Discorsi Divini
28 Settembre 1960 – Sathya Sai Gītā (2)
28 Settembre 1960
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Sathya Sai Gītā (2)
[1] Se considerate Krishna un semplice mandriano (Gopāla), un uomo del mondo come tanti altri, allora Egli per voi resterà tale e voi avanzerete solo fino a quel livello! Dovete comprendere che in senso yogico la ‘Go’ di Gopāla indica i Jīvi, le creature viventi; perciò Gopāla significa “Colui che protegge, guida, nutre e sostiene i Jīvi, gli esseri viventi.” In altre parole Egli è il protettore ed il sostenitore di tutti gli esseri. Uddhava, che considerava Krishna come il suo Guru, trasse da Lui più benefici di Arjuna, che invece lo reputava un amico. Se avete fede che Egli è Dio, allora Egli sarà Dio per voi, ma se lo svilite al livello di un semplice uomo, Egli assumerà quel ruolo e non vi sarà d’alcun aiuto. Cercatelo col cuore e non con gli occhi esteriori, poiché il Potere Superiore deve essere trovato ad un livello superiore e non ad uno inferiore; perciò se avrete occhi adatti a vedere e la saggezza per comprendere, lo troverete. Molti hanno differenti metodi di culto e vari oggetti di adorazione. Vishnu, Shambhu, Shārada, Allah sono tutti diversi stadi di comprensione umana dell’Unico Mistero Insolubile, dell’Infinito Insondabile ed Assoluto. Non cercate la molteplicità ma l’unità, e non fate polemiche su quale sia superiore o inferiore; quando la medesima persona viene onorata con titoli diversi, perché dovreste argomentare sulla superiorità o sull’inferiorità dei vari epiteti? In ogni caso tutti gli appellativi non sono all’altezza della Sua Gloria infinita!
[2] Il vostro obiettivo deve essere quello di conseguire e diventare Nityam e Satyam (Eternità e Verità). La Verità è quello che rimane immutato nel passato, nel presente e nel futuro, che non cambia nello stato di veglia, di sogno o di sonno profondo, e che non subisce l’influenza dei tre guna – le qualità dell’inerzia, della passionalità e della serenità. Ed ancora, il Nome è superiore persino al Nominato, in quanto il Nominato può scomparire, ma il Nome continuerà ad esistere ed evocherà la Forma del Nominato. Non c’è bisogno che vi esauriate nella ricerca del Signore poiché Egli è come il burro nel latte, come il pulcino nell’uovo, ed è immanente in ogni atomo della creazione. Dio non proviene da un certo luogo, né è diretto verso qualche altro: Egli è là, è qui, è ovunque. Dall’atomo, dal più piccolo al più grande, dal microcosmo al macrocosmo, Egli è tutto. Per realizzare questa grande Verità occorre la disciplina spirituale dell’azione, cioè il Karma yoga, l’azione svolta in modo intelligente. Un miliardario può possedere anche molte auto, ma per la sua salute il medico gli consiglierà di camminare qualche chilometro ogni mattina, altrimenti potrebbe ammalarsi. Analogamente, per rimuovere la malattia dell’ignoranza, l’uomo deve impegnarsi in azioni virtuose. L’olio che è nella lampada deriva dalle azioni compiute nelle vite passate, più la fiamma è intensa e la luce viva, più l’olio si consumerà celermente; pertanto impegnatevi con vigore nell’azione, in modo da esaurire le conseguenze del passato ed essere liberi dal peso che vi portate al collo. C’è più gioia nel compiere il karma che nei frutti che ne possono derivare; il pellegrinaggio è spesso più piacevole della vera e propria esperienza del pellegrino al tempio.
[3] Nella Gītā si afferma che non dovete interessarvi ai frutti delle vostre azioni; ma Io ora vi dico che potete tenere conto del risultato delle vostre azioni entro certi limiti. Quel consiglio fu dato in base alle condizioni prevalenti a quei tempi ed a causa dell’illusione che affliggeva Arjuna. Invece ora vi dico, poiché ciò accrescerà la vostra gioia e conferirà più vigore al vostro sforzo, che per quanto riguarda la disciplina spirituale, potrete praticarla con gli occhi puntati sulla beatitudine che alla fine conseguirete. Il Preside dell’Istituto di Sanscrito ‘Mārkandeya’ ha appena affermato che Io sono nato come Janaka, come risultato del karma! Ma Io non ho nessun residuo karmico da bruciare o da estinguere. Come è già menzionato nella Gītā, il karma non ha alcun effetto su di Me. Il Potere Supremo indossa il mantello dell’illusione per adempiere il proposito di proteggere e di comunicare con il genere umano. Io non ho desideri e quindi nessun karma mi vincola. Siete voi ad avere desideri, obiettivi e sogni che vi trascinano lungo vari percorsi. La vostra Beatitudine è il Mio cibo, la vostra gioia è il dondolo su cui mi siedo, la vostra attività è il Mio terreno di gioco.
[4] Esistono tre tipi di karma: il Sahajakarma, ovvero le azioni naturali come ad esempio il respirare che deve essere fatto per forza; Vikarma, le azioni svolte con un fine, come la combinazione dello stoppino e dell’olio in una lampada che arde; Akarma, le azioni svolte senza l’intenzione di ottenerne i frutti, dove non c’è olio né stoppino e quindi neanche la fiamma. Il Prānāyāma (controllo del respiro) e lo Yoga (unione con Dio) devono diventare naturali e automatici come la respirazione stessa. Questo è il summum bonum, il massimo conseguimento della disciplina spirituale, è lo stato in cui la pratica diventa naturale e spontanea.
[5] Imparate fin da piccoli a recitare il Nome divino, a pregare ed a praticare il silenzio. Lasciate che i bambini contemplino le bellezze e la magnificenza delle opere di Dio e si colmino di quel mistero e di timore reverenziale. Non misurate, non calcolate che cosa possa darvi Sai Baba di Puttaparti. Io non faccio doni per attrarvi a Me, ma solo per colmarvi di gioia, poiché inondare di beatitudine è il Mio compito. Non voglio che mi elogiate; sarò soddisfatto se confiderete in Me. Il Potere indescrivibile e misterioso è ora accessibile e non s’impegnerà certo in opere infruttuose. Io faccio versare lacrime e le asciugo, qualcuno ha così cantato! Sì, vi faccio piangere lacrime di gioia ed asciugo quelle di dolore. Si dice che rendo gli uomini pazzi e che curo la follia. Sì, li rendo pazzi di Dio e della disciplina necessaria per raggiungerlo, e curo la follia che li fa correre freneticamente dietro fugaci piaceri e li espone ai colpi della gioia e del dolore. Nella loro ignoranza, alcuni affermano che Io a volte sono divino e che poi ritorno ad essere umano! Asseriscono che alterno stati di divinità con stati di umanità. Non credeteci: Io sono sempre una sola ed unica Realtà! Il Signore non subirà mai un mutamento fondamentale; potrà cambiare solo la forma esteriore, ma l’essenza resterà la medesima. Non ci sarà nessuna diminuzione di valore, come ad esempio diventare un comune mortale per qualche tempo. Il Signore è caratterizzato da amore sconfinato e da pura dolcezza.
[6] Ci sono due doveri che l’uomo deve compiere: uno è seguire il sentiero del Dharma per quanto riguarda questo mondo, l’altro è seguire la via del Brahman, della Realtà Suprema, per ottenere la liberazione eterna. Il sentiero del Dharma è come la mano sinistra e quindi può essere lasciato, perché scomparirà da solo quando il frutto sarà maturato. Lasciatelo andare e non addoloratevene; tenete piuttosto la destra, il cammino verso Dio, perché è la cosa giusta da farsi. Da ultimo dovete comprendere come utilizzare l’opportunità che avete ottenuto in questa vita, cioè di essere in contatto col Signore. Una lampada dà luce, ma può essere usata per fini buoni e cattivi, così come le acque del Gange che, pur essendo sacre, possono essere utilizzate sia per propositi buoni sia cattivi. In che modo utilizzerete una simile opportunità dipenderà dal vostro destino, dalla fortuna e dalla quantità di grazia che riuscirete a conquistare. Sviluppate la fede, rafforzate la devozione e tutto il resto verrà di conseguenza!
[7] Rāma rappresentava la Verità, Krishna l’Amore, Buddha il Dharma. Ora questa Incarnazione rappresenta tutti e quattro: Satya, Dharma, Shānti e Prema (Verità, Rettitudine, Pace ed Amore). La verità è rettitudine, l’amore dà pace. Vi ordino di non odiare mai nessuno, di non augurare il male agli altri e di non criticarli. Solo così potrete ottenere un naturale e spontaneo stato di pace. Solo il Signore è consapevole del Proposito, poiché Suo è il Progetto. Voi vedete solo una parte della commedia rappresentata sul palcoscenico e quindi vi appare tutto confuso; quando l’intera storia si paleserà, apprezzerete senz’altro il Suo Progetto, ma non prima perché, per poterlo vedere, dovete andare dietro le quinte dell’illusione e contattare il Regista stesso. Finché sarete un attore che recita la sua parte sul palco, non riuscirete ad afferrare il significato profondo dell’intera commedia che ha il mondo come palcoscenico e le ere come tempi. Se svilupperete Amore verso i vostri compagni attori intanto che interpretate bene la vostra parte, questo sarà più importante che avere devozione per Dio; se otterrete la pace, sarà un successo più prezioso che acquisire la saggezza, poiché la devozione è il seme dell’amore e la saggezza è il seme della pace. Almeno i devoti dovrebbero comportarsi come se appartenessero tutti ad una stessa famiglia, perciò cogliete questa fortunata opportunità per sviluppare una mutua collaborazione nell’adorazione e nella disciplina spirituale.
[8] Voi siete il Mio tesoro, anche se mi rifiutate, ed Io sono il vostro tesoro, anche se lo negate. Vi sarò affezionato e mi attaccherò a voi; mi accollerò tutte le difficoltà pur di tenere la Mia proprietà ben custodita, cioè sotto la tutela del Signore, qualunque sia il Nome con cui lo invocate. Tutti i poteri che ho sono per voi: Io sono solo il magazziniere che li tiene pronti per quando li richiederete. Vi darò Amore anche se non lo chiedete, in quanto è vostro diritto condividerlo. Alcuni si lamentano che non ho dato loro questo o quello perché la loro visione si limita all’immediato futuro o al presente, mentre Io so bene cosa c’è in serbo e quindi devo salvaguardarli da dolori più grandi. Taluni addirittura mi accusano e mi coprono d’insulti, ma Io non li abbandonerò. Nessuno mi può influenzare, ricordatevelo. Non c’è nessuno che possa minimamente cambiare la Mia linea né influenzare la Mia condotta. Io sono il Signore, il Padrone di tutto. Vi dirò ancora una cosa: pronuncio parole dure o punisco certe persone perché nutro amore per loro e sono desideroso di correggerle e renderle strumenti migliori. Se non fossero Mie, le avrei abbandonate e non mi sarei curato di correggere i loro errori. Ho il diritto di castigare coloro che considero Miei. So anche che essi attribuiscono valore alla Mia Parola e che si rattristano quando sono scontento di loro. È a causa della vostra mente ostinata e capricciosa che vi lasciate facilmente allontanare da Me dando orecchio alle parole irresponsabili pronunciate dagli sciocchi.
[9] A volte mi comporto come se vi volessi tenere ad una certa distanza, e lo faccio per trasformarvi più celermente. Quando un tratto di strada viene riparato, faccio una deviazione e non percorro più quel tratto per qualche tempo. Lo scopo è di lasciare procedere i lavori più velocemente in modo da poter transitare nuovamente per quella strada. Sono venuto per raddrizzare il mondo e quindi devo raggruppare tutti i malati, curarli nel Mio ‘ospedale’ e ridare loro la salute, la forza e la saggezza per riportarli poi alle loro rispettive condizioni di vita. Devo intensificare la vostra devozione, rafforzare la fede e ricostruire le fondamenta della vostra moralità affinché sappiate respingere le tentazioni con maggiore sicurezza. Conosco persone che ad ogni loro preghiera credono di portare il mondo più vicino alla pace; ma la pace può essere conquistata solo superando molte difficoltà, eliminando cioè dal proprio cuore violenza e cupidigia.
[10] Ci sono casi in cui gli abitanti di Puttaparti, quando hanno la febbre, provano ogni tipo di ciarlataneria finché la situazione si fa seria; poi come matti corrono in cerca di dottori e farmaci ad Anantapur, Bukkapatnam, Chikkaballapur e Vellore. Alla fine sono obbligati a vendere il loro terreno per estinguere il debito; se solo fossero andati subito da un medico qualificato, tutto questo si sarebbe potuto evitare. Allo stesso modo, non correte dietro ai guru che soffrono essi stessi di una visione imperfetta e di problemi familiari: non andate a mendicare dai mendicanti! Per quel che riguarda la vita spirituale, evitate ogni forma di orgoglio e di competizione; permettete ad ognuno di avanzare secondo il suo passo, purché la direzione ed il percorso siano orientati verso Dio.
Prashānti Nilayam, 28.09.1960
da DISCORSI 1953 – 1960 (Sathya Sai Speaks-Vol.I) ed.Mother Sai Publications