[1] Voi sapete che quando studiavo alla scuola superiore di Uravakonda un giorno me ne andai, gettai via i libri e dichiarai che il Mio lavoro mi aspettava. Il pandit Telugu che ha parlato prima vi ha già descritto questo fatto nel suo discorso. Quel giorno, quando rivelai pubblicamente di essere Sai Baba alla gente radunata nel giardino in cui mi ero recato, insegnai questo primo canto:
«Mānasa bhajare guru charanam
Dustara bhava sāgara taranam.»
«Oh mente, adora i piedi del Guru
che aiuta ad attraversare l’oceano delle nascite e delle morti!»
Invitavo così chi soffre in questo perenne avvicendarsi di nascite e morti ad adorare i piedi del Guru, il quale si era annunciato ed era tornato per prendere su di Sé il fardello di tutti coloro che si rifugiano in Lui. Quello fu il Mio primo messaggio all’umanità: “Mānasa bhajare – Adora nella tua mente!” Non ho bisogno delle vostre offerte di frutta e di ghirlande di fiori che potete acquistare per pochi centesimi: non sono genuinamente vostre. Datemi invece qualcosa di vostro, che sia puro, fragrante di virtù e d’innocenza e lavato con le lacrime del pentimento! Invece voi portate ghirlande e frutta per fare bella mostra e per esibire la vostra devozione; ma i devoti più poveri, che non possono permetterselo, rimangono umiliati e addolorati perché non hanno la possibilità di dimostrare la loro devozione in modo così grandioso come fate voi. Insediate il Signore nel vostro cuore ed offritegli la frutta delle vostre azioni ed i fiori dei vostri pensieri e sentimenti interiori. Questa è la venerazione che più gradisco, la devozione che più apprezzo.
[2] Nei negozi, le varie merci vengono tenute in confezioni separate, ed ogni negozio è specializzato in un particolare articolo o gruppi di articoli. Invece in una fiera, centinaia di negozianti si associano per rendere disponibile ogni tipo di merce ed allestiscono numerose vetrine per esporre i loro prodotti. Durante tutto questo periodo, in risposta alle vostre domande vi ho dato consigli individuali, come le singole confezioni che si trovano in un negozio. Il discorso di oggi invece è per voi un’esperienza nuova, infatti oggi mi rivolgo ad una vasta assemblea; ma se per voi è una novità, non lo è per Me. In passato ho impartito numerosi insegnamenti a grandi gruppi, anche se non nella presente manifestazione. Ogni volta che il ‘Senza Forma’ assume una Forma, deve portare a compimento la Sua missione e lo fa in modi diversi, ma l’unico e vero proposito, la rieducazione dell’uomo, continua a persistere in tutte le ere.
[3] Come spesso vi ho detto, nei primi sedici anni di questa Incarnazione sono prevalsi i giochi divini, mentre i sedici anni successivi sono stati per lo più dedicati ai miracoli per donare gioia alla vostra generazione. Gioia e soddisfazione sono tuttavia sensazioni di breve durata; dovete quindi coltivare quello stato d’animo di Ānanda, di beatitudine, e renderlo un vostro possesso permanente. Dopo il Mio trentaduesimo compleanno mi vedrete sempre più attivo nell’impartire insegnamenti spirituali all’umanità che si trova allo sbando e nel guidare il mondo sul sentiero di Satya, Dharma, Shānti e Prema (Verità, Rettitudine, Pace ed Amore). Questo non significa che Io escluda giochi e miracoli dalla Mia attività; voglio solo dire che da quel momento il ripristino del Dharma, la correzione delle storture mentali e la guida dell’umanità per ricondurla sulla via del Sanātana Dharma, la Divina Legge Eterna, saranno il Mio obiettivo principale.
[4] Non lasciatevi confondere dal dubbio e da divagazioni inutili; non chiedetevi se e come riuscirò a compiere tutto ciò. Anche i mandriani di Brindavan dubitavano che il ragazzino cresciuto tra loro potesse sollevare il monte Govardhana e tenerlo alzato! Ci vuole fede, e poi ancora fede. Una volta Krishna ed Arjuna camminavano insieme lungo una strada. Vedendo un uccello nel cielo, Krishna domandò: “È una colomba quella?” Arjuna rispose: “Sì, è una colomba.” Krishna chiese ancora: “Non è un’aquila?” “Sì, è un’aquila” – rispose prontamente Arjuna. “No, Arjuna, a Me sembra un corvo. Non è forse un corvo?” – chiese nuovamente Krishna. Arjuna replicò: “Oh sì, scusami! È senza dubbio un corvo.” Krishna allora rise e lo rimproverò per aver accolto qualsiasi suggerimento ricevuto, ma Arjuna disse: “Le Tue parole sono per me ben più importanti dell’evidenza dei miei occhi. Di quell’uccello Tu puoi fare un corvo, una colomba o un’aquila, e se dici che si tratta di un corvo, deve essere sicuramente così.” Una fede assoluta è il segreto del successo spirituale.
[5] Il Signore ama non il devoto, bensì la sua devozione, ricordatevelo. La Grazia del Signore è come la pioggia, acqua pura che scende ovunque uniformemente, ma il suo sapore muta secondo il terreno sul quale scorre. Allo stesso modo, le parole del Signore suonano dolci ad alcuni ed amare ad altri. I modi del Signore sono misteriosi; Egli benedisse Vidura con le parole “Che tu sia distrutto!” e Dussāsana con le parole “Possa tu vivere per mille anni!” Egli intendeva dire che il senso dell’«io» di Vidura sarebbe stato distrutto, e che il malvagio Dussāsana avrebbe dovuto soffrire le tribolazioni di questo mondo per dieci secoli. Voi non potete conoscere le vere ragioni che si celano dietro le azioni del Signore. Non siete neppure in grado di comprendere le motivazioni degli altri uomini che sono in tutto simili a voi e che hanno le vostre stesse attrazioni e repulsioni. Nonostante ciò, troppo facilmente pensate di avere individuato le motivazioni di Colui che è immensamente superiore al livello umano! Con quanta leggerezza parlate e giudicate cose che vi sono sconosciute quanto lo è l’atmosfera per un pesce!
[6] Ci sono quattro tipi di persone:
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i ‘morti’, che negano il Signore ed affermano che esistono solo loro, indipendenti e liberi, che si regolano e si dirigono da soli;
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gli ‘ammalati’, che si rivolgono al Signore quando qualche calamità li colpisce o quando si sentono temporaneamente abbandonati dalle consuete fonti d’aiuto;
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gli ‘ottusi’, che sanno che Dio è l’eterno compagno e guardiano, ma se ne ricordano solo di tanto in tanto, quando questa idea si fa intensa;
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i ‘sani’, infine, che hanno ferma fede nel Signore e che vivono sempre nella Sua confortante e creativa Presenza.
Voi procedete dalla ‘morte’ alla ‘vita’ e dalla ‘malattia’ alla ‘salute’ facendo esperienza delle varie avversità del mondo, che è un aspetto essenziale nel curriculum dell’uomo; tramite l’agonia della ricerca, alla fine la saggezza prevarrà e vedrà la luce. Vale quindi la pena di subire tante sofferenze: esse stanno ad indicare la nascita di una nuova vita. Dall’inquietudine raggiungerete la pace suprema, da quest’ultima arriverete allo splendore spirituale, e dallo splendore giungerete a Paramjyoti, la Suprema e Divina Radianza.
[7] L’avvicendarsi della gioia e del dolore è come l’alternarsi del giorno e della notte. Il giorno e la notte sono come due gemelli; entrambi sono necessari per incrementare la fertilità del suolo, per attivare e rinvigorire la vita. Sono come l’estate e l’inverno. C’è chi mi chiede: “Baba, rendi meno torrida questa estate!” Ma grazie al calore dell’estate la terra assorbe dal sole l’energia necessaria, così quando arriveranno le piogge essa darà un abbondante raccolto. Il caldo ed il freddo fanno parte del Piano di Dio: a voi è dato solo saperlo. Dovete quindi considerare entrambi preziosi. In natura ci sono piante con e senza spine; l’uomo saggio sa riconoscere il valore di entrambe, infatti semina le piante senza spine e poi le circonda di spine in modo che non vengano danneggiate. L’attività può salvare o uccidere: è come la gatta quando addenta. La gatta prende in bocca i gattini per portarli in un luogo sicuro, ma addenta anche il topo per ucciderlo e divorarlo. Fate come il gattino, ed il lavoro vi porterà in salvo come una madre amorevole. Fate come il topo, e sarete spacciati.
[8] Dio attrae l’individuo a Sé perché è naturale che ci sia questa affinità; infatti entrambi sono la medesima entità. Essi sono come il ferro e la calamita; tuttavia se il ferro è arrugginito e ricoperto da strati di sporcizia, la calamita non potrà esercitare la sua forza di attrazione. Eliminate quindi l’impedimento: è tutto quello che dovete fare! Risplendete della vostra vera natura ed il Signore vi attirerà nel Suo petto! Prove e tribolazioni sono i mezzi con cui questa purificazione viene effettuata. Ecco perché Kuntī pregava Krishna supplicandolo: “Dacci sempre delle sofferenze in modo da non dimenticarti mai.” Le difficoltà sono come le limitazioni dietetiche che il medico prescrive al paziente per incrementare l’effetto del medicinale Nāmasmarana – la ripetizione del nome di Dio.
[9] Il Signore Sai è amato da tutti, perciò potete recitare qualsiasi nome che vi dia gioia. I gusti variano in relazione al temperamento ed al carattere che si è formato con le innumerevoli nascite come essere vivente in questo mondo. Il proprietario di un bar va dal farmacista a farsi dare una pastiglia per alleviare il suo mal di testa ed il farmacista, quando gli viene l’emicrania, va al bar a bere una tazza di caffè. I gusti delle persone variano e sono diversi. Il saggio afferma: “Tutto è in Dio.” Lo yogi asserisce: “Tutto è energia.” Un altro ancora, che è invece un devoto, dichiara: “Tutto è il gioco del Signore.” Ognuno si comporta secondo la propria mentalità ed in conformità al progresso raggiunto nella disciplina spirituale. Non abbiate fretta e non deridete nessuno, poiché tutti sono pellegrini in cammino sulla stessa via.
[10] La pratica spirituale è assolutamente indispensabile per controllare la mente ed i desideri che essa rincorre. Se vi rendete conto di non fare passi avanti, non abbandonate la vostra disciplina, ma praticatela con ancor più vigore ed entusiasmo, perché è proprio la materia in cui non siete riusciti a prendere la sufficienza quella che necessita di un impegno maggiore, non è forse vero? Sādhanā, la pratica spirituale, significa purificazione sia interiore sia esteriore. Non vi sentirete certo rinfrescati se indosserete abiti sporchi dopo aver fatto un bagno; ma non vi sentirete ristorati neppure se indosserete abiti puliti senza avere fatto prima un bagno. Entrambi sono necessari: l’esteriore e l’interiore.
[11] I bambini credono alle vostre parole se dite loro che il poliziotto li agguanterà o che il fantasma li picchierà. Essi sono colmi di paura, di forza d’animo e di fede, mentre voi siete cresciuti e vi siete riempiti la testa di ogni sorta di dottrine, dogmi e teorie, perciò ora dovete usare la vostra discriminazione e scoprire Dio con più difficoltà. Vi dirò un’altra cosa: non c’è nessuna scappatoia; tutte le creature dovranno giungere a Dio un giorno o l’altro, seguendo la via lunga o quella breve.
Prashānti Nilayam, festa di Vijayādashamī, 1953
Primo Discorso pubblico