Discorsi Divini
25 Novembre 1959 – Successo e sconfitta
25 Novembre 1959
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Successo e sconfitta
[1] Sebbene questa regione e la vostra città non siano nuove per Me, è la prima volta che la maggior parte di voi mi vede. Quando si prepara qualche piatto in più, diventa un giorno di festa. Allo stesso modo, se qui si tengono le gare distrettuali di atletica, è un giorno di festa per i ragazzi e gli studenti, come pure per i genitori e le persone interessate al bene del paese. Avete assunto tutti un viso felice e vi siete dimenticati del duro lavoro quotidiano; avete assistito alle gare ed ai giochi e condiviso l’ardore e l’entusiasmo dei partecipanti. Gli studenti seduti davanti a noi sono gli strumenti con i quali deve essere forgiata l’India di domani; i loro insegnanti, anch’essi presenti, sono molto fortunati perché il destino ha assegnato loro il nobile compito e l’eccellente opportunità di servire gli interessi del Paese in un modo piacevole, trascorrendo il loro tempo in compagnia di bambini candidi ed innocenti. Il padre, la madre e l’insegnante sono i tre principali responsabili per la formazione del futuro del Paese. Di questi, l’insegnante svolge il ruolo più importante poiché viene espressamente preparato e selezionato per questo lavoro. Egli lo ha scelto volontariamente e lo deve compiere al meglio delle sue capacità, senza obiezioni. I bambini ripongono in lui una fiducia assoluta, come pure i genitori e tutta la gente, e tale fiducia deve essere ripagata con un servizio onesto. L’insegnante è onorato e rispettato dai bambini e da tutti ed è considerato il guru, con tutte le associazioni sacre che il termine implica; può essere povero ed anche ignorato dagli uomini al vertice, ma la soddisfazione che egli trae dal suo lavoro quieto e creativo è di per sé una ricompensa sufficiente.
[2] L’insegnante non deve mai inveire contro i suoi allievi, qualunque sia la provocazione, ma li deve sempre benedire; se impreca come un bifolco si abbassa a quello stesso livello. Egli deve controllare rigorosamente il suo comportamento e scoprire se ha degli atteggiamenti o delle abitudini che, se imitati dagli alunni, potrebbero rivelarsi dannosi. Egli stesso deve mettere in pratica i consigli che dà, altrimenti a quei fanciulli insegnerà solo l’ipocrisia e li incoraggerà a sviluppare la furbizia per evitare di essere scoperti; la labilità mentale e la codardia sono le condizioni che permettono all’ipocrisia di radicarsi. Chi ha il coraggio di affrontare le conseguenze non dirà mai il falso. Inoltre, l’insegnante non deve mantenere l’ordine attraverso il facile mezzo della paura, perché è pieno di conseguenze pericolose per gli allievi; deve provare piuttosto la via dell’amore.
[3] Gli insegnanti stessi devono seguire le discipline spirituali, quali la ripetizione del Nome e la meditazione, che doneranno loro quella quiete interiore di cui hanno estremo bisogno; essi devono creare un’atmosfera di vita semplice e di pensiero elevato, poiché gli allievi inconsciamente li considerano degli eroi e li imitano. Devono trasmettere alle nuove generazioni le ricchezze accumulate dalle generazioni passate, quali le discipline spirituali e le loro scoperte. Prima dovrete apprenderle e poi insegnarle ai vostri alunni; questo vi permetterà di estinguere il debito che avete nei confronti dei saggi del passato. So bene che se piantate semi amari non potrete raccogliere del grano dolce, tuttavia certe cose sono possibili anche con le limitazioni dell’attuale programma didattico e del corso di studi.
[4] Il terreno bagnato è l’inconfondibile segno che c’è stata la pioggia; analogamente, le buone maniere sono la caratteristica di chi ha studiato per anni. Lo studente dovrà essere umile e conscio che il campo della conoscenza è così vasto che non ne ha toccato neppure il bordo; deve essere consapevole della sua affinità con tutto il genere umano ed essere sempre entusiasta di servire il prossimo gioiosamente e senza desiderio di pubblicità. Il ragazzo educato deve comportarsi con gli altri in modo aperto ed amichevole. Dio è la Forza Motrice presente in tutti; Egli sta dietro tutti i buoni impulsi e le attitudini benefiche. Voi siete tanti grani separati e distinti, infilati insieme in quell’unico filo che è Dio. Per questo l’odio è sgradevole, innaturale e disumano, contrario all’essenza stessa dell’amore presente in ognuno di voi.
[5] Rispettate sempre le opinioni ed i punti di vista altrui e non cominciate a litigare alla minima divergenza di opinione; l’altro potrebbe avere ragione e voi torto. Riflettete sulle sue argomentazioni; forse potrebbe avere una conoscenza più vasta della questione, o voi potreste avere dei pregiudizi a favore o contro, oppure potrebbe non saperne quanto voi. Ricordate che le differenze di opinione non sono sempre dovute all’odio personale. Vorrei dirvi soprattutto una cosa: onorate i vostri genitori e la gente del villaggio ove crescete. Siate grati ai vostri genitori per tutte le premure ed i sacrifici ai quali si sottopongono per voi; siate riconoscenti anche al paese in cui avete visto per la prima volta la luce. A cosa serve se dopo essere nati in un paese ed essere stati nutriti nella culla del suo amore, scappate via ed andate da un’altra parte per migliorare un luogo nuovo? Date al vostro paese tutta l’attenzione e pensate in che modo migliorare la sua sorte. Questa è la gratitudine che dovete mostrare. Fate di tutto per conoscere a fondo le materie del vostro corso di studi, ma contemporaneamente studiate anche i principi del Sanātana Dharma, l’eterna Legge universale. Non accantonatelo solo perché è un vecchio retaggio dell’antichità; ha resistito alla prova dei secoli e può donarvi gioia e pace ancor oggi. Il Sanātana Dharma è come una nonna amorevole, esperta ed ansiosa di nutrirvi con piatti deliziosi. Non permetterete certo che una nonna del genere muoia di incuria e trascuratezza, non è vero?
[6] Un avaro viveva in una casa in cui c’erano delle infiltrazioni di acqua piovana dal tetto, ma egli non se curava. I suoi vicini lo deridevano e lo sollecitavano a farlo riparare; ma durante la stagione delle piogge l’avaro rispondeva: “Lasciamo passare le piogge; come posso ripararlo ora?” – e quando le piogge terminavano, diceva: “Perché dovrei preoccuparmi del tetto ora che le piogge sono finite?” Non aspettate anche voi di avere infiltrazioni d’acqua quando ci saranno le piogge, perché immancabilmente arriveranno; riparate piuttosto il tetto oggi stesso! Con ciò intendo dire che dovete imparare l’abbiccì della spiritualità sin d’ora. Incominciate con le prime lezioni di silenzio, preghiera e recitazione del Nome del Signore. Non è mai troppo presto per iniziare il pellegrinaggio spirituale. Indossare abiti costosi ed incedere impettiti causando la gelosia dei bambini che non se li possono permettere vi fa inorgoglire, ma potrete essere giustamente fieri solo quando riuscirete a controllare le stravaganze della mente e saprete orientare le vostre emozioni e desideri verso obiettivi nobili e sani, sfidando anche lo scherno dei cosiddetti amici. Quella è libertà, vero successo! Quando raggiungerete questo livello, allora diventerete dei conducenti esperti cui si possa affidare qualsiasi carico per quanto prezioso, poiché non causerete danni né a voi né agli altri. In tal modo meriterete di diventare dei leader.
[7] Siate desiderosi e determinati a conoscere sempre più l’arte di un vivere gioioso, di una vita felice ed imperturbata. Potrete avanzare solo un passo alla volta, ma c’è il rischio di scivolare due passi indietro quando ne fate uno. Comunque le cose che contano sono la determinazione ad avanzare, la resistenza con cui si affronta la tendenza a retrocedere, l’anelito ad elevarsi per progredire nel conquistare gli impulsi e gli istinti inferiori. Se possedete questi requisiti, la fonte nascosta dell’energia zampillerà dentro di voi e la grazia di Dio vi spianerà il cammino. Tenete sempre ben presente l’ideale e procedete. Lo studente d’oggi sarà l’insegnante di domani ed il direttore del futuro. In che modo? Con lo studio e sviluppando un carattere affidabile. Solo chi possiede nobili ideali sarà rispettato e ricordato con gratitudine dai posteri. Come mai Rāma è onorato e venerato, mentre Rāvana è disprezzato? È per il loro carattere! Tenete sempre in mente il progresso della vostra nazione, il Sanātana Dharma ed il vostro vero Sé, e fate in modo che l’anelito a servirli tutti e tre cresca sempre più. In tal modo i vostri studi saranno di utilità e daranno un senso al proposito; così acquisirete paura del peccato, timore di Dio, rifiuto della meschinità, rispetto per gli anziani e fiducia nel vostro Sé. Ancora una cosa: non fate nulla che possa far venire le lacrime agli occhi dei vostri genitori; onorateli e siate ubbidienti, e non condannateli perché sono all’antica: “Old is gold” – “Le cose vecchie valgono oro!” Essi vi avvertono dei pericoli del mondo perché hanno una più lunga esperienza.
[8] Mi è stato chiesto da Anjanappa e da altri di distribuirvi bahumati, e con questo intendevano dire dei premi, ma la parola bahumati significa ‘mente rivolta in tante direzioni’. Io non do mai quel tipo di mente! Insisto invece che la mente sia sempre concentrata su un unico obiettivo. Anjanappa desiderava che Io vi dessi il prasādam (cibo consacrato), ma Io dono sempre il prasādam della beatitudine, il quale può essere ottenuto solo mediante una mente orientata ad un unico fine. Non mi piacciono le competizioni e le lotte, né questo incentivare l’egoismo con premi e graduatorie. Sono certo che nessuno di voi qui si rovinerà per l’orgoglio o per l’avvilimento. Prendete la sconfitta con sangue freddo e la vittoria con la stessa calma. I vincitori devono ringraziare i perdenti della loro vittoria, perché se solo questi ultimi avessero fatto qualche sforzo in più, si sarebbero portati via i loro premi. Inoltre, correndo testa a testa con voi, vi hanno incentivato a correre più velocemente ed a vincere; vi hanno stimolato a fare quel passo in più che ha fatto arrivare il premio nelle vostre mani. Ed ora i perdenti! Vi chiedo di non perdere la fiducia in voi stessi: non attribuite troppa importanza alla vittoria ed alla sconfitta. Anche per quanto riguarda gli esami, se non doveste superarli, non lasciatevi sopraffare dalla disperazione e non mettete in atto idee folli come attentare alla vostra vita. La vita è molto più preziosa di tutto questo, e voi siete nati per cose assai più grandi della promozione agli esami. Siate coraggiosi e pazienti: non è tutto perduto se non superate un esame che si limita a saggiare un solo aspetto della vostra intelligenza! Il vostro destino non dipende dai voti degli esami, ma dal carattere, dalla forza di volontà e dalla grazia di Dio. Il Preside spera che quest’istituto possa diventare una scuola superiore. Io do la Mia benedizione affinché raggiunga presto tale obiettivo e diventi una fonte di luce e di cultura per questa regione del paese.
Madakasira, 25.11.1959
da DISCORSI 1953 – 1960 (Sathya Sai Speaks-Vol.I) ed.Mother Sai Publications