17 Marzo 1973 – La giusta prescrizione

17 Marzo 1973 

Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

La giusta prescrizione

[1] C’è una sola via verso Dio che possa soddisfare le aspirazioni
del jīva1 tattva (la natura essenziale dell’individuo): la via della
devozione, della dedicazione di tutte le attività a Dio e dell’abbandono
alla Sua Volontà; ma la devozione deve basarsi sulla
convinzione, e non su un credo cieco e irragionevole: ecco perché
sottolineo sempre l’importanza del ruolo dell’intelligenza. L’intelligenza
è un dono speciale di Dio all’uomo perché conferisce il potere
di discriminare tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La
pace e la felicità dipendono dalla scelta dei giusti mezzi, che sono
materia di decisione dell’intelligenza. Anche la prosperità dipende
dall’intelligente utilizzo delle risorse disponibili. L’intelligenza vacillante
dell’uomo, che ha perso la sua purezza e la concentrazione
mirata a un unico obiettivo, è responsabile di tutti i conflitti che
oggi dilagano.
Pertanto v’invito a pregare Dio affinché vi conceda la capacità di
pensare in modo retto, sincero e aperto e affinché possiate attenervi
alla giusta decisione, una volta presa, senza essere afflitti da
egoismo, avidità e odio. Pregate per avere una mente equilibrata,
libera da pregiudizi e da passioni.
[2] Nel ricercare la felicità, l’uomo deve stare attento a tre doveri
fondamentali:
1) Deve dimenticare ciò che va dimenticato, ovvero il mondo
circostante e i suoi seducenti piaceri.
2) Deve raggiungere quello che va raggiunto, cioè il Divino, la
presenza dell’Onnipotente.
3) Deve abbandonare quello che va abbandonato: i desideri e le
acquisizioni materiali.
La seguente preghiera vedica sintetizza bene tali aspirazioni:
asato mā sat gamaya,
tamaso mā jyotir gamaya,
mrityor mā amrita gamaya
Conducimi dall’irreale alla realtà,
dalle tenebre alla luce,
dalla morte all’immortalità.
Sforzatevi di eliminare la falsità per conseguire la verità, di acquisire
la conoscenza di voi stessi e dell’origine di tutti i Sé, e di liberarvi
dell’ignoranza originaria. Tenete lontani i pensieri e le ansie
relativi al corpo, che è soggetto al decadimento e alla morte, e siate
consapevoli dell’Anima Immortale che voi realmente siete.
[3] Questa ghirlanda può insegnarvi una grande lezione spirituale:
il suo unico filo ha tenuto insieme tutti i diversi fiori con grande
armonia. In sanscrito, il filo che unisce è detto sūtra2. Infatti, c’è
anche il brahmā sūtra, il Principio Universale del Brahman che passa
attraverso i jīvi (individui) e li unisce tutti nel legame atmico.
Tutti i figli e le figlie di questa madrepatria sono uniti in un
gruppo interdipendente dal filo della Divinità che passa attraverso
di loro.
Incarnazioni del divino ātma, quali voi siete, non abbiate paura dei
dolori e delle sconfitte che incontrerete. L’arancia è avvolta da una
buccia amara; eliminatela e mangiate il dolce frutto che essa ha a
lungo protetto. Il frutto, ossia la vostra vita, è avvolta dall’amara
buccia dell’ira, della concupiscenza, dell’avidità, dell’arroganza,
dell’attaccamento e della gelosia; togliete la buccia e gettatela via
per assaporare finalmente la dolcezza.
[4] Siate sempre dediti a compiere azioni buone e altruistiche; fate
attenzione a non offendere fisicamente o mentalmente gli altri con
le vostre parole, azioni e pensieri. Se negli altri vedrete la malvagità
e l’ingiustizia, esaminate prima di tutto la vostra condotta e il
vostro carattere, perché ciò che vedete negli altri può essere il risultato
di quello che è in voi stessi. Indossate gli occhiali dell’amore
e il mondo intero sarà colmo d’amore.
Dio è presente solo dove regna il bene; se esaminate l’attuale
comportamento degli uomini, vedrete che la visione è maligna,
l’ascolto è perverso, i pensieri sono impuri, perciò anche la natura
umana in voi viene infangata e resa bestiale, o anche peggio. Se
Dio entra nella visione, nelle cose ascoltate e in quelle pensate, allora
la vostra vita sarà felice e proficua. Controllate la mente e re-
golate gli impulsi che da essa emanano con lo strumento di un’intelligenza
lucida e chiara; questi sono i requisiti preliminari per
avere una vita felice. Tenete sempre il Nome di Dio sulla lingua e
la Sua gloria nel ricordo; cercate la compagnia delle persone buone
e pie.
Se seguirete tali prescrizioni, sarete liberi da ogni ansia, paura e
falsità.

Mogha, 17.03.1973