[1] La mente salta da un pensiero all’altro, lo accarezza per un momento e subito lo dimentica. Potrete riuscire a tenere la bocca chiusa ma è quasi impossibile tener ferma la mente: tale è la sua natura; la mente è tessuta con il filo del desiderio e la sua caratteristica è di svolazzare e fluttuare qua e là uscendo attraverso le porte dei sensi nel mondo esterno di colori, suoni, gusti, odori e contatti; ma può essere domata e l’uomo può farne buon uso. Se teniamo la mente impegnata in buone attività e buone iniziative, in particolare nella contemplazione dell’Assoluto Universale, dell’Eterno, ovvero di Dio, essa non andrà fuori strada e non condurrà l’uomo alla rovina, poiché Dio è la fonte di forza inesauribile, di gioia durevole e della più profonda saggezza.
[2] Il periodo tra i sedici ed i trent’anni è importante perché in quell’arco di tempo la vita aumenta di dolcezza; è il periodo in cui le doti naturali, le capacità e le attitudini si accumulano, sono sublimate e santificate. Se in quel periodo si nutre la mente con il tonico del servizio disinteressato, la missione della vita è realizzata poiché il processo di sublimazione e santificazione viene accelerato. Non fate servizio per ricevere un riconoscimento, per attirare l’attenzione, per conquistarvi la gratitudine o per l’orgoglio di dimostrare la vostra superiorità in abilità, ricchezza, condizione sociale o autorità. Servite perché siete spinti dall’amore e, se ottenete un buon risultato, attribuite il successo alla grazia di Dio che vi ha spronato operando in voi come amore. Se invece fallite, attribuite l’insuccesso alla vostra inadeguatezza, insincerità o ignoranza; esaminate i meccanismi dell’azione e purificateli da ogni traccia di ego, non accollate la colpa al destinatario del servizio, ai vostri collaboratori o a Dio. Non gongolate di presunzione perché siete membri dell’Organizzazione di volontariato ‘Sevā Dal’, un’opportunità da cui migliaia di persone di questa città potrebbero trarre profitto. Quel genere di egoismo potrebbe compromettere la vostra efficienza come membro dell’organizzazione e, in ogni caso, nuocerà al progresso spirituale. Il senso di ‘io’ e ‘mio’ si sviluppa a causa dell’ignoranza perché si è inconsapevoli della maestà di Dio e della Sua immanenza; per di più l’ira e l’avidità ne sono l’indegna progenie, tanto che questo perfido quartetto è all’origine di tutte le calamità che l’uomo deve affrontare sulla terra.
[3] In tutto il mondo, il servizio in ogni sua forma è soprattutto disciplina spirituale e igiene mentale. Senza l’ispirazione che deriva da tale attitudine, l’entusiasmo è destinato a declinare ed esaurirsi, oppure rischia di trasformarsi in orgoglio e vanità. Riflettete un momento: siete voi che servite Dio o è Dio a servire voi? Quando un pellegrino è immerso nel Gange fino alla vita, raccoglie tra le mani l’acqua sacra del fiume e, recitando una formula d’invocazione, versa quell’acqua offrendola al Divino; in realtà, non ha fatto altro che versare l’acqua del Gange nel Gange. Se date del latte ad un bimbo affamato o una coperta ad un fratello che trema per terra, state solo mettendo un dono di Dio nelle mani di un altro dono di Dio! Voi consegnate il dono di Dio a chi è il depositario del Principio divino! Dio serve, e vi permette di asserire che voi avete servito! Senza la Sua volontà, neanche un filo d’erba può ondeggiare al vento. Riempite ogni momento di gratitudine per Colui che dona e che è il destinatario di tutti i doni.
[4] Alimentate la volontà di donare, di rinunciare al piccolo per il grande, all’effimero per il duraturo. Il distintivo Sevā Dal non è una decorazione che si possa ottenere senza un prezzo. Esso è un simbolo che deve rivelare un carattere nobile, sentimenti generosi ed un impegno tenace; è un segno esteriore che indica entusiasmo, forza, capacità e fede. Come la calamita attrae il ferro, queste vostre qualità attireranno a voi i bisognosi, i depressi, gli afflitti. Se invece siete orgogliosi ed egoisti, ciechi di fronte all’affinità che lega tutti nell’amore fraterno, il distintivo è solo un tradimento. L’alimentazione è seguita dall’evacuazione, l’inspirazione è seguita dall’espirazione, il sangue deve affluire e defluire per circolare e mantenere la salute. Al prendere segue il rinunciare; sono le due facce della stessa medaglia. Questo si applica agli individui, alle società, alle nazioni e alla razza umana. La pace ed il progresso dipendono da sacrificio, rinuncia e servizio.
[5] Non limitate il vostro servizio al periodo in cui Io sono a Bombay o all’area dell’Istituto Dharmakshetra; siate pronti alla chiamata sempre, ovunque, con il sorriso, le parole gentili, i consigli utili, la sapiente attenzione, la risposta cortese. Guardatevi intorno, cercate opportunità per far rivivere, soccorrere o rianimare. Esercitatevi per essere d’aiuto velocemente ed efficacemente. Il servizio è la forma di austerità più gratificante, soddisfacente e gradevole! Esso scaturisce dall’amore e diffonde amore a profusione. Nel suo rapporto, il dott. Mistry, ha ricordato che state svolgendo un ottimo lavoro a Bombay con le donazioni di sangue, le visite negli ospedali, i centri di pronto soccorso nei vostri isolati, inoltre cantate i bhajan e promuovete l’istruzione elementare; ma quel che conta non è la quantità né la varietà del servizio, bensì la gioia e l’amore che irradiate. Il solo sentimento e la solidarietà non servono se non sono guidati dall’intelligenza. Date gioia a chi è triste, tranquillizzate chi è smarrito, chiudete gli occhi davanti agli errori altrui, ma teneteli ben aperti per scoprire i vostri. Sono tutti compiti difficili, ma è solo la pratica che può rendervi perfetti, non solo per le attività di volontariato ma anche per la meditazione sul Divino. La recitazione di formule sacre o preghiere e la meditazione vi renderanno più efficienti nel servire.
[6] La meditazione è necessaria perché conduce alla stabilità della mente che si concentra su un unico obiettivo, ed allo stato di perfetta equanimità. Praticare il servizio purificherà la mente ed accrescerà la concentrazione. Molti membri del Sevā Dal mi hanno riferito che ora sono in grado di meditare più a lungo e con più stabilità. A chi desidera meditare, alcuni suggeriscono di assumere droghe, calmanti e cose simili, ma non sanno che le droghe sono ingannatrici, debilitanti, pericolose e che hanno conseguenze deleterie. Io raccomando il servizio! Potrete sentirvi pieni di voglia di servire, ma senza vigilanza ed intelligenza il servizio non può dare frutti. Occorre prestare attenzione a tutti i dettagli; per esempio, voi obbligate alcuni a sedersi invece di stare in piedi per permettere che anche gli altri vedano, ma non vi rendete conto che ci sono persone che non riescono a stare sedute a terra a causa di problemi fisici. Prevalentemente vi spostate ai lati della folla e sul fondo, ma non prestate attenzione alla moltitudine seduta al centro. Non occorre che vi affanniate intorno a Me; curatevi piuttosto dei bisogni degli anziani, dei malati, dei bambini, della gente al sole, di chi ha sete o di chi è esausto per la fatica. Non urtate i sentimenti delle persone trattandole rudemente, non impedite a nessuno di avere il darshan. Mostrate a tutti la stessa cortesia che accordate agli ospiti che ricevete a casa vostra; questa è casa vostra e tutti sono i vostri ospiti, perciò fate in modo che abbiano un buon ricordo della loro visita al Dharmakshetra e dei volontari Sevā Dal!
[7] Questo è un esercito spirituale impegnato nella propria purificazione. Tale movimento deve diffondersi rapidamente in India per poi procedere verso i Paesi d’oltremare. I membri dell’Organizzazione Sevā Dal possono essere trasferiti in luoghi diversi per addestrare altri volontari; se una persona è colma dell’anelito di servire e della convinzione che tutti siano incarnazioni del Principio divino, questa è di per sé la meditazione più potente e proficua. Praticate ciò che predicate, siate ciò che professate; le vostre parole e le vostre azioni devono concordare. Tenete i sensi e la mente sotto il più rigoroso controllo; siate teneri ed amorevoli nel parlare e non offendete i sentimenti di nessuno, nemmeno di un bambino piccolo. Allora l’Istituto Dharmakshetra diverrà come Prashānti Nilayam, la dimora della pace suprema e della gioia. Se i membri del Sevā Dal ed i volontari della città di Bombay, uomini e donne, si eserciteranno seguendo queste direttive e progrediranno nella disciplina spirituale, una delle prossime festività che ora viene celebrata a Prashānti Nilayam può essere tenuta qui! Così potremo dire alla gente che vi parteciperà che ha ottenuto una così grande occasione grazie alla bontà, alle virtù e all’efficienza dei volontari Sevā Dal!
Bombay, Dharmakshetra, 19.05.1969