[1] Il corpo è il tempio di Dio; la nazione è il corpo di Dio. Il corpo è composto dai cinque elementi: terra, acqua, fuoco, aria, etere. Prendersi cura della nazione è importante quanto prendersi cura del proprio corpo, poiché la felicità e la miseria, la salute e la malattia, il piacere e la sofferenza, l’ansietà e la pace dipendono dallo stato di salute o di malattia del Paese. Fra pochi giorni, in quanto volontari di Prashānti Nilayam, avrete la grande opportunità di servire non solo voi stessi ma anche il Paese poiché qui si raduneranno, per partecipare alla festività di Dasara, persone provenienti da tutti gli Stati e persino dall’estero. Per quel che riguarda le loro aspirazioni e desideri, sono tutti uno nel cuore, qualunque lingua parlino o credo professino! Molti chiedono a gran voce di avere l’opportunità di servire come volontari, ma ricordate: solo voi avete avuto la fortuna di attirare la Mia attenzione e di ricevere la benedizione. Per questa ragione avete una grande responsabilità. Il servizio che renderete alle migliaia di persone che si raduneranno qui non è qualcosa che fate agli altri ma a voi stessi: l’aiuto è diretto a voi stessi.
[2] Una volta un mendicante implorò un boccone di pane davanti alla casa di una famiglia benestante. Il padrone di casa, adagiandosi sulla sua comoda poltrona, lo cacciò via insultandolo aspramente. Nonostante ciò, il mendicante insistette per avere almeno un po’ di cibo stantio. A quella richiesta, la nuora che stava consumando il suo pasto all’interno della casa rispose: “Mio caro, noi stessi, al momento, stiamo mangiando del cibo stantio. Le pietanze fresche si stanno cucinando ora.” Il mendicante comprese cosa intendeva dire la donna: ella gli faceva notare che suo suocero, con il comportamento crudele e con la sua insolenza, si stava preparando un futuro miserabile, mentre il suo elevato livello di vita attuale derivava dal merito accumulato nelle sue esistenze passate grazie alla carità che aveva compiuto! Vale a dire che il cibo stantio che mangiamo oggi è il risultato delle azioni compiute nelle nostre vite precedenti, e con il nostro comportamento nella vita attuale stiamo cucinando il cibo che mangeremo in futuro. Grazie al servizio in cui v’impegnerete, vi state quindi preparando un delizioso banchetto per il futuro, indipendentemente dal cibo che state consumando ora che è il risultato delle vostre azioni passate!
[3] Voi tutti siete venuti qui, come pure gli altri che sono in arrivo, con un solo obiettivo. Nel nostro Paese, avrete senz’altro partecipato a diverse processioni religiose con i carri. La processione sarà lunga e molto elaborata, con tamburi, cembali, canto dei bhajan, bande musicali e persino con i pagliacci. Lungo il percorso che il carro seguirà, saranno eretti archi e tende con bandiere e festoni. A volte sono presenti anche elefanti riccamente addobbati, cavalli con bardature d’argento, buoi e mucche dalle corna ricoperte con campanelle d’argento, mentre gli abitanti dei villaggi danzano al ritmo di melodie tradizionali. Ma a che cosa serve tutto ciò? I pellegrini che arrivano da luoghi lontani affrontando molte spese, non vengono per vedere queste cose. Tutto ciò serve a mettere in evidenza il carro a più piani che è soltanto il veicolo dell’idolo, il quale a sua volta non è altro che un simbolo del Signore che tutti sono venuti ad adorare! Analogamente, ricordatevi che tutte le vanità e le ostentazioni della vita, le pagliacciate e le danze, le messinscene ed i mugugni, gli sfoggi ed i passatempi che fanno parte dell’esistenza, sono solo per l’adorazione del Signore. La vita è una processione lunga ed elaborata, perciò ogni attività va giudicata e valutata in quest’ottica. Concentratevi sul tema centrale della vita, non sui fronzoli o sui contorni marginali. Ricordate che tutti coloro che vengono qui hanno quest’obiettivo principale in mente, quindi non scoraggiateli. Fate del vostro meglio per aiutarli a raggiungere lo scopo, sia con l’esempio sia con le regole che offrirete loro con garbo.
[4] Ogni minuto che passa è un dono prezioso di Dio da impiegare al meglio per ottenere il beneficio più duraturo. Siate felici di poterlo fare servendo gli altri e provvedendo alle loro necessità più urgenti. Non buttate via i minuti in chiacchiere inutili, riportando pettegolezzi scandalistici, leggendo romanzi che sviliscono, guardando film o associandovi a compagnie frivole. Non diventate schiavi dei vostri sensi; resistete coraggiosamente alle loro pretese di libertà incondizionata. Nell’Ātma, che è la vostra Realtà, voi avete un’inesauribile sorgente di beatitudine. Perché, dunque, rovinarvi la salute e la pace mentale correndo dietro ai sensi che vi trascinano nel mondo oggettivo alla ricerca di gioie futili e fugaci? Il distintivo che portate v’impone grandi responsabilità, vi distinguerà di fronte a tutti; quando chiederete loro di fare silenzio, mille occhi staranno a guardare se anche voi siete in silenzio. Non mostrate impazienza né ira, non dimostrate alcuna parzialità verso persone del vostro villaggio o regione o verso coloro che parlano la vostra stessa lingua; non siate irriguardosi o indifferenti verso chi viene da altre regioni e parla una lingua diversa dalla vostra. In ogni situazione, cercate di capire quale azione mi possa compiacere e quindi comportatevi di conseguenza. Io sarò con voi ovunque siate, ora e sempre, qui o in qualsiasi altro luogo, quindi siate sinceri, non tentate mai di ingannare, di fingere o d’imbrogliare. Per ognuno di voi questa è l’introduzione ad una vita di disciplina spirituale, di cui il primo passo è il distacco. Il silenzio vi aiuta a non lasciarvi coinvolgere negli affari altrui; ecco perché viene incoraggiato come passo preliminare. Siate come la formica: quando una formica trova della sabbia mista a zucchero, seleziona solo lo zucchero e lascia perdere la sabbia. Vedete solo il bene negli altri, non badate al male. Possono criticarvi e sollevare obiezioni su di voi, ma mantenete la vostra equanimità e non prendetevela a cuore! Scartate tali osservazioni: sono come granelli di sabbia.
[5] I medici qui presenti, ai quali è stato assegnato il compito di circolare nell’āshram per individuare chi abbia bisogno del loro aiuto, devono essere estremamente cordiali e solleciti. Non ringhiate nel fare le domande ai pazienti, ascoltate le loro storie con pazienza; metà della cura è data dalla gentilezza, dalla dolcezza e dalla comprensione. Le Scritture asseriscono che ‘Il medico è Dio in forma umana.‘ È con quello spirito, con soggezione e riverenza che i pazienti vengono da voi ed accettano i farmaci che prescrivete loro. Siate all’altezza del valore attribuito al vostro servizio! Oggi i medici hanno perso l’arte di parlare con amabilità e dolcezza. Imparate a parlare con compassione e tenete nelle vostre borse i farmaci necessari a curare ogni tipo di malattia; non indugiate e non tergiversate perché vi mancano i medicinali. I volontari devono portare i malati dai medici o condurre i medici dai pazienti che non possano essere trasportati. Il corvo si aggrappa alla schiena del bufalo, affonda il becco nella ferita aperta dell’animale e non si rende conto di quanto dolore provochi il suo becco. I medici non sono consapevoli della sofferenza che causano con la trascuratezza o con un temperamento collerico, ed i volontari non si rendono conto del dolore che procurano utilizzando parole irose o anche semplicemente con un atteggiamento risentito o sprezzante! Immaginate cosa provereste per un gesto simile se voi foste in quella stessa situazione, pertanto evitate tali comportamenti. Mettetevi sempre nei panni degli altri e giudicate le vostre azioni da quel punto di vista; in questo modo non sbaglierete.
[6] Siate puri nelle parole e nelle azioni; tenete lontano i pensieri impuri. Io sono in ognuno di voi e quindi sono consapevole di ogni vostro più piccolo pensiero. Se gli abiti si sporcano dovrete lavarli; se la vostra mente è sporca, dovrete nascere di nuovo per ripulirla. Il lavandaio batte gli indumenti sulla dura pietra e poi li stira con il ferro caldo per eliminare le pieghe. Anche voi dovrete passare attraverso innumerevoli tribolazioni per essere idonei ad accostarvi a Dio. Vedete Me come residente in ogni essere! Date a queste persone tutto l’aiuto che potete, tutto il servizio di cui necessitano, non negate loro una parola dolce, una mano che sostiene, un sorriso rassicurante, una compagnia che dia conforto, una conversazione rincuorante. Ora siete iniziati ad un voto, una condizione che include doveri ed obblighi. Krishna porta sulla fronte il tilak di kastūrī, il punto di muschio che indica il possesso di jñāna, la saggezza e conoscenza suprema. Sul naso, il punto in cui ci si concentra in meditazione, Egli porta la ‘perla della purezza’. Attorno al polso ha quattro sacri cordoncini rossi che indicano gli impegni che si è assunto per il bene degli esseri viventi: salvare i virtuosi, punire i malvagi, sostenere la rettitudine e salvare dal peccato tutti quelli che si abbandonano a Lui incondizionatamente. Oggi, anche voi avete fatto un voto ed indossato il distintivo analogo ad un cordoncino rosso attorno al polso, quindi anche voi dovete soccorrere gli afflitti e proteggerli da quei gruppi asociali che possono disturbare la quiete del Nilayam; diffondete intorno a voi gioia e contentezza. Siate esempi di equanimità, amore e forza d’animo.
Prashānti Nilayam, 11.10.1969