Discorsi Divini
25 Ottobre 1961 – La città del miele
25 Ottobre 1961
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
La città del miele
[1]Ogni giorno è festa qui, e a Prashānti Nilayam la festività di Dashaharā dura tutto l’anno. Tuttavia, per mettere in luce quanto sia opportuno attribuire valore alle tradizioni ed osservare gli antichi riti, qui si celebra questa ricorrenza. Quando il frutto matura, si colma di dolcezza; persino il frutto della margosa perde la sua amarezza e diventa dolce quando matura. Anche il destino finale dell’uomo, per quanto egli possa essere rigido e amaro ora, dovrà maturare e trasformarsi in dolcezza. Ognuno si sbarazzerà dell’amarezza e diverrà dolce; non c’è alcun dubbio, e quel sapore di miele (madhura) gli farà conquistare il Signore di Mathurā (Krishna). Non mi rende particolarmente felice issare questa bandiera di Prashānti su questo edificio; sarò felice, invece, quando ognuno di voi la isserà e la farà sventolare nella dimora del suo cuore; solo allora potrete godere di pace, appagamento e purezza. Fate crescere le due ali gemelle dell’amore e della fede: esse vi permetteranno di librarvi in volo liberamente nel cielo della Grazia di Dio. Voi potete vedere Dio solo attraverso le Sue meraviglie. Le Sue leggi sono uniche e misteriose; non ha senso discuterne, poiché l’unica prova della loro realtà è l’esperienza. Le assaporate, dunque sono vere. Non impiegate la vostra intelligenza ad escogitare quesiti perversi. Il mistero dell’Avatār va oltre la portata dell’intelligenza e può essere afferrato solo attraverso una fede pura. Esso non può essere compreso dalla logica; i cinque organi d’azione e di percezione non servono allo scopo poiché il corpo, l’intelligenza e la mente rientrano nella categoria del ‘visto’ e non in quella del ‘vedente’. Per vedere Colui che vede bisogna sviluppare la visione interiore. Finché vi sentite separati, non potrete vedere il Tutto. L’individuo non potrà mai scorgere il Potere Supremo.
[2] Anche quando il Signore appare in forma umana il dubbio vi assale. Questo fa parte della natura delle cose! Io non pronuncio mai parole senza senso e non compio azioni inutili. Non pianifico opere insignificanti e mai contemplo attività impure. Non c’è nulla di cui abbia bisogno. La Mia gioia consiste nel soddisfare i vostri obiettivi, nel farvi raggiungere la meta; l’unica cosa che chiedo è un cuore saturo d’amore. Abbiate fede, aggrappatevi saldamente ad essa senza impigliarvi nella rete di spiegazioni sterili e fantasiose argomentazioni. Questa è la via che porta al risultato. Non sviluppate attaccamento a questo corpo; l’attaccamento a qualsiasi corpo non è opportuno. Questa mano vi dona delle cose, ma la Mia Mano è quella che crea tutto ‘questo’ [il Creato, l’Universo]. Quello è il Mio Corpo. Il Mio percorso è unico, diverso da tutto ciò che conoscete. Io non mi identifico con nulla. Come l’acqua è ghiaccio ed il ghiaccio è acqua, così l’aspetto di Dio contemplato come dotato di attributi è uno con quello informale (privo di attributi), e l’Informale è questa Forma presente. Potreste cadere nel pantano del dubbio: “È venuto Rāma, sono venuti Krishna e Sai Baba di Shirdi, ed ora questo Sai Baba di Puttaparti dichiara provocatoriamente di essere stato tutti e tre! Come può essere?” Non potrete mai comprendere questo fenomeno; la sola cosa che dovete capire è che Io sono incomprensibile. Vedrete che nel giro di un anno o due il mondo intero arriverà in questo luogo. Tenete presente che in nessun’altra epoca la gente ha mai ricevuto così tante e chiare indicazioni sulla natura dell’Avatār come ora. Davvero siete molto fortunati. La Forma del Signore può essere percepita solo attraverso gli occhi dell’Amore, della saggezza o dello yoga, e non mediante gli occhi dei sensi.
[3] Il Kaliyuga è in realtà molto sacro, ed anche voi siete davvero fortunati in quanto avete l’opportunità di vedere, toccare e conversare con un Avatār del Signore. Gli Avatār non sono dieci, ma molti di più. C’è da distinguere fra quelli che si sono incarnati come parte della Divinità, come Incarnazioni sature dell’essenza divina, come messaggeri della Missione divina, come strumenti della Volontà e del Piano di Dio e come Avatār. Parashurāma non fu esattamente un Avatār. Gli Avatār del passato hanno dovuto tutti abbattere degli alberi perché erano infestati dalle formiche bianche, ma questo Avatār è diverso ed unico. Ora le formiche vengono cacciate e l’albero è salvato, protetto, nutrito ed incoraggiato a crescere. Io non sono incline a punire; sono come l’orafo che ripara e rimodella i gioielli rotti. Rāma discese come incarnazione di Satya, Dharma e Shānti (Verità, Rettitudine e Pace), Krishna discese come personificazione dell’Amore. Ora è necessaria un’Incarnazione di tutti i quattro valori insieme, poiché in questo periodo la conoscenza [secolare] è andata oltre la qualità del carattere. Non potete neanche immaginare quanto il Signore abbia a cuore il vostro bene. La Sua preoccupazione è dovuta alla vostra negligenza ed all’ostinata incuranza per le Sue parole, poiché a Lui interessa mantenere i vostri cuori puri ed immacolati. Sono molto ansioso di far raggiungere a tutti voi la Meta. Il Mio compito è di purificare i vostri cuori. Se v’impegnate nella meditazione costante sul Nome del Signore con devozione, umiltà e fede, il Signore starà davanti alla porta della vostra stanza di preghiera in attesa dei vostri desideri. Dovete solo impedire alla mente di vacillare. Un sincero e ardente desiderio renderà il vostro cuore puro. Per voi, l’importante è la vostra personale esperienza. Quale base avete per comprendere la Divinità? La vostra stessa Beatitudine che avete provato e gustato. Voi pensate che Dio abbia salvato solamente Draupadī dalla vergogna, Ahalyā dalla pietrificazione, Prahlāda dalle torture e Gajendra dalla morte, ma avete idea di quanti altri siano stati benedetti in modo simile dalla Sua Grazia? Il fiume della Grazia scorre sempre colmo e rapido; quella Grazia non ha limiti, eppure voi la vedete limitata.
[4] Le attività del Signore sono tre: la Creazione, la Conservazione e la Dissoluzione. Questi sono gli attributi peculiari di Dio. I Suoi obiettivi sono tutti puri e finalizzati alla protezione ed al benessere del mondo. La Mia esultanza è Mia; i Miei impulsi sono Miei. Non mi conformerò mai a ciò che fa piacere o dispiacere ad altri e non vi presterò attenzione. Io sono il Testimone di tutti e di tutto. Tutti sono sotto il Mio controllo: chi può dunque suggerirmi cosa devo fare? Entro pochi anni, anni che si possono contare su un singolo dito2, tutti voi realizzerete che sono l’Incarnazione di tutti i Poteri. Il saggio, il ricercatore ed il sofferente si raduneranno qui da ogni angolo del mondo. Mantenete ben forte la presa e dite: “Sia che riesca ad ottenere da Te i frutti esteriori sia che non ci riesca, non mi darò mai per vinto!” Non scoraggiatevi quando arriva la sofferenza e non allontanatevi dal Signore attribuendogliene la colpa; sarete voi a rimetterci ed il pentimento sarà un agonia. Voi non avete sete ma, se avrete una sete sincera, non lascerò che continuiate a soffrirne. Scuotete la mente come fareste col latte, ricavatene il burro e fatelo sciogliere nell’ardente anelito del cuore. Se il burro non si scioglie significa che il calore del desiderio non è abbastanza intenso. Non apprezzo che voi mi esaltiate decantando la Mia Gloria. Precisate i fatti: quello sarà fonte di gioia. È un atto sacrilego esagerarli o sminuirli. Chiedetemi di diritto l’eliminazione delle vostre sofferenze. Donatemi il vostro cuore e chiedetemi il Mio; se mi date solo parole, avrete di ritorno solo parole. Ricordate: Io dono solo ciò che mi chiedete! Quando sopraggiunge la sofferenza, perché vi allontanate dal Signore? Egli vi manda delle sofferenze per il vostro bene, per migliorare la vostra devozione. Quando siete nel dolore, voi cercate la pace; nel tentativo di comprendere quel mistero, vi rivolgete a dieci persone ed ognuna di esse vi dice solo una parte della verità. Senza la sofferenza non può emergere la dolcezza! Quando, colti dal dolore, pensate che Dio non sia più vostro e vi allontanate da Lui, anche Lui risponderà analogamente: “Costui non è più Mio!” State quindi ben attenti! Ovunque vi troviate, se desiderate di tutto cuore offrirmi i vostri riverenti saluti, i Miei Piedi saranno lì, davanti a voi. «Egli ha mani e piedi ovunque» – è stato proclamato. Se nel dolore pensate: “Signore, non ascolti le mie preghiere?” – le Mie orecchie saranno lì! Se gridate: “Non vedi, o Signore?” – i Miei occhi saranno lì in quel preciso istante.
[5] Rāma, Krishna, Shirdi Sai, questo Sai Baba – quella Forma è così, questa Forma è invece così … perchè intrattenere simili dubbi e sospetti? Il corpo è il medesimo, cambia solo il vestito indossato. Non lasciatevi confondere dagli altri. Il Signore non devierà mai dalla Sua parola, ma può accadere che voi fraintendiate ciò che dico. Quello che accade è sempre la Mia Volontà; è il Mio Sankalpa3 quello che in ogni momento si realizza. I Sankalpa appartengono a tre categorie differenti: la decisione a cui si arriva dopo una lunga considerazione, la decisione presa dopo che è emerso il desiderio di agire, e quella in cui il desiderio ed il suo compimento sono come il suono dello sparo ed il centrare il bersaglio: entrambi accadono nel medesimo istante. Non calunniate, non insultate gli altri o voi stessi come deboli, vili peccatori o non all’altezza; quando fate così, state diffamando ed oltraggiando Me che risiedo in loro come in voi. Tutti condividono la natura divina dell’Ātma, tutti sono puri e sacri. Alcuni possono aver sbagliato nell’utilizzare l’intelligenza e la discriminazione date loro dal Signore e quindi possono essere colpevoli d’aver commesso degli errori; non sono pertanto dei peccatori. Condannare sé stessi come peccatori nati dal peccato è il più orrendo dei peccati! Utilizzate la vostra intelligenza e procedete nel cammino, lasciandovi alle spalle un miglio dopo l’altro! Praticate la ripetizione del Nome divino tanto assiduamente da farlo diventare automatico e necessario come il respiro. Quale beneficio si può ricavare se si resta per sempre al medesimo livello nella disciplina spirituale? Adottate la Forma divina che vi piace, il Nome che amate, ed impegnatevi nella sua ripetizione e meditazione: in questo modo i pensieri cattivi non nasceranno più, anzi fuggiranno. Quando tutti i pensieri negativi saranno scomparsi, quel che resterà è la manifestazione dell’Ātma.
[6] Dovete condurre le vostre esistenze attenendovi alle Mie parole, senza la benché minima modifica. Prima sviluppate la fede, poi l’esperienza sarà certa. Anche per gli Avatār precedenti, l’ordine dei fatti fu questo, no? Se adorerete Dio con fede, sperimenterete la Grazia. La Fede determina la Grazia senza che ve ne rendiate conto. Dovete assumere il medicinale che vi do, seguire la dieta che vi prescrivo ed evitare le cose che vi proibisco. Io agisco sempre con calma, non ho mai fretta e rispondo ad ogni vostra richiesta dicendo: “Così sia.” Siete venuti in questo mondo per raggiungere Dio. Ignorando questo proposito, vi siete caricato sulla testa il peso dell’illusione e, soffrendo sotto quel fardello, state lottando per scaricarlo. A cosa serve rincorrere piaceri esteriori e felicità temporanee? Finché resterete intrappolati in quest’ignoranza, non potrete mai gustare la Beatitudine della Realizzazione. Non riuscirete neanche a comprenderla, tanto meno a conseguirla. Se però sarete pazienti e calmi, Io vi conferirò certamente la gioia. Non cedete alla disperazione. Anche i boccioli del loto appena nati fioriranno quando sarà il loro momento. Grazie agli effetti accumulati del bene che avete praticato in molte nascite precedenti, ora vi siete assicurati questa fortuna. Voi non sapete tutto quello che avete passato, ma Io sì! Che lo crediate o no, vi darò certamente ciò di cui avete bisogno. Voi ottenete questo corpo umano in base al vostro karma del passato ed anche il vostro tipo di carattere deriva dalle tendenze che avete coltivato nel passato. Il corpo è il risultato del karma che dovete estinguere nell’esistenza attuale, le vostre qualità (guna) sono il prodotto del karma residuo che dovrà essere sperimentato nelle vite future. Non ingannatevi identificandovi col vostro corpo e non attaccatevi ad esso. È tuttavia vostro dovere salvaguardarlo dal pericolo e tenerlo in buona forma; non è forse grazie ad esso che voi state godendo l’euforia della Beatitudine e della Maestà del Signore? Quindi, non schernite il corpo e non disdegnatelo. Tale strumento è inteso per il vostro viaggio verso il Signore, è il cocchio di Dio; non trascuratelo o non lasciatelo in cattivo stato.
[7] “Oh, questo è il mio destino, è il mio passato che mi sta punendo; devo viverlo e soffrirne le conseguenze, non ho scelta!” È in questo modo che le persone si perdono d’animo. Se il destino fosse così inesorabile, a cosa servirebbero le preghiere, la ripetizione del Nome, la meditazione e i riti di adorazione? Garantitevi la Grazia del Signore, e tutto il fardello accumulato sarà incenerito in un secondo! Perché imputare a Dio ciò che portate ‘scritto in fronte’ [il destino]? Siete voi che scrivete e siete sempre voi che dovete cancellare lo scritto. Il male che fate scrive, ed il bene che fate cancella! Lasciate che la mente si fermi sul Signore e vedrete che la nebbia delle esistenze passate si scioglierà di fronte ai raggi di quell’aurora, ma se voi non proiettate quei raggi, la nebbia diventerà più densa e si trasformerà in tenebra. Mentre ero nel corpo precedente dissi: “Tornerò di nuovo dopo otto anni.” Dikshit trascrisse questa frase come se Io avessi detto che sarei apparso come un bimbo di otto anni! Quello fu un errore. Lasciato il corpo il giorno della vittoria (Vijayādashamī) il 15 ottobre del 1918, per circa sei anni ho concesso ogni tanto la Mia reale e concreta visione ad alcuni devoti. Una volta apparvi ad Abdul Baba e gli dissi: “Il Mio corpo è stato eliminato, ma chi può eliminare Me?” Avevo rivelato ad Abdul Baba la notizia del Mio prossimo avvento. Non sprecate, tuttavia, il vostro tempo in discussioni sulla Mia identità, se Questo possa essere Lui o se Lui possa essere Questo! Credete per quel tanto che avete sperimentato; non rinnegate mai la gioia che ne avete provato e non privatevi mai di quella che è in serbo. Il culto, le offerte, l’incenso, l’offerta del fuoco: questi sono tutti passi preliminari, il primo piolo della scala. Se restate sempre fermi all’alfabeto, quando imparerete a leggere e scrivere parole e frasi? Il Signore ha bisogno delle cose che voi gli offrite? Necessita forse di agi e di oggetti di lusso? No, siete voi che ne avete bisogno! Vive forse del cibo che gli posate davanti? Ricordate: chi supera l’esteriorità consegue la vittoria. Il Signore non si compiace di manifestazioni esteriori; Egli cerca i sentimenti, le motivazioni interiori. Non voglio i fiori, la frutta e i vari pacchetti che portate in mano quando venite da Me. Venite a mani vuote e dite: “Cosa posso donarti che non provenga da Te? Quando mi hai dato questo cuore era pulito e puro; adesso, dopo avervi preparato il cibo per la vita che ho vissuto finora, te lo offro pulito e puro come quando me lo donasti Tu, dopo aver eliminato ogni traccia dei miei impulsi, cioè gli odori dei cibi che vi ho cucinato.” Dite queste parole ed offrite il cuore incontaminato.
[8] Per quanto tempo volete ristagnare nella prima elementare con l’offerta di foglie, fiori, frutti ed acqua? Tenete nella foglia del vostro corpo il frutto del cuore, il fiore della mente e l’acqua che sgorga dagli occhi; allora senza dubbio, la Grazia discenderà su di voi. Lasciate che le mani siano vuote ma il cuore pieno. Coltivate la sensibilità del cuore attraverso la devozione e la fede. Riducete questi attaccamenti e dimostrazioni esteriori. Quello che cerco è la vostra gioia, la vostra felicità, la vostra pace mentale, un coraggio che non venga mai meno e la risolutezza. Voi siete davvero più fortunati dei rishi, delle scimmie che aiutarono Rāma nella Sua missione e delle gopī. Le vostre opportunità sono maggiori in quanto potete avere la Mia visione, la Mia vicinanza fisica e la conver sazione con Me. Non chiedetemi perciò di soddisfare dei desideri meschini; chiedetemi piuttosto: “Rendimi eterno, assoluto.” Ho iniziato l’opera per cui sono venuto. Finora sono stato impegnato a raccogliere materiale: ferro, cemento, mattoni, calce, ecc. Le fondamenta sono oramai stabilmente consolidate e si può erigere l’edificio. Quella Mia struttura coprirà l’universo intero. Questo auditorio e questa sala di preghiera eretti poco tempo fa non potranno più contenere la gente che si radunerà qui. Solo il cielo sarà un tetto sufficientemente capiente. D’ora in poi non ci saranno più pause! Nell’arco di poco tempo sarete testimoni di molti eventi miracolosi e, mentre voi starete ancora interrogandovi, Puttaparti sarà trasformata in Mathurā.
Prashānti Nilayam, Dashaharā, ottobre 1961
da DISCORSI 1961 1962 (Sathya Sai Speaks-Vol.II) ed.Mother Sai Publications