[1] Un congresso dei membri della ‘Divine Life Mission’ (Missione della Vita Divina) deve includere tutta l’umanità in quanto nessuno è al di fuori del suo raggio d’azione; infatti tutti stanno avanzando faticosamente lungo la strada verso la realizzazione della Divinità che è immanente in ogni essere. Lo scopo per cui ogni uomo s’incarna è quello di fondere la propria individualità nell’Universale. La vita che ogni essere conduce è satura di Divinità. L’esistenza o Sat deriva dalla sorgente di tutto il Sat, cioè il Brahman; la consapevolezza o Cit proviene dalla fonte di Cit, il Brahman stesso; anche la beatitudine o Ānanda ha origine dalla fonte di ogni beatitudine: lo stesso Brahman. Voi tutti siete incarnazioni di Sat-Cit-Ānanda (Essere, Consapevolezza, Beatitudine) ma non ne siete consapevoli e credete d’essere questo o quell’individuo e di essere sottoposti a questa o quella limitazione; affinché la vita divina possa manifestarsi, questa falsa convinzione deve cessare. Solo la Divinità ispira, anima, guida e riempie la vita di ogni essere, a prescindere da quanto complessa o meno sia la sua struttura fisica. Dall’atomo all’universo, ogni singola entità avanza verso l’estuario ove si fonderà nell’oceano della beatitudine. La Vita Divina è il respiro vitale di ogni creatura e consiste di Satya, Prema ed Ahimsā (Verità, Amore e Non-Violenza). Come può l’uno ingannare l’altro, quando l’altro non esiste? La menzogna e la falsità nascono dalla paura, ma quando si è consapevoli che non c’è un ‘secondo’, un ‘altro’, non ci sarà più neanche la paura. Nulla è più amato del Sé; perciò se tutti sono il medesimo Sé, tutti sono amati come è amato il Sé. Per quel che riguarda la non violenza, a chi si può fare del male se tutti sono uno?
[2] In che modo si può condurre una Vita Divina? Non c’è nessun tipo di associazione che ve ne conferirà i requisiti. Ogni sforzo che vi porti a realizzare l’unità che si cela dietro la molteplicità è un passo avanti sul sentiero della Vita Divina. Dovete rimescolare a lungo il latte se volete estrarne il burro che vi è latente. Analogamente, per comprendere che questo mondo è un curioso insieme di Satya e Asatya (realtà ed irrealtà) e che di fatto è illusorio, dovete sviluppare un certo processo di pensiero e di azione. La Vita Divina non ammette la benché minima traccia di impurità nel carattere e di illusione nell’intelletto. Le persone che vi sono dedite devono manifestarla sia con la disciplina sia con l’esempio.
[3] Eliminate le cause fondamentali dell’ansia, della paura e dell’igno-ranza; solo allora potrà risplendere la vostra vera personalità. La fede in Dio rimuove l’ansia, quella fede che vi porterà a credere che tutto ciò che vi capita è per il vostro bene e vi farà dire: “Sia fatta la Volontà del Signore!” La calma e la quieta accettazione, non quella eroica, è la migliore difesa contro l’ansietà. La sofferenza nasce dall’egoismo, dal pensare che non ci meritiamo di essere trattati così male, o che siamo abbandonati ed indifesi. Quando l’egoismo svanisce, la sofferenza scompare; l’ignoranza non è altro che un errore di identificazione, quello di scambiare il corpo per il Sé!
[4] Ognuno di voi deve sforzarsi di eliminare l’ego, così il Signore vi accetterà come Suo flauto. Una volta domandai ad alcune persone cosa volessero diventare nelle mani di Dio; esse mi diedero differenti risposte: alcune dissero il ‘loto’, altre la ‘conchiglia’, altre ancora il ‘disco’, ma nessuno menzionò il flauto. Io vi consiglierei di diventare dei flauti in modo che il Signore venga da voi, vi prenda nelle Sue mani, vi porti alle labbra, respiri attraverso di voi e, grazie all’assenza di egoismo nel vostro cuore, suoni una musica melodiosa ed incantevole di cui tutta la creazione possa gioire. Siate determinati, desistete dall’esercitare la vostra volontà, anzi fondete la vostra volontà in quella del Signore. Inspirate solo il respiro di Dio. Questa è Vita Divina, ed è quello che desidero voi raggiungiate.
Venkatagiri, aprile 1957