[1] Oggi, 23 novembre 1961, è un giorno importante per più di una ragione. Non è solo il giorno che segna la data di nascita di questo Avatār; anche il Sai Avatār precedente iniziò la Sua carriera divina di giovedì, nel giorno dopo il plenilunio del mese di Kārtika [ottobre-novembre]. Ieri c’è stato il plenilunio di Kārtika ed anche oggi è giovedì! Siete tutti molto fortunati perché avete potuto venire da lontano a Prashānti Nilayam ed avere il darshan in un giorno tanto fausto. Ma la gioia che provate oggi è solo un anticipo della gioia eterna e completa che è in serbo per voi e per l’umanità intera. Quella gioia è un vostro diritto di nascita, e la felicità di questo momento è solo una goccia di quell’oceano. Per conseguire quella beatitudine dovete impegnarvi seriamente in una disciplina spirituale costante. Il simbolo dello stendardo di Prashānti, concretamente presente davanti all’āshram, deve essere compreso con chiarezza da ognuno di voi. Conquistate la lussuria, la rabbia e l’odio, camminate nella vastità dell’amore equo ed imparziale verso tutte le creature viventi: a quel punto sarete idonei per lo yoga, la comunione interiore col Divino, che dischiuderà i petali del vostro cuore. Dalla bellezza e fragranza di quel loto emergerà la fiamma di jñāna, la Saggezza Suprema, che illuminerà Māyā, l’illusione, fino a distruggerla, finché voi e quella fiamma diverrete Uno. Solo quando vi avvicinerete, essa vi apparirà in tutta la sua maestà, nella sua imponente vastità. Se la vedete piccola, cosa significa? Non che sia piccola, ma piuttosto che voi ne siete distanti. Ricordate questo: il sole e la luna sembrano enormi, molto più grandi degli altri astri solo perché sono più vicini e le stelle più lontane. Avvicinatevi a Dio e realizzatelo nella Sua grandezza; non statevene lontani per sostenere che sia piccolo!
[2] L’incarnazione degli Avatār ha il fine di rinvigorire il Dharma, di tracciarne i confini e di mostrare all’umanità il vero sentiero dell’attività esente da desiderio. Questo è il solo ed unico compito in cui mi sono impegnato attraverso vari canali. Invece di correggervi senza che ve ne rendiate conto, è meglio guidarvi nella vostra trasformazione con la vostra cooperazione e consapevolezza. Così, di tanto in tanto, vi rivelerò la Mia Gloria entro certi limiti, attraverso quelli che voi definite miracoli. Non compio prodigi per acquisire fama e importanza; la Mia natura stessa è miracolosa! Ogni Mio momento è un miracolo! La Mia vita va al di là della vostra comprensione, capacità ed intelligenza. Devo salvare ognuno di voi; anche se mi voltate le spalle e ve ne andate, Io lo farò. Coloro che si sono allontanati da me, alla fine, ritorneranno all’ovile poiché non permetterò loro di restare lontani a lungo. Li riporterò a Me, poiché la Mia natura fondamentale è Amore e Misericordia. Oggi, voi che partecipate a quest’incontro siete colmi di gioia, ma questo sentimento è momentaneo e non durerà. Tutti voi avete diritto a più vasti spazi di gioia, a sorgenti più profonde di beatitudine ed alla felicità eterna. Il vostro autentico dharma, la ragione per cui avete ottenuto una nascita umana, è di guadagnarvi e di godere quella beatitudine che nessuna circostanza esterna potrà mai mutare né diminuire. Assicurarsela è abbastanza facile, può farlo chiunque si sieda quietamente ed esamini sé stesso e la propria mente, indifferente ad attrazioni e repulsioni; così scoprirà che la vita è un sogno e saprà di possedere un tranquillo rifugio di pace nel proprio cuore; apprenderà come immergersi nelle sue calme profondità scordandosi ed ignorando i colpi buoni o avversi della fortuna.
[3] Il medico dapprima diagnostica la malattia, poi prescrive la terapia. Anche voi dovete rimettervi alla diagnosi della vostra malattia, cioè infelicità, preoccupazione e sofferenza. Investigate senza timori e con attenzione; scoprirete che, sebbene la vostra natura fondamentale sia la beatitudine, vi siete erroneamente identificati con ciò che è temporaneo, frivolo e banale, e che quindi tutta la vostra sofferenza è causata da quel tipo d’attaccamento. Dovete comprendere che felicità e dolore sono entrambi transitori, come le nuvole scure e bianche che solcano il cielo blu; dovete imparare a gestire in modo equanime i momenti di prosperità come quelli avversi. Se solo utilizza bene il tempo, anche un ignorante può trasformarsi in una grande anima che potrà addirittura fondersi nello Spirito Supremo. Come i pesci possono vivere solo immersi nell’acqua ed hanno bisogno di percepirla tutt’intorno, così l’uomo è un animale che può vivere unicamente quando è immerso nella beatitudine; egli ne ha bisogno non solo a casa, nella società e nel mondo, ma soprattutto ha bisogno di sentirla nel cuore. Di fatto, la beatitudine del cuore determina gioia ovunque. Il cuore è la sorgente della gioia, con la quale si deve entrare in contatto attraverso la costante meditazione e la ripetizione del Nome divino, soffermandosi sulla gloria, la grazia e le inesauribili manifestazioni del Signore. Il devoto non deve mai voltarsi indietro né cedere al dubbio ed alla disperazione.
[4] Chi guida un’automobile si concentra sulla strada perché si preoccupa di salvare sé stesso e gli altri da un eventuale incidente. In questo caso, la paura è ciò che determina quella concentrazione univoca. L’amore è una forza ancor più potente della paura nel determinare la concentrazione. Se possedete un tipo d’amore risoluto e stabile, la vostra concentrazione sarà intensa ed incrollabile. La fede si trasforma in amore, e questo si traduce in concentrazione. La preghiera è possibile ed inizia a dare frutti solo in queste condizioni. Pregate utilizzando il Nome come simbolo del Signore; pregate fermando le agitazioni della mente. Pregate come adempimento di un dovere per la vostra stessa esistenza, come unica giustificazione per essere nati in questo mondo come esseri umani. I concetti possessivi di ‘mio’ e ‘tuo’ servono solo ad identificare qualcosa, ma sono irreali e temporanei. ‘Suo’: quella è la Verità eterna. Il preside di una scuola è temporaneamente responsabile dell’arredo e delle attrezzature delle classi. Se viene trasferito o va in pensione, deve riconsegnare tutto quanto. Trattate tutte le cose di cui disponete come il preside tratta le dotazioni della scuola, e siate sempre consapevoli che il controllo finale può essere imminente. Attendete quel momento con gioia; tenetevi pronti per quell’evento. Fate in modo d’avere i conti aggiornati ed il bilancio calcolato, pronto da consegnare. Trattate tutto ciò che vi è stato affidato con cura e scrupolo. Nārāyana è il Signore delle acque (nāram significa acqua), ma di quale acqua è Signore? Egli dimora nel cuore, e quando si riconosce la Sua presenza, essa scioglie persino il cuore più duro; l’acqua allora inizia a sgorgare dagli occhi come lacrime di gioia, gratitudine e pienezza! Si dice che l’uomo abbia riconosciuto la Sua presenza se è pervaso dal sentimento di comprensione verso il prossimo, se soffre nel vedere un altro che soffre e gioisce dell’altrui felicità. Nārāyana è Colui che reca lacrime di gioia agli occhi! Ecco la funzione delle vostre ghiandole lacrimali: esprimere la gioia interiore, non piangere come uno sciocco o un codardo.
Prashānti Nilayam, 23.11.1961