[1] I presidenti regionali hanno letto i rapporti sugli sviluppi avvenuti nei loro distretti e sulle attività intraprese dalle varie Unità Sathya Sai di loro competenza; la maggior parte di questi rapporti sono stati preparati frettolosamente, senza una conoscenza di prima mano, e molti di essi sono stati ‘gonfiati’ all’ultimo minuto per poterli presentare. Solo in alcune località dello Stato viene svolto un lavoro autentico e sincero. Avrete notato che ero in piedi dietro il tendone, in mezzo ai delegati, e mi muovevo da un punto d’osservazione all’altro mentre venivano letti i rapporti. Sul palco c’è una poltrona per Me, ma l’ho occupata solo per poco poiché il Mio posto è fra voi, con voi e ovunque ci sia lavoro. Ecco perché sono passato in mezzo a voi e poi sono rimasto in fondo; ho voluto così dimostrarvi che anche a casa vostra, quando cantate i bhajan o eseguite un atto di adorazione come servire i bambini, i malati o i poveri, Io non resto seduto su un seggio speciale, distaccato e distante. Non crediate che stia sul piedistallo che mi offrite; sono parte di voi, un compagno che partecipa a tutti i vostri sforzi, che v’ispira e v’istruisce se voi lo richiedete o ne avete necessità. Perciò so bene che la maggior parte delle iniziative di cui ora avete fatto il resoconto sono superficiali, teoriche, prive di entusiasmo e di fede.
[2] Per il viaggio spirituale esiste soltanto una via reale: l’amore, amore verso tutti gli esseri, intesi come manifestazioni della stessa Divinità che è l’essenza di ogni uomo. Soltanto questa fede può assicurarvi la presenza costante di Dio e fornirvi la gioia ed il coraggio necessari a compiere il pellegrinaggio verso Dio. In numerosi rapporti si afferma che in varie località è stato inaugurato il Nāgarasankīrtan ma, in una grande città come Bangalore, questa disciplina spirituale così importante è praticata solo in certe occasioni, dopo lunghi intervalli di tempo. Certe persone temono di ricevere critiche dai non credenti, perciò sono riluttanti a muoversi in gruppo, prima dell’alba, e percorrere le strade cantando la gloria di Dio. Se l’autentica Personificazione dell’audacia e del coraggio è insediata nel vostro cuore, come può scalfirvi il minimo fremito di paura? Se gli altri non si aggregano a voi per timore di essere derisi, cantate da soli i Nomi di Dio! Voi siete arrivati soli in questo mondo, senza compagni, non è così? Durante gli anni della vostra vita avete collezionato parenti, amici, moglie, figli e conoscenti, che si sono legati a voi. Quando farete ritorno al regno da cui provenite, varcherete da soli la soglia del portale, e nessuno sarà con voi per farvi compagnia. Avvenga allora la stessa cosa con il Nāgarasankīrtan. Camminate per le strade da soli e, se qualcuno vorrà seguirvi, procedete con loro, sereni ed imperturbati; godete della vostra dolce solitudine e tornate a casa con la soddisfazione di aver compiuto un buon lavoro. Qualcuno vi potrà deridere ritenendovi pazzi, ma tale follia è contagiosa e molto presto anche il più irriverente entrerà a far parte del gregge. Nelle Organizzazioni locali non un solo coordinatore o responsabile deve astenersi dal partecipare al Nāgarasankīrtan: nessuno di loro deve avere perplessità, esitazioni o dubbi.
[3] Alcuni hanno suggerito che i presidenti delle Organizzazioni dovrebbero fare dei brevi corsi di aggiornamento, in modo da portare avanti i loro compiti con maggior efficienza ed incoraggiare le Unità affiliate ad intraprendere la disciplina spirituale e il servizio. Ma questo è come voler insegnare ai preti ad officiare i riti nei templi! Credete che qualcuno possa essere addestrato ad adorare Dio? Non si tratta di un procedimento meccanico, soggetto ad un programma e ad un orario scolastico! Venerare Dio è un bisogno spontaneo che nasce interiormente, che sorge da una fede forte e sincera. Se i preti dei templi dovessero essere istruiti a pregare e ad adorare, domani potrebbe saltar fuori che anche Dio debba essere addestrato affinché possa rispondere in maniera corretta! I presidenti ed i coordinatori delle Organizzazioni Sathya Sai hanno ottenuto tali incarichi poiché sono considerati onesti, devoti e capaci di rendere un valido servizio ai fratelli e alle sorelle. Cosa potrebbe aggiungere alla loro levatura spirituale un corso d’aggiornamento? Tale suggerimento ed altri analoghi sono emersi poiché la maggior parte di voi non ha compreso la ‘ragion d’essere’, lo spirito vero di questo apparato organizzativo. L’obiettivo non è la proliferazione d’iniziative e di centri né la nascita di altre Unità per poter costellare la mappa di tanti puntini che stiano ad indicare i gruppi di canto o di servizio; l’obiettivo è incoraggiare gli aspiranti spirituali ad essere d’esempio e d’ispirazione al loro prossimo. Quello che ci ripromettiamo è una trasformazione, una ricostruzione individuale interiore, non una riforma esteriore. Non si tratta di fare un gioco di parole, in modo che da una parola lunga si ricavino delle parole brevi di tre lettere. Si tratta di una riedificazione della società per cui, grazie ad un gran numero d’individui sinceri e retti, si dia l’avvio ad una nuova comunità umana. La scelta dei coordinatori e dei responsabili non va fatta per ragioni ‘politiche’, ovvero in base alla posizione economica, sociale o pubblica che una persona detiene. Questo sistema genererebbe conflitti, gelosie e fazioni, proprio come quelli di cui oggi molte Unità soffrono.
[4] Scegliete uomini e donne che nutrano una fede incrollabile nell’attuale Avatār, con questo Nome e Forma. Ciò salverà le Unità da complicazioni future che potrebbero disperdere le energie di chi ha incarichi all’interno dell’Organizzazione. I presidenti sono alla guida delle Unità per la loro retta visione e per l’anelito sincero, non perché hanno ottenuto voti o perché hanno il portafogli pieno. La beatitudine che essi traggono dal loro incarico è la sola ricompensa a cui aspirano. Se uomini di vedute ristrette e senza capacità di comprendere occupano posizioni autorevoli, l’inquietudine e la confusione prenderanno il sopravvento. Distacco, vita semplice, disciplina spirituale costante: questi sono i requisiti che danno il diritto di appartenere alle Organizzazioni Sathya Sai.
[5] ‘Rinunciate, non accumulate’ – ecco la via che fa discendere la grazia divina. Abu Ben Adam scoprì che un angelo aveva scritto il suo nome nella lista di quelli amati da Dio, sebbene non comparisse affatto nel registro di coloro che amavano Dio poiché egli amava non Dio, bensì gli uomini. Tuttavia, questo è sufficiente per ottenere la grazia divina! Colmate d’acqua la cisterna, così, quando aprirete il rubinetto, i secchi si riempiranno. Coltivate amore e devozione: in tal modo tutte le vostre attività saranno colme di compassione e carità, e produrranno la messe aurea della gioia e della pace. L’acqua deve essere pura, così come l’amore deve essere altruistico e universale. Potete giudicare da soli se il vostro amore sia ampio o ristretto, se la vostra devozione sia superficiale o profonda. Siete soddisfatti dei vostri conseguimenti? Esaminate voi stessi e pronunciate da soli il verdetto con il vostro discernimento. La purezza d’intenti è la garanzia migliore per ottenere la pace. Una coscienza inquieta è una compagna tormentosa, mentre le azioni rette non produrranno effetti negativi e non disturberanno il vostro sonno né la salute.
Se c’è rettitudine nel cuore, ci sarà bellezza nel carattere
Se c’è bellezza nel carattere, ci sarà armonia nella casa
Se c’è armonia nella casa, ci sarà ordine nella nazione
Se c’è ordine nella nazione, ci sarà pace nel mondo.
Siate dunque retti; non abbiate pregiudizi nei confronti degli altri per quanto riguarda la casta, il colore, il tipo di culto, la posizione sociale o la ricchezza. Non guardate nessuno dall’alto in basso, considerate tutti gli esseri divini, come voi stessi siete. Il grande male che mina le varie Unità dell’Organizzazione Sai è l’orgoglio e la gelosia che ne deriva. Se una persona trasuda orgoglio e crede d’essere il miglior cantore del gruppo, naturalmente gli altri svilupperanno rabbia, gelosia, odio, rancore ed altri tratti deleteri. Solo l’amore può sradicare dal cuore la gramigna dell’orgoglio. Amate tutti come altrettante forme di Dio che vi appaiono in ruoli diversi. Un cuore privo d’amore è tetro quanto una città senza un tempio. L’orgoglio spirituale è il più velenoso di tutte le categorie d’orgoglio; infatti acceca e porta alla rovina chi ne è colpito. State attenti all’orgoglio! Siate sempre consapevoli di essere solo strumenti nella Mia missione divina di ripristino del Dharma. Cercate di essere strumenti sempre più efficienti. La Mano che impugna lo strumento sa come e quando dovrà essere usato.
Brindavan, Conferenza dell’Organizzazione Sai di Mysore, 13.01.1970