21 Novembre 1962
Discorso Divino di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Fino alla vittoria
[1] Oggi avete ascoltato discorsi sull’eccellenza del Nome di Dio, su quanto sia indispensabile la devozione e sull’onnipotenza della grazia divina. Per quel che riguarda questi tre fattori, l’erudizione non conta, quello che conta è solo l’esperienza personale, a prescindere da cosa possa raccontarvi la gente. Il Nome di Dio, pronunciato da un’anima tanto devota come Prahlāda, indusse Dio a manifestarsi in qualunque posto lo avesse cercato!
Il Nome di Dio salva e libera! Esso è una corazza contro gli attacchi dell’orgoglio e dell’autocommiserazione. Se intraprendete la recitazione del Nome in modo sistematico, concentrando il vostro occhio interiore sulla Forma che lo rappresenta, incontrerete molti ostacoli, pensieri in-quietanti e tentazioni. Dovete ignorarli, evitarli e non attribuire loro trop-po peso. Rinforzate le vostre abitudini, attenetevi alla disciplina e miglio-rate la vostra gestione interiore. Unitevi di più a persone buone e pie. Un toro ribelle deve essere legato e domato, il suo naso deve essere forato ed inanellato; deve essere messo al giogo ed abituato a trascinare carichi pesanti per diventare un docile servitore del suo padrone.
[2] Alcuni condannano le sei passioni come orribili nemici e vi consiglia-no di espellerle nettamente. Io invece vi suggerisco di tenerle con voi come docili servitori, utili per attuare i vostri obiettivi. Odiate coloro che disprezzano il nome del Signore e vi dicono che è un suono insignifican-te; odiateli al punto da evitarli per sempre! L’attaccamento può essere utilizzato per legare il vostro cuore al Signore; lasciatevi pure affascinare dalla suprema bellezza della Sua Forma riflessa nella magnificenza della Natura.
Kāma, il desiderio, non è un vizio, infatti gli è stata data una posizione tra i quattro obiettivi dell’esistenza umana. Sviluppate pure il desiderio, ma non per ciò che è materiale e momentaneo. Desiderate l’eterno, l’indistruttibile. Desiderate che aumenti in voi una salda fede nelle Scritture. Ganapati Shāstri ha detto che le Scritture Sacre sono vincolanti per tutti gli uomini; Io vado oltre ed affermo che esse vincolano tutti gli esseri viventi che possiedono la conoscenza sacra o il discernimento. Come potremmo, altrimenti, spiegare l’uccisione di Vāli da parte di Rāma se non su questa base? Vāli mette in discussione il bene ed il male delle azioni di Rāma; prega per la protezione dei principi del Dharma, poi accusa Rāma di una serie di azioni contro il Dharma stesso. Quando però accusano lui, sostiene di essere esente dai vincoli imposti dalle Scritture portando come giustificazione il fatto di essere una scimmia, mentre i sacri testi sarebbero d’obbligo solo per gli uomini. Non è possibile avere una bilancia e due misure. Quando si discrimina fra il bene ed il male e pomposamente si discute sui principi del Dharma, si è legati alle Scritture che ne stabiliscono le regole.
[3] Se vi atterrete strettamente al sentiero della virtù e resterete saldamen-te attaccati all’ardente desiderio per Dio, potrete diventare un Paramaham-sa1, sebbene ora possiate essere un novizio o addirittura un non credente!
Talvolta, solo cogliendo un’occasione, potrete elevarvi costantemente.
Qualcuno viene da Me affinché gli curi i dolori di stomaco, poi apprezza il posto e la sua atmosfera, il canto dell’OM, i bhajan e la pace; mi vede, osserva le Mie azioni, i movimenti e le parole. Si porta a casa un’immagine o un libro di canti e presto si dimentica dei dolori che lo hanno condotto qui e comincia a coltivare un nuovo desiderio: quello per la pace, il darshan, il contatto ed il dialogo con Dio, i bhajan, la meditazione e la Realizzazione.
[4] Io non mi scosto mai dalla Verità e poiché poggio sulla Verità, mi chiamo Sathya Sai; Sāi significa ‘appoggiato’. Il nome è molto appropria-to, credetemi! Solo coloro che non riescono a seguire le Mie istruzioni e deviano dal sentiero che ho prescritto, non riescono ad ottenere ciò che offro loro. Seguite le Mie prescrizioni e diventate soldati del Mio esercito; Io vi condurrò alla vittoria.
Quando qualcuno vi domanda con sincerità d’intenti dove si trova il Signore, non cercate di schivare la domanda. Dategli la risposta che sorge dal vostro cuore ed arriva alla lingua. Date loro un’indicazione precisa: Egli è qui, a Prashānti Nilayam.
Prashānti Nilayam, 21.11.1962