Discorsi Divini
22 Gennaio 1960 – L’uomo e la mente
22 Gennaio 1960
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
L’uomo e la mente
[1] Il dott. Bhagavantham mi ha appena chiesto di parlarvi, Io però non faccio discorsi, bensì conversazioni con voi. Non tengo discorsi pubblici e non mi rivolgo ad un auditorio, come hanno fatto invece molte delle persone che hanno appena parlato; essi hanno tenuto discorsi che erano una festa per le orecchie, mentre la Mia conversazione è una medicina per la mente. Le loro erano lezioni, le Mie sono ‘pozioni’, quindi le dovete accogliere nella mente con molta attenzione, evitando di lasciarvi sfuggire o di perdere anche una sola parola. Solitamente, quando vi chiedono dov’è Dio, indicate il cielo o qualche altro luogo distante e dite che è là, come se Egli fosse semplicemente una persona che avesse un luogo di residenza stabilito. In verità Nara, ogni uomo, è Nārāyana, Dio. Mādhava, il Signore, è mānava, ciascun uomo. Il numero delle Divinità, secondo le sacre Scritture, è di 330.000.000, ma oggi se ne può calcolare un numero assai superiore. È l’illusione che ha indotto l’incarnazione di Dio ad immaginare di essere un semplice uomo ed a comportarsi di conseguenza. Per rimuovere quell’illusione ci sono vari mezzi, adeguati alle necessità di ogni malato. In ogni caso, l’obiettivo di tutte le terapie e di tutti gli sforzi è di conseguire l’esperienza di essere Nārāyana stesso (Dio) e di liberarsi di quell’entità limitata, vincolante e relativa che è Nara (l’uomo). Questi sono i frutti che verranno raccolti se si mettono in pratica le varie discipline; tuttavia, finché l’individuo non comprende sé stesso, l’illusione ed il relativo dolore non avranno fine.
[2] Lasciatevi dire che non potrete comprendere Me ed il Mio segreto se prima non avrete compreso voi stessi; se siete troppo fragili per afferrare la vostra Realtà, come potrete sperare di sondare la ben più maestosa Realtà del Mio avvento? Per cogliere il Mio significato dovrete fare a pezzi i dubbi e le vostre teorie e coltivare l’amore, poiché l’Incarnazione dell’Amore può essere compresa solo attraverso l’amore. I miracoli e le meraviglie che non possono essere spiegati dai vari rami della scienza, sono così naturali per Me che mi diverto quando li classificate come miracoli. Il Signore aveva annunciato che sarebbe disceso per ripristinare il Dharma e che avrebbe assunto una forma umana in modo che tutti potessero raccogliersi attorno a Lui e provare l’esperienza elettrizzante della Sua compagnia e della conversazione con Lui; ed il Signore è venuto, proprio come aveva annunciato. Per coloro che sono guidati dalla mente, dall’intelletto e dall’ego, tutto quello che non può essere compreso da questi tre è imperscrutabile, perché c’è un limite oltre il quale la mente e l’intelletto non possono inoltrarsi. Questa è la ragione per cui il Potere Supremo deve rivestirsi di illusione e scendere al livello della comprensione umana.
[3] L’India è il luogo di nascita della scienza spirituale. Qui ogni uomo, donna e bambino è uno studente di tale scienza, e tutti hanno la facoltà ed il diritto di studiarla. Questo antico patrimonio deve essere tramandato ad ogni ragazzo e ragazza del paese, e non solo agli studenti di istituzioni come questa. Duranti i vari periodi storici si diede risalto ora ad un metodo, ora ad un altro; infatti nei tempi antichi fu sottolineata l’importanza dei mantra, successivamente degli yāga (cerimonie sacrificali), poi dello yoga (unione con Dio). In seguito, dopo la diffusione del Buddismo in tutta l’India e negli stati confinanti, prevalse il Tantra. Adi Shankāra incoraggiò moltissimo il Tantra, che fu considerato importante anche dal poeta Kālidāsa. Questo metodo prosperò per l’appoggio che il re Shivaji offrì agli studiosi tantrici e dominò la vita spirituale del paese per molti secoli. Tantra significa soltanto ‘ciò che salva bene’. È semplicemente un metodo per raggiungere l’obiettivo dell’unione del sé individuale con il Brahman. Sir John Woodroffe ha illustrato nei suoi libri che il Tantra è una disciplina sistematica che si avvale del simbolismo e della sublimazione per purificare gli istinti e controllare la mente. Egli ha eliminato così la maggior parte dei pregiudizi che teneva la gente lontana dal Tantra, che è una scienza spirituale basata sulla Shakti, l’aspetto femminile dell’Energia, la quale svolge un ruolo preminente nel progresso spirituale dell’uomo.
[4] Ognuno di voi deve esaminare lo stato della propria mente e notare se ha usato il discernimento e la conoscenza secolare per munirsi del distacco, in modo che non debba soffrire per l’attaccamento a cose che sono destinate ad estinguersi. Non scarseggiano certo i libri che spieghino come liberarsi del dolore; la Gītā è disponibile in tutte le lingue e costa solo pochi centesimi a copia. Ogni giorno si vendono migliaia di copie del Bhāgavata, del Rāmāyana e di altri testi, ma nulla sta a dimostrare che siano stati letti ed assimilati. L’alito fornisce un indizio del cibo che è stato consumato, non è vero? Ma le abitudini, la condotta ed il carattere dei lettori di questi testi non sono certo migliorati. L’egoismo e la cupidigia sono tuttora dilaganti, l’odio non si è attenuato e l’invidia corrode le forze vitali della società. Non prendete quindi le Mie parole alla leggera, dicendo: “Abbiamo visto Sai Baba, ascoltato il Suo discorso ed è stato tutto molto bello.” Per favorire il vostro avanzamento spirituale, decidetevi a mettere in pratica almeno uno di questi consigli. È un grave errore macchiare il corpo facendogli compiere anche una singola azione negativa o facendogli frequentare cattive compagnie. Santificate il vostro corpo e santificate ogni attività dedicandola ad un proposito elevato. Oggi non vi sto dando degli ordini in base alla Mia autorità, ma vi parlo dalla pienezza del Mio amore, in virtù del diritto che ho di punirvi e di guidarvi lungo il cammino.
[5] So che gli adulti, oltre a disinteressarsi delle nobili virtù ed a trascurare la disciplina della preghiera e della meditazione, commettono un ulteriore crimine nel deridere i loro figli che gustano la dolcezza del Nome del Signore e frequentano luoghi dove possono trovare buone compagnie, nobili pensieri ed insegnamenti spirituali. Essi definiscono questi giovani dementi e tentano di curarli con una speciale serie di punizioni. La demenza dei loro figli è senza dubbio preferibile alla follia per il lusso, per il gioco d’azzardo, per il bere e per i costumi licenziosi che sono diventati l’unica proprietà che gli adulti lasceranno in eredità ai loro figli.
[6] Gli studi che fate qui devono sviluppare il vostro potere di discriminare e non l’egoismo. Non argomentate per il gusto della discussione, poiché questo condurrà solo ad una sterile erudizione ed all’orgoglio intellettuale. La mania del criticismo è una malattia dell’intelletto e deve essere stroncata sul nascere. Esaminate le cose che non vi piacciono con attenzione e con cura, non saltate subito alle conclusioni, siano esse favorevoli o contrarie, perché significherebbe rinunciare alla vostra preziosa condizione di ‘pensatore’ ed alle responsabilità che avete nei confronti di voi stessi. Persino il sole, che si trova a milioni di chilometri di distanza, può incendiare un oggetto se i suoi raggi sono focalizzati attraverso una lente d’ingrandimento su un punto; anche voi, dunque, concentrate tutti i vostri poteri di osservazione e di giudizio su un argomento, e senz’altro vi risulterà più chiaro. Il mondo stesso è soggetto a continue agitazioni; come potete pensare che i vostri progetti di condurre una vita serena, quieta ed appagante possano aver successo? È come cercare di tenersi a galla senza andare su e giù mentre si è sballottati dalle onde del mare. In simili circostanze la cosa migliore è di riconoscere ed accettare la situazione e di non preoccuparsi dell’inevitabile.
[7] La parola Manushya (uomo) implica che egli è padrone della sua mente o manas. Quando molte persone vengono da Me e si lamentano che non riescono a concentrarsi, Io sorrido della loro debolezza perché persino l’autista di un’auto è maestro nell’arte della concentrazione. Egli non presta attenzione alle chiacchiere dei passeggeri seduti davanti o dietro, ma guarda la strada con grande attenzione. Più di metà battaglia è vinta se avete fede. Questa è la ragione per cui nella Gītā, Krishna chiede ad Arjuna: “Hai ascoltato quello che ho detto con attenzione ferma, senza distrazione alcuna?” – e Arjuna, da buon allievo quale egli era, risponde che persino sul campo di battaglia, in mezzo alle opposte schiere armate, ha ascoltato le parole del Signore con profonda concentrazione. Imparate anche voi a sviluppare la stessa concentrazione che vi tornerà molto utile.
[8] Mi è stato chiesto di inaugurare la biblioteca dell’istituto con il gesto simbolico di consegnare questi libri al preside, affinché li metta accanto agli altri sugli scaffali. Venite, leggete i libri della biblioteca e gioite degli insegnamenti dei grandi devoti e dei santi. Lasciate che anche i bambini possano prendere in mano i libri e sfogliarli; la biblioteca deve servire tutte le persone di questa città, dai 2 ai 60 o 70 anni. Non si tratta di un ospedale, che per alcuni non è necessario; la biblioteca giova a tutti e tutti devono farne il miglior uso. La saggezza contenuta in questi libri deve diffondersi in ogni casa di Aukiripalli. L’apprendimento del Sanscrito deve progredire con i vostri sforzi ed il vostro entusiasmo; se lo manterrete vivo e brillante, il mondo intero ne trarrà beneficio. Dovete adempiere questa responsabilità al meglio delle vostre capacità, ed il Signore riverserà la Sua Grazia su di voi. Non confondete la tecnica con l’obiettivo, ossia non smarrite la via perdendovi nei labirinti dell’erudizione. La cultura e l’istruzione sono unicamente dei mezzi per dominare la mente. Volgete la vostra attenzione dalla creazione al Creatore!
Istituto di Sanscrito Mārkandeya, Aukiripalli, 22.1.1960
da DISCORSI 1953 – 1960 (Sathya Sai Speaks-Vol.I) ed.Mother Sai Publications