Discorsi Divini
3 Settembre 1958 – Eroi, non nullità
3 Settembre 1958
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Eroi, non nullità
[1] Sono lieto di poter parlare ad una così vasta assemblea qui riunita. Ieri e l’altro ieri ho fatto la stessa cosa, e migliaia di persone hanno condiviso la gioia derivata dalle parole che ho pronunciato. Il mondo si trova in uno stato di forte agitazione, è pieno di insoddisfazione, ansietà e paura, di meschine fazioni ed odio. Per calmarlo ed allontanare lo scontento e l’ansia, dovete avere entusiasmo e coraggio. Quando la sconfitta e la delusione vi guardano dritto in faccia, non dovete cedere alla debolezza ed allo sconforto. Non svilitevi mai considerandovi esseri inferiori o inutili, ma analizzate piuttosto la sconfitta e scopritene le ragioni in modo da evitarla in futuro. Dovete avere muscoli di ferro e nervi d’acciaio; sarà la vostra stessa determinazione a creare quella fiducia necessaria a superare tutti gli ostacoli. Nella vita, per avere un buon raccolto, il coraggio e la fiducia sono i migliori fertilizzanti ed anche i migliori insetticidi. Nel campo spirituale siate leoni, governate la foresta dei sensi e camminate impavidi con piena fiducia nella vittoria. Siate degli eroi, non delle nullità! L’uomo è della stessa natura di Dio: è l’Ātma, il Sé eterno ed imperituro! Come la pioggia cade in varie parti del mondo e scorre in mille canali per poi arrivare all’oceano, così tutti i credi, i rituali, le religioni e le teologie, che nascono dall’anelito umano per l’imperscrutabile aldilà, scorrono in mille forme diverse fertilizzando molti campi, rinfrescando molte comunità e ristorando chi è stanco, per poi raggiungere l’oceano della Beatitudine.
[2] Il Signore è solo Amore, quindi può essere visto unicamente attraverso l’Amore, così come la luna può essere vista solo grazie alla sua stessa luce: nessun’altra luce la può illuminare. Nella notte dell’illusione totale, il Signore potrà essere visto per mezzo della luce che Egli stesso è, cioè la luce del puro Amore. Essendo Verità ed Eternità, Egli è al di là delle categorie dell’irreale e del mutevole.
[3] Abbandonate l’illusione di essere diventati vecchi o malati, debilitati o deboli. Alcuni incominciano a contare gli anni e si dolgono per l’avanzare dell’età, tremando come codardi per paura della morte. Ricordate: l’allegria è il paradiso, lo sconforto è l’inferno. Impegnatevi sempre in qualche lavoro e svolgetelo così bene da trarne gioia. L’illusione è come la polvere che si accumula sul vetro della lanterna, e ne affievolisce la luce. L’attaccamento agli oggetti dei sensi e al relativo piacere è come la fuliggine che aderisce all’interno del vetro, la quale contribuisce ad offuscare la luce ancor di più. Pulite ogni giorno il vetro con la recitazione del Nome di Dio, e la fiamma risplenderà luminosa per voi e per gli altri. Impegnatevi anche in buone attività e frequentate buone compagnie: vi saranno di grande aiuto nella disciplina spirituale.
[4] Per l’aspirante è essenziale avere un’atmosfera idonea; ecco perché in passato i ricercatori spirituali andavano a vivere negli āshram dei saggi. In quei luoghi essi avevano la straordinaria opportunità di immergersi in buoni pensieri, svolgere buone attività e frequentare buone compagnie. È un po’ come tenere un vaso colmo d’acqua immerso nell’acqua: l’acqua contenuta nel vaso non evaporerà; se invece quel vaso fosse tenuto all’aperto in balia del sole e del vento, si svuoterebbe subito. Siate quindi vigili che il successo ottenuto coltivando le virtù, vincendo le cattive abitudini e praticando la disciplina spirituale con regolarità, non vada distrutto a causa di compagnie banali, chiacchiere inutili, critiche ciniche o a causa di un atteggiamento apatico.
[5] La Dea della vittoria sorride solo agli eroi, ai guerrieri arditi, impavidi ed avventurosi, e a chi si fa leone. Se vi assicurate la grazia di Dio, sarete rinvigoriti da una forza tale da riuscire a portare a termine anche i compiti più ardui; abbiate quindi il Signore al vostro fianco ed attingete alla Sua Grazia per tutto ciò di cui avete bisogno. Il tesoro indubbiamente più prezioso è l’equanimità e la calma. Praticatele e fate in modo che diventino le vostre qualità naturali. Perché vi contrariate quando vedete che le cose vanno storte? Perché restate attratti se vedete il male? Ricordate: il male ha in sé la potenzialità di trasformarsi in bene ed il bene ha la predisposizione a volgersi al male. Non esiste fuoco senza un filo di fumo, così come non ci può essere fumo senza una scintilla di fuoco. Nessuno è completamente malvagio o totalmente infallibile. Prendete il mondo così com’è, e non aspettatevi mai che si conformi ai vostri bisogni o ai vostri modelli. Māyā, l’illusione, avvolge il bene con i difetti del male e fa brillare il male con i riflessi del bene; perciò discriminate al meglio delle vostre capacità e sviluppate sempre più l’abilità di discernere. Lottate per vincere, questa è la cosa migliore che potete fare, ma pochi sono quelli che possono affermare: “Ho vinto!” La coscienza conosce l’autentica fonte della gioia e vi spronerà portandovi sul giusto cammino; il vostro compito è di prenderla come guida e di non disobbedirle ogni volta che contrasterà i vostri capricci o i vostri desideri.
[6] Su un albero erano appollaiati due pappagalli, gemelli per la precisione. Un cacciatore li catturò per venderli: uno andò ad un meschino e crudele macellaio e l’altro ad un saggio che gestiva un āshram nel quale insegnava i Veda. Dopo pochi anni il cacciatore rimase sorpreso nel constatare che il primo pappagallo imprecava in modo scurrile, mentre l’altro ripeteva i divini giochi del Signore in modo così melodioso e dolce da affascinare tutti gli ascoltatori. Tale è l’influenza dell’ambiente! Cercate pertanto di assicurarvi la compagnia di persone nobili e virtuose.
[7] Come Appa Rao ha appena detto, se l’uomo abbandona la verità e scivola in basso lungo il sentiero della menzogna, al posto del benessere faranno la loro comparsa sulla terra la fame e le malattie e, invece dell’abbondanza, predominerà la carestia. Appa Rao ha detto anche che in India ci sono state molte manifestazioni del Signore; è proprio così poiché gli insegnanti devono essere presenti dove ci sono scuole e studenti desiderosi di apprendere. Non potete mettere il maestro in un luogo e la scuola in un altro, la lavagna in un posto e il campanello in un altro. Nei pressi di Gudur ci sono delle miniere di mica; domandarsi perché non ce ne siano anche vicino a Peddhapuram non ha senso: è così e basta. Allo stesso modo in India c’è una ricca miniera di spiritualità, perciò gli ingegneri devono andarvi per lavorare, per estrarre il materiale e prepararlo all’uso. Ecco perché molte manifestazioni del Signore appaiono in questa terra; inoltre qui l’atmosfera è favorevole all’applicazione pratica di nuovi metodi di estrazione e di impiego per il bene di tutta l’umanità. Bhā-rata, l’antico nome dell’India, significa la terra di chi possiede ‘rati’, attaccamento, per ‘bha’, ossia Bhagavān, Dio. Il Signore, dal canto Suo, discende in forma umana per muoversi tra gli uomini in modo da essere ascoltato, avvicinato, amato, riverito e obbedito. Egli deve parlare la lingua degli uomini e si deve comportare come loro, come un membro della specie, altrimenti sarebbe negato e trascurato oppure temuto ed evitato. L’Avatār, Incarnazione di Dio, ha il compito di elevare l’umanità, perciò deve farla passare attraverso il crogiolo della purificazione al fine di eliminare le scorie ed i metalli meno nobili che ne hanno annientato l’immenso valore.
[8] Quando un bimbo apre il rubinetto senza conoscerne il meccanismo, si bagna tutto perché il getto dell’acqua lo investe. Allo stesso modo l’uomo è intriso, inzuppato di sofferenza perché non sa come fare ad ottenere un getto regolare. Lo spettacolo avrà successo se l’eroe ha talento, ma se non è all’altezza, lo spettacolo sarà un fiasco. Analogamente, i governanti devono avere fede nel proprio Ātma (Sé) e nella fiducia che ne scaturisce; solo allora sapranno guidare gli altri senza portarli fuori strada, poiché avvertiranno il legame di affinità con l’Ātma fondamentale che è presente in tutti.
[9] Appa Rao vi ha parlato di Me. Il Mio mistero può essere compreso solo percorrendo il cammino che ho stabilito. Conoscete voi stessi: questo mi rivelerà a voi, poiché Io sono voi e voi tutti siete Me. Non è necessario ritirarsi nella foresta o in una grotta per conoscere la vostra Verità interiore e conquistare la natura inferiore, perché non avreste la possibilità di confrontarvi con la vostra ira, e quindi il successo conseguito potrebbe rivelarsi transitorio o poco genuino. Vincete la battaglia della vita; vivete nel mondo, ma tenetevi alla larga dai suoi tentacoli. Questa è la vittoria per la quale meriterete le più vive congratulazioni.
Peddhāpuram, 03.09.1958
da DISCORSI 1953 – 1960 (Sathya Sai Speaks-Vol.I) ed.Mother Sai Publications