[1] Preso nelle spire del creato, l’uomo non riesce a vedere che è parte del Creatore; poiché s’identifica con l’involucro fisico in cui è racchiuso, non riesce a vedere l’unità di tutti gli esseri nell’Uno Assoluto ed Universale. Qualcuno ha scritto e studiato innumerevoli testi sulla disciplina spirituale e si è dedicato a molte discussioni, creando però solo una grande confusione. Invece chi ha messo in pratica almeno una pagina o due di quei testi rimane in silenzio e non desidera la notorietà né il successo; nel profondo del suo essere è felice, dissoda ed ara il suo campo interiore e pianta i semi dell’amore; le piante producono i fiori della forza d’animo, i quali fruttificano e donano pace ed equanimità. Questo è il messaggio dei Rishi, i Saggi Veggenti di questo Paese.
[2] Ogni essere umano ha tre errori da correggere: Mala (pensieri e tendenze impure e malvagie), Vikshepa (confusione mentale) e Āvarana (velare, sovrapporre). Mala è l’ignoranza di base che induce il decimo uomo (il quale conta gli altri nove e non sa che proprio lui è il decimo) a dichiarare che il decimo uomo non c’è. È quest’ignoranza (Mala) che lo induce a rilasciare una simile dichiarazione (Āvarana). Vikshepa, la confusione mentale, è l’effetto dell’ignoranza che spinge tutti i dieci uomini a cercare nel fiume quel decimo ‘andato perso’. Questa triplice impurità della mente può essere eliminata mediante il Nishkāma karma. L’effetto di Āvarana può essere superato coltivando la tolleranza ed il senso di appartenenza reciproca. Se i dieci uomini fossero legati da mutua solidarietà, nessuno di loro sarebbe stato ‘assente’. Allo stesso modo, l’azione di Vikshepa può essere vinta con il puro amore, perché l’amore avrebbe mostrato in modo evidente un uomo all’altro e nessuno avrebbe pensato ad un’assenza. Ecco il modo per conseguire la Beatitudine Suprema: mediante l’amore, la dedizione ed il servizio.
[3] Ci sono alcune altre cose che potete fare per conseguire il coronamento finale, ad esempio attenervi strettamente alla verità; infatti si afferma: ‘La mente viene ripulita dalla verità.’ La verità purifica: non ammette malignità o peccati, né difetti o disonestà. La falsità contamina la lingua di chi parla, l’orecchio di chi ascolta e persino l’aria che dalla lingua va al timpano. Ci sono suoni benefici e suoni malefici i quali riproducono gli echi corrispondenti nell’atmosfera. Le parole che scaturiscono dalla fede in Dio e dall’umiltà che ne deriva renderanno l’atmosfera pura; le parole che vengono pronunciate per vanità e rese esecrabili dall’ateismo la contamineranno. Pertanto usate solo quei suoni che rendono l’aria pura. Non siate bruschi o duri, non usate mai espressioni che offendano o feriscano, le quali sono l’empia progenie dell’odio e dell’orgoglio. Lodate il Signore, recitate gli inni che inneggiano alla Sua gloria, questo è il dovere che avete nei confronti di voi stessi e degli altri. Lo scopo del rito sacrificale di Dasara che viene celebrato in questi giorni è il seguente: ogni suono dei Veda è in lode a Dio e se i Veda sono recitati con il ritmo e l’intonazione corretti, come prescritto dalle scuole vediche tradizionali, l’atmosfera subirà una trasformazione considerevole, tanto che gli uomini, dopo averla respirata, saranno un po’ meno cattivi. La fede in Dio infonderà fiducia in voi stessi e negli altri e, in tal modo, il mondo sarà più felice. Gli americani possono camminare sulla Luna, i russi fare il picnic sul pianeta Marte, ma dovranno poi ritornare sulla Terra che è la casa comune per entrambi.
[4] Avrete appreso dal Rāmāyana che un giorno a Sītā fu mostrata la testa decapitata di Rāma per indurla ad abbandonare ogni speranza di rivederlo. Allo stesso modo i demoni mostrarono a Rāma la testa decapitata di Sītā affinché rinunciasse definitivamente a ritrovarla viva. Le due teste erano delle imitazioni preparate per ingannarli, non erano vere. Si può sostenere di avere ottenuto una vittoria autentica solo se si raggiunge non un satellite morto, ma la Stella vivente, non chandra (la luna), bensì Rāmachandra, il Signore che governa i satelliti ed i pianeti interiori, le motivazioni e le agitazioni interne. Quando le sue reazioni e le sue agitazioni interiori sono trasformate in divine, tutto quello di cui l’uomo fa esperienza attraverso i sensi, la mente e l’intelletto assume splendore divino, rivela la sua essenza divina, e così egli si fonde nell’amore. L’uomo può stare nel mondo e tuttavia rimanere imperturbato, purché abbia acquisito questa visione. Allora tutte le attività saranno compiute per l’Onnipotente, con la Sua grazia e per Sua volontà.
[5] A casa le donne non devono fare sbrigare i lavori domestici da cuochi, personale di servizio, baby sitter ed altri; esse non devono dipendere da loro per curare i figli o per servire il marito. Avere del tempo libero per fare meditazione, grazie all’intervento di questi domestici, non è una conquista spirituale. Svolgere le faccende di casa come atti di adorazione dedicati a Lui è più proficuo di ore di meditazione acquisite affidando il prezioso lavoro familiare a domestici salariati. Anche gli uomini devono rendersi conto che sciupare il tempo prezioso svolazzando da una vanità all’altra, rincorrendo maniere sempre più inutili e vacue di passare i giorni e le notti, è nocivo e va a detrimento dell’obiettivo primario della vita. Diffondete gioia, elargite forza e coraggio, consolate gli afflitti, aiutate gli zoppi a camminare ed i ciechi a vedere: ecco qual è la vera tabella di marcia dell’uomo. L’India si è ridotta ad una nazione mendicante poiché i suoi figli hanno abbandonato questi nobili ideali e hanno messo sul trono l’ego incoronandolo quale unico Dio da adorare.
[6] Qui a Prashānti Nilayam si sta tenendo un Convegno nazionale dei membri attivi delle Organizzazioni Sathya Sai, in modo che i volontari si ricordino nuovamente del loro messaggio. Se le lampade a olio diventano fioche, immettiamo dell’aria ed esse ritornano a splendere. Questi volontari tendono a diventare ‘flebili’, perciò li invitiamo qui in questo luogo e diamo loro ispirazione e direttive in modo che le batterie si ricarichino, così saranno pronti ad intraprendere ulteriore servizio. L’India ha sempre sostenuto che bisogna coltivare un carattere virtuoso mantenendolo in forma perfetta mediante l’attenzione e la vigilanza. Senza un carattere forte, stabile e costante, eventuali conseguimenti come la conoscenza dei testi sacri o i poteri Yoga saranno simili a frutti di plastica, saranno cioè imitazioni ingannevoli, incapaci di dare gioia o appagamento. Se la mente è impegnata nella recitazione della gloria di Dio e dei Nomi divini, non sarà tentata di mettersi sulla pericolosa china dei desideri insani. Due volte al giorno, mattina e sera, dedicate un po’ di tempo al canto dei Nomi di Dio insieme con persone che abbiano i vostri stessi sentimenti; se cantate all’unisono con piena consapevolezza del significato profondo di ogni Nome divino, il canto vi addolcirà la lingua e vi sarà di grande aiuto per sentire la costante presenza di Dio sia dentro sia fuori di voi.
Prashānti Nilayam, 19.10.1969