosia per il denaro e ambire maggiore moralità.
[4] L’Organizzazione Sathya Sai collabora con persone appartenenti a qualsiasi fede poiché tutte le religioni, Cristiana, Parsi, Indù, Buddista, Giainista, Musulmana, hanno come dottrina fondamentale l’amore e la non-violenza. Sviluppate entrambe queste qualità, così potrete consigliarle ad altri e diffonderle. Il Paese di Bhārat (India) da tempo immemore ha annunciato in quale modo vivere: ‘Dopo averlo attraversato voi stessi, aiutate gli altri ad attraversare l’oceano del tumulto e del travaglio, del dolore e dell’infelicità.’ Realizzatevi, quindi aiutate gli altri a realizzarsi. Siate d’esempio: questo è il migliore insegnamento! L’India viene onorata come santa perché qui molti hanno rinunciato ai desideri ed hanno ottenuto il proprio compimento. I Santi hanno conseguito la liberazione e vissuto nella pace e nella gioia, ispirando l’uomo comune ed addolcendo i suoi giorni con l’amore e la fede; non essendo toccati dall’ego e dalla sua avidità, hanno trascorso i loro anni gioiosamente e vissuto più di cent’anni. Oggi invece, a causa del forte influsso dei desideri egoistici, la vita si è accorciata ed è diventata più misera ed infelice.
L’Organizzazione Sathya Sai si è costituita per portare nella pratica quotidiana i principi di Amore e di Non-violenza, nonché per promuovere l’indagine su quattro questioni fondamentali:
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Il corpo – che cos’è? (deham?)
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Io non sono il corpo (nāham)
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Chi sono io allora? (koham?)
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Io sono Quello (soham)
Noi diciamo ‘le mie mani’, ’il mio libro’, ‘la mia mente’, ‘le mie azioni’, ‘il mio pensiero’ poiché c’è un «Io» a cui tutti questi appartengono, il quale li utilizza come suoi strumenti. Chi è questo «Io»? Come la corrente dà energia e fa funzionare una macchina con tutti i suoi bulloni, ruote e cinghie, così l’«Io» vivifica il corpo inerte ed i suoi componenti interni ed esterni. Davanti a Me vedete un microfono collegato ad un cavo ma, anche se il microfono fosse nuovissimo ed il cavo di ottima qualità, senza la corrente la Mia voce non potrebbe raggiungervi. Così anche nel corpo ci deve essere questo «Io», o Potere Divino, che vivifica ed attiva la mano, l’occhio, la mente. Voi dovete svolgere le attività di servizio della vostra Unità Sai nella fede che la Volontà divina sia la forza motrice di ogni iniziativa. Chi siete voi? Siete quella Volontà divina che vi dà la vita, il vigore, la fermezza e la saggezza. Comprendere tutto ciò è lo scopo della vita, è la fine dell’ignoranza e dell’illusione di māyā.
[5] I saggi hanno stabilito per l’essere umano i quattro obiettivi della vita: dharma, artha, kāma e moksha, rettitudine, ricchezza, desiderio e liberazione; vale a dire che l’uomo deve acquisire la prosperità rettamente e desiderare soprattutto la liberazione da questa dualità altalenante. La liberazione è l’obiettivo che deve dominare tutte le attività della vita, mentre gli altri tre obiettivi devono essere suoi subordinati. Se volete che un albero porti fiori e frutti, non irrigherete rami e rametti dove si trovano le foglie e le gemme, bensì le radici! Analogamente, se volete raggiungere l’ultimo dei quattro obiettivi, la liberazione, sostenete la rettitudine: questo santificherà la vostra ricchezza e purificherà il desiderio, e vi farà conquistare la liberazione alla quale aspirate. Coltivate il Dharma e fate che permei i vostri sforzi per acquisire il benessere.
[6] Gli operatori dell’Organizzazione Sathya Sai devono abbandonare ogni idea di separazione o distinzione tra una persona e l’altra dovuta al credo religioso, alla casta, alla condizione di povertà o ricchezza; inoltre devono essere inclini a condividere i dolori e, cosa più difficile, le gioie degli altri. Io desidero che, ogni qual volta si verifichi qualche malinteso tra voi, lo risolviate esercitando l’amore e la tolleranza. Non dovete cedere all’emotività e permettere che questi equivoci divampino in litigi o in scissioni. Tenete presente che siete impegnati nell’esercizio di espandere il cuore, di raggiungere i piedi del Signore attraverso l’espressione dell’amore; se non coltivate amore, tolleranza, umiltà, fede e riverenza, come vi sarà possibile realizzare Dio? Oggi vediamo che confusione, paura ed ansia dilagano in tutto il Paese, perciò i volontari delle Unità Sathya Sai devono dare il loro contributo per diffondere un sentimento di amore sereno e tranquillo al fine di sovrastare l’ira e la violenza. Non c’è ente governativo che possa stroncarle con tanta efficacia e rapidità quanto voi, se lo farete con amore e fraternità. Il mondo può essere salvato solo dal potere dell’Ātma insito in ogni uomo; tale potere è raggiungibile mediante la disciplina spirituale e la grazia di Dio, che si può ottenere solo attraverso l’amore, la purezza e il servizio. Se tutto questo viene a mancare, la rovina è sicura, inevitabile. Oggi l’amore è una merce rara! Non c’è amore nella famiglia tra padre e figlio, tra marito e moglie. Allora deve scarseggiare anche tra i membri delle nostre Unità? No! Con la vostra condotta e il vostro comportamento dovete dimostrare che l’amore, fondato sulla realizzazione dell’unico Sé, può risolvere tutti i problemi del mondo.
[7] La vita è diventata molto artificiale; gli uomini agiscono in preda al terrore, e non sanno che cosa possa accadere loro al prossimo passo. Preparatevi ad essere fari di luce per guidarli sulla retta via. Siate lampade d’amore: in questo c’è tutto, non occorre fare altre penitenze o riti di preghiera. L’amore ed il servizio premuroso reso agli altri, i quali sono forme assunte dal Divino, vi procureranno la grazia di Dio. Decidetevi a coltivare e ad insediare l’amore nel vostro cuore; rendetelo universale, esente da ogni desiderio egoistico: diventate incarnazioni dell’Amore! Non m’interessa né mi rallegra sentire che questo o quel distretto abbia un numero di Unità maggiore rispetto a un altro. A Me interessa il lavoro, il cuore amorevole, il servizio disinteressato. Ci sono Unità che esistono solo di nome, altre che operano in modo opposto ai nostri propositi e ideali! Invece di permettere che continuino, è meglio chiuderle immediatamente; è meglio averne solo due o tre che funzionino bene piuttosto di centinaia che funzionino male o non funzionino affatto. Poche gocce di latte vaccino sono preferibili a una brocca colma di latte d’asina! Se delle Unità vengono aperte solo per permettere ai relativi responsabili di partecipare a queste conferenze, se i loro associati non hanno fede né devozione, se non si sforzano costantemente di realizzare l’ideale dell’Organizzazione, bisogna chiuderle. Se consentiamo loro di continuare ad operare, creeranno nell’Organizzazione la confusione ed il disordine che troviamo in ambito politico. Considerate bene le qualità che dovete sostenere e quelle che volete scartare, e agite in conformità per abbandonare i tratti indesiderabili e coltivare quelli auspicabili. Guardate avanti, riformatevi e procedete!
Conferenza Nazionale, Prashānti Nilayam, 20.11.1970